Mirella Cadeddu

Founder Senior

I NOSTRI RAGAZZI - COME AIUTARLI IN QUESTI MOMENTI

2020-03-30 10:45:18

Come stanno vivendo questi momenti così particolari e imprevedibili i nostri figli adolescenti?

I NOSTRI FIGLI – COME AIUTARLI IN QUESTI MOMENTI

Mentre sono al computer a digitare sui tasti, mi fermo ad osservare mia figlia minore che di fronte a me è al tavolo-  col tablet - che partecipa alle sue lezioni quotidiane con la  classe e le varie insegnanti,  che si alternano per dare continuità didattica in nuove modalità.

Ascolto le conversazioni, gli interventi, i dialoghi. Osservo le sue espressioni facciali. Il suo volto si anima, è assorbita in quel mondo, IL SUO MONDO.

Quanto sta cambiando il suo mondo? In modo repentino, senza preavviso, senza che possa esserne stata preparata in anticipo.

Cosa può aver provocato in lei questo cambiamento? Quali le difficoltà, le paure, la sorpresa, che tutto questo può generare in loro?

Probabilmente lo sforzo più grande è il loro.

Sono nati in un’epoca per molti aspetti ritenuta “facile”. Ogni loro giornata è stata spesso pianificata, cadenzata, dai molti impegni, scuola, sport, attività varie, supportate dai molteplici ausili, tutto a portata di mano, musica, intrattenimento, libertà, possibilità pressoché infinite, almeno a livello potenziale.

Tutt’ad un tratto, catapultati in una realtà differente.

Destabilizza noi, generazioni precedenti. Che abbiamo in vari gradi avuto esperienze diverse, che abbiamo conosciuto anche tempi passati in cui il gioco, il passatempo, dovevamo anche procurarcelo autonomamente, in cui abbiamo imparato a riempire la noia attivando risorse personali, dando libero spazio alla fantasia , alla creatività. Spesso c’era poco, o meno di ora, e inventavamo.

Non è un elogio al passato. Quello che spesso abbiamo criticato, le risorse tecnologiche attuali, sono le stesse che magari ora rivalutiamo, perché sono quelle che ora consentono loro di dar un minimo di continuità alle loro giornate,come appunto il percorso scolastico, che ai nostri tempi sarebbe stato impossibile, impensabile.

E’ una grandissima risorsa poter immergersi – anche se con modalità diverse – interagire, con la classe, con le amicizie, con gli  insegnanti. Ai  quali va riconosciuto il merito dell’impegno, della ricerca di soluzioni nuove per coinvolgerli e accompagnarli in questi momenti per nulla facili.

Noto però differenze anche profonde nelle reazioni fra i miei figli di età differenti.

I maggiori, già avviati alla vita lavorativa ed anche in un caso (i miei figli sono quattro) alla nuova famiglia già creata, hanno ovviamente un altro approccio, come tutti noi sono preoccupati per i risvolti economici e lavorativi, ma riescono a gestire e ad organizzare le loro giornate in modo autonomo, attivando le loro risorse interne per tracciare la rotta.

Per la più piccola è sicuramente più destabilizzante. Alterna momenti di sconforto, di irrequietezza, di rabbia per la limitazione delle sue libertà. E’ un’età in cui  l’aggregazione, il contatto con i propri coetanei, il fare corpo e gruppo, è fondamentale per lo sviluppo psichico ed emotivo.

E’ difficile per noi, ma per loro è veramente una grande impresa.


Come possiamo aiutarli?


Da un lato, il nostro esempio, la nostra “centratura”, il rimanere solidi, occupati, sereni, il riuscire a dare un’organizzazione attiva alle nostre giornate, trovare equilibri nuovi, è sicuramente una risposta silenziosa ma efficace da cui possono trarre ispirazione.

Far sì che l’atmosfera che respirano in questo ambiente che ci trova a condividere tempi, spazi, occupazioni, non sia dominata dall’ansia, dalla paura paralizzante. Per questo, cerchiamo di non far entrare nel nostro habitat troppe notizie angoscianti, non lasciamoci bombardare dai media, con i loro resoconti dettagliati . Non per incuranza, ma per preservarli . Informazione sì, ma con equilibrio.

Cerchiamo poi di creare momenti di condivisione creativa, di gioco, di allegria, di attività fisica, di suddivisione di compiti.

D’altro canto però, siamo anche rispettosi dei loro momenti no. Delle loro personali riflessioni, dei loro momenti anche bui. Non possiamo dare loro tutte le risposte, può essere un momento fruttuoso affinchè riescano ad elaborare personali strategie. Nel silenzio, nei momenti di noia, di malinconia, anche di tristezza, impareranno ad ascoltarsi, a fare pensieri nuovi, ad avere TEMPO. Per interrogarsi, magari per esaminare, per vedere risvolti nuovi. In una parola, per CRESCERE.