Io ero appena tornata a casa dal liceo e ho trovato mia madre in lacrime davanti alla televisione.
”Mamma, ma piangi per un film?”, le ho chiesto. Insomma, piangere per una scena di un film come quella mi sembrava strano.
”Purtroppo non è un film. Hanno attaccato le Torri Gemelle a New York”.
Sgomenta, mi sono seduta accanto a lei e ho guardato in silenzio ciò che passava in televisione.
Perché in quel momento il silenzio era d’obbligo. E anche una parola sarebbe stata di troppo.
Nel 2004, tre anni dopo l’attacco terroristico, ho visitato per la prima volta New York e sono stata a Ground Zero.
Le macerie avevano fatto spazio al vuoto.
Un silenzio pesante attanagliava quella porzione di città. Quella città che non dorme mai, rumorosa sempre, sempre in movimento.