Mirella Cadeddu

Founder Senior

Generazioni e tempi a confronto

2020-03-18 16:43:08

Ho trovato questa citazione per caso in rete, e mi ha suscitato più di una riflessione.

La prima frase (e fase) mi rimanda facilmente alle generazioni che ci hanno preceduto. A molti   di noi  (fortunati per questo) sarà capitato di ascoltare i racconti di genitori/nonni che hanno vissuto in tempo di guerra.

Abbiamo ascoltato i loro racconti con stupore, riuscendo a malapena a immedesimarci in un tempo per certi versi lontanissimo…

Queste stesse persone ci hanno spesso meravigliato anche per la loro  solidità, resistenza, pazienza. Tutte qualità che ora uniamo in un unico termine: RESILIENZA. Che magari loro non hanno conosciuto come vocabolo,  ma hanno imparato a viverlo sulla loro pelle. Irrobustiti e rinforzati dalle tante difficoltà attraversate: fisiche, psicologiche, emotive, ambientali.

Questi stessi uomini sono stati capaci di regalarci decenni di tempi della seconda fase, appunto, tempi tranquilli.

  1. La mia generazione vi si è trovata a vivere neanche percependo fosse un dono, forse una rarità, un grandissimo tesoro da custodire. L’abbiamo trovata già così la vita, e quindi tutto ci è apparso normale, come se non potesse essere che così…

Sì, abbiamo studiato sui libri di storia epoche passate, abbiamo sentito nel corso del tempo di altre situazioni, in altri contesti, in altri Paesi, ma appunto, epoche passate e contesti lontani, e quindi non nella nostra tranquilla realtà.


Forse questo ci ha un po’ fiaccati, un po’ anestetizzati? Può essere? 


Abbiamo per fortuna avuto poche occasioni per mettere alla prova i l nostro equilibrio , le nostre risorse, forse le nostre virtù?

Certo, le storie personali di ognuno non sono comunque esenti da difficoltà, tempeste improvvise. In questo caso forse ci siamo attrezzati, magari a nostra insaputa abbiamo così ricevuto in dotazione una valigetta di pronto soccorso, che forse in questo momento ci aiuta ad affrontare la nuova situazione con un pizzico di equilibrio e forza in più? Solo riflessioni, le mie.

E’ possibile che Uomini deboli creino tempi avversi? Forse non eravamo attenti, forse ci siamo distratti, troppi stimoli, troppe distrazioni, ritmi veloci,  tanto NUOVO da introiettare, per essere al passo, per non restare indietro..

Leggendo questo aforisma mi è tornato in mente un libro di Michele Serra che ho letto qualche tempo fa (visto anche il film da cui è tratto) GLI SDRAIATI

Contiene un’analisi sul salto generazionale fra noi ed i  nostri figli.

Dopo un’articolata analisi, il protagonista ad un certo punto si chiede se il problema è che


NON SIAMO STATI CAPACI DI FORNIRE AI NOSTRI FIGLI IDEALI GRANDI, POTENTI


Per cui valesse la pena battersi

Questi stessi figli sono forse ora i più vulnerabili ad affrontare la situazione di questi giorni.

Per lo più non li abbiamo attrezzati, non c’è mai stato bisogno di prepararli ad un tempo sospeso, al silenzio, alla riflessione, alla pazienza, e a tutte quelle “armi” che adesso possono aiutarli a rimanere SOLIDI, in controllo, in ascolto di loro stessi e di tutto ciò che ci ruota intorno. E magari attingere a risorse interne, alla creatività personale, a capacità rimaste a sopire e che magari ora trovano spazio per uscire.

Non era auspicabile certo, ma ormai che ci siamo dentro e voglio pensare che questo tempo non sarà inutile.


Pur nelle comodità dentro le nostre case magari troveremo modo di rafforzarci, di trasformare questa esperienza di limitazioni personali in un fruttuoso percorso di crescita, e magari saranno proprio loro ad indicarci come.