Mirella Cadeddu

Founder Senior

NOI, ATTUALI QUARANTENNI E CINQUANTENNI. GENERAZIONE DI PASSAGGIO TRA VECCHIO E NUOVO ho

2020-01-21 12:03:04

Lo spunto me l’ha dato la lettura del libro di Marco Marini "Tutto quello che sai sugli uomini è falso", edizioni Albatros.

E’ un libro stimolante, per chi è disposta ad accettare la sfida di esaminare un punto di vista diverso da quello femminile per parlare di uomini.

E la lettura di questo libro una sfida lo è davvero.  Ci sono pagine che forse non sono proprio per “educande”. Ma soprattutto ci sono  molte “provocazioni” , chiavi di lettura completamente diverse da quelle a cui noi donne siamo abituate, quando parliamo fra di noi, quando ci consigliamo a vicenda , quando non capiamo (sempre più spesso) dove stiamo andando con le nostre relazioni di coppia.

Basta fare un giro sui social per rendersi conto del disorientamento che impera. Soprattutto fra chi , trovandosi a fare i conti con una relazione decennale conclusa, tenta di rimettersi in gioco . Ma si rende conto che nel frattempo è cambiato qualcosa…QUALCOSA?! Pare esserci stata la rivoluzione. Una rivoluzione silenziosa, un cambiamento dato dai nuovi mezzi che spesso ci troviamo ad approcciare senza averne la dimestichezza e soprattutto con l’incapacità di dominarli anziché farcene dominare.

Ed anche la serie di video/audio corsi, sempre più in voga, in cui qualcuno si prende l’onore e l’onere di fornirci un manuale di istruzioni su come non far scappare un uomo, su come comportarsi al primo appuntamento, su come diventare quella che viene ormai comunemente definita DONNA DI VALORE.

Dal seguito che questi corsi , e relative community, gruppi FB, riscontrano, non si può non constatare quanto la CONFUSIONE ormai la faccia da padrona.

Marini ne esamina le cause, facendo un esauriente e a tratti esilarante excursus fra la modalità di ieri, delle nostre nonne e mamme fino agli anni 80, e i tempi di oggi. Esilarante sì,  ma senz’altro incisivo. Coi suoi esempi pratici e , a volte, un tantino brutali per la supposta sensibilità femminile,  induce a soffermarsi a riflettere, e a farci tutti un qualche esamino di coscienza . Ad esempio sulla superficialità con cui spesso rimpiangiamo GLI UOMINI DI UNA VOLTA….le sue riflessioni sono senz’altro degne di nota e assolutamente CONCRETE.

Sicuramente le generazioni più vicine ai GRANDI CAMBIAMENTI (divorzio, emancipazione femminile) portano dentro un conflitto non sempre facilmente risolvibile fra l’esempio e la mentalità familiare ricevuti da una parte, e l’evoluzione sociale  e il riconoscimento di nuovi diritti, dall’altra. Se aggiungiamo gli anni della tecnologia, dei social, delle chat etc, il quadro si delinea più chiaro e caotico al tempo stesso.

Uomini e donne si sono trovati a sperimentare nuovi schemi, nuove modalità, ad inventare nuove soluzioni, ad accogliere nuove sfide. 

E durante il percorso spesso abbiamo sbagliato, siamo caduti, ci siamo rialzati, abbiamo ritentato, cercato di capire dove e in che cosa i vecchi schemi non erano più funzionali, proponibili. Ci siamo spesso scagliati l’una contro l’altro, per inadeguatezza, perché alle spalle non avevamo più un modello sicuro su cui basarci, perché ci trovavamo a dover inventare nuovi equilibri.

Ma, cadute o meno, possiamo portare a casa qualche risultato?

Credo proprio di sì. Come giustamente fa notare Marini, quanti papà vediamo oggi fieri del proprio ruolo di genitore presente, capace di accudire, dare presenza attenzione e affetto  senza nessun sentimento di vergogna, senza ritenerlo contrario all’atteggiamento da “VERO UOMO”?

Beh, probabilmente se abbiamo “lavorato” bene, i nostri figli e figlie  troveranno scontato sia così, ma noi sappiamo che questa è una conquista , e lasciateci pensare che noi, uomini e donne delle generazioni precedenti, abbiamo dato il nostro contributo..

E vogliamo soltanto accennare alle DONNE,  che cercano di passare con disinvoltura dal ruolo di EFFICIENTE LAVORATRICE, a mamma e compagna brillante, che cura l’aspetto  esteriore ed interiore , che cerca come si usa dire ora di essere “LA MIGLIOR VERSIONE DI SE STESSA”?

Donne che corrono di qua e di là, lavoro, scuola , casa, sport dei figli, salvo poi – magari a distanza di anni – sentirsi dire una mattina come tante, con innocente noncuranza:” E NEANCHE QUANDO SONO CADUTA A SCUOLA SEI RIUSCITA AD USCIRE PRIMA DAL LAVORO”.. e sentirti piccola piccola, ferita, addolorata, eppure anche quella volta avevi FATTO DEL TUO MEGLIO… Ma quanto questa società ci permette di dare il nostro meglio? E a quale prezzo?

Generazione di passaggio,  indubbiamente, piena di contraddizioni e passi falsi ma che, al di là delle superficiali solite affermazioni “si stava meglio quando si stava peggio”  o sulla  sterile diatriba “uomo depilato sì o no” si è liberata  - con impegno, fatica, sofferenza personale - , di un bel po’ di ipocrisia, luoghi comuni, chiusura mentale .

Ritornando al libro, ve lo consiglio. Ci sono tanti spunti. Può essere a tratti un po’ un dito nell’occhio, con la sua spietata e irriverente schiettezza , ma se ciononostante sono riuscita  ad arrivare in fondo e a rivolgergli un silenzioso “GRAZIE”, potete provare anche voi care amiche CAMERS ;)