Michele Braida

Founder Junior

Annapurna, 8091mt

2018-10-01 08:25:43

Perchè iniziare da qui? Perchè tra 19 giorni sarò nuovamente a Kathmandù a visitare un'altra Regione, il Dolpo, che ha visto nascere Siddharta... Budda. 5000 caratteri per farvi capire cos'ho provato la prima volta, è già un'impresa, ma ci provo.

25 giorni di assoluto riposo... è propio ridicolo a dirlo se si pensa che in quel frangente  abbiamo percorso 350km per completare l'anello del massiccio dell'Annapurna.In realtà a piedi ne abbiamo percorsi 275, il resto fatti con mezzi locali per andare da Kathmandù al punto di partenza e ritorno.Incalcolabile il dislivello effettuato avendo attraversato numerose vallate su strade sterrate, sentieri di montagna che collegavano i vari villaggi dove trascorrevamo la notte, e interminabili gradinate costruite con massi piatti di diverse dimensioni, con alzate completamente differenti tra loro, e coi miei piedi nr 45 l'equilibrio era a dura prova. A metà del trek, abbiamo raggiunto e superato il Thorang La Pass, il passo più alto della Terra,a 5416mt per poi scendere e risalire lungo più di 20000 gradini al campo base turistico dell'Annapurna a 4100mt, unici due punti nei quali la temperatura si faceva sentire. L'altitudine, grazie ai miei allenamenti sulle montagne di casa,non è stata un problema, ma prima del passo c'erano persone che si sentivano male, vomito, giramenti di testa, emicranie nausea... un disastro, ma capibile. L'andatura, il mattino che siamo partiti per il Thorang La era spedito, per l'euforia, ma man mano che salivamo diventava più pesante, e lento, così, quell'ammasso di lucette creato dalle lampade frontali di tutte le spedizioni presenti, in poco tempo è diventata un'interminabile linea che si allungava sempre di più, le pause sempre più frequenti, l'occhio ammirava, nel buio del mattino, tutto lo scenario, ma la mente era vigile sullo stato del mio corpo, volevo arrivare presto, per godere il più possibile di quel traguardo, anche se ci avevano raccomandato di non sostare lassù per più di 5 minuti per evitare il mal di montagna, ma stavo benissimo così con un mio compagno di spedizione, e uno degli sherpa, siamo rimasti su a scattare foto per mezz'ora... Altro spettcolo è stato vedere l'alba dal campo base delll'Annapurna, col sole che pian piano incendiava le vette innevate tutto intorno.Era incredibile stare lì, a 4100mt, a non più di 1 km da una montagna che si ergeva 4000 mt sopra di noi, e a guardarla sembrava una cima qualsiasi, tracciavo con gli occhi delle improbabili linee di salita dicendomi che per lì era fattibile, facile, ma ero consapevole avendo letto molto sulle cime himalayane che ad ogni metro in sù corrispondono difficoltà non legate alla difficoltà alpinistica...ma era bello sognare...ero lì. Tutto il tragitto comunque era spettacolare, e i paesaggi cambiavano assieme al tipo di vegetazione man mano che salivamo. c'era una sola cosa che non cambiava mai, le persone. I nepalesi, hanno una capacità incredibile, infondono una pace e una serenità che riesci a rallentare il tuo ritmo vitale in maniera incredibile, è una popolazione tranquilla, operosa e rispettosa di tutto e di tutti. Dai vecchi ai bambini sono tutti al lavoro, chi nelle risaie, chi a sminuzzare smussare, e stivar pietre trasportandole con gerle, lavorando nei lodge(i nostri affittacamere) chi nelle piccole attività commerciali, ma tutti in egual modo sereni e sorridenti, pronti a portare a casa il cibo per la giornata, che domani si vedrà. Al nostro passaggio i bambini più piccoli escono dalle case, e con le loro faccette buffe, ti salutano "Namastè" e improvvisano canti e balli per avere qualche moneta o dolcetti che portiamo con noi. Kathmandù poi è incredibile, grandissima, ma rispecchia la povertà vista nei villaggi, caotica e polverosa col suo traffico, ma al tempo stesso affascinante, per i templi storici che si trovano nascosti nelle piazzette nel mezzo delle case. Claxon che suonano continuamente, ma osservando non è per mandarsi a quel paese come qui da noi si usa fare. Loro suonano per avvisare che si stanno immettendo nell'incrocio, così li fanno passare e non creano incidenti. Mille colori, dovuti agli articoli in vendita nei negozi artigianali, maschere, quadri....ristoranti, bar, musica dal vivo, c'è tutto ed è pieno di vita, di giorno e di notte.

Ecco perchè riposo, assoluto. lì ho avuto modo per la prima volta di staccare la spina per tutto il periodo della vacanza, gli occhi e la mente erano rapiti ogni giorno dallo spettacolo intorno a me, non pensavo a niente altro, non ci riuscivo, non sentivo nemmeno la fatica, e l'accoglienza e l'amore delle persone che incontravo amplficava tutto questo. 

Un merito va sicuramente anche alla nostra guida nepalese, ai tre sherpa (assistenti della guida) e ai 5 portatori che hanno trasportato i nostri borsoni, 2 a testa per un peso di 40 kg(camminando sempre in infradito).

Ho letto molto sull'Himalaya, le sue cime, le sue vittime, così, appassionato di montagna, ho preso coraggio e sono andato a realizzare un mio sogno... ma mi accorgo, che una volta stato non puoi non tornare, ci sono diverse Regioni, diversi ambienti, e molte cime ancora da vedere...e la voglia di staccare nuovamente.