Massimo Ruggiero
Founder Senior
Pochi sanno che: Violet Jessop sopravvisse ai naufragi del Titanic e delle sue due Navi Gemelle
2019-11-02 18:20:09
Una incredibile Storia che vede protagonista una Donna ed il Titanic....Violet Constance Jessop era una giovane e intraprendente lavoratrice che, alla fine dell’Ottocento, aveva deciso di imbarcarsi su una nave.
Violet Constance Jessop giovane e intraprendente lavoratrice che, alla fine dell’Ottocento, decise di imbarcarsi su una nave. La vita non era stata generosa con lei: ancora bambina, Violet si era ammalata di tubercolosi e poi, quando sembrava che le cose potessero mettersi in meglio con la guarigione della bambina, era rimasta orfana di padre. Di origine irlandese, Violet, all’epoca, viveva con la famiglia a Buenos Aires. Alla morte del padre, sua madre decise di partire per l’Inghilterra con Violet e i suoi fratelli. In Inghilterra, malgrado da principio Violet avesse l’opportunità di frequentare la scuola e di studiare, la sua adolescenza non fu felice perché presto fu costretta a lasciare la scuola. Infatti, a seguito dei dissesti economici seguenti alla morte del padre prima e a una malattia della madre poi, la ragazza fu obbligata a interrompere gli studi e a lavorare.
Infatti, il 20 settembre 1911, mentre Violet insieme con tutti i passeggeri si trovavano a bordo del transatlantico che stava attraversando lo stretto di Solent, l’Olympic fu speronato dall’incrociatore HMS Hawke e, nell’urto, la sua poppa fu completamente squarciata. Malgrado i gravissimi danni, la nave riuscì a ritornare nel porto di Southampton per essere riparata. Naturalmente, tutti i passeggeri, insieme con il personale, furono costretti a scendere in porto e, poiché l’Olympic doveva essere sottoposta a un lungo iter di riparazioni, Violet fu destinata a prendere servizio a bordo del Titanic.
Nel disastro morirono moltissimi passeggeri, anche perché gli occupanti delle poche scialuppe disponibili, presi dal panico, si allontanarono dal relitto che stava affondando rapidamente senza lasciare che le scialuppe stesse accogliessero tutti i naufraghi che potevano ospitare e senza tornare indietro. Per lo più, a salvarsi furono donne e bambini (prima le donne e i bambini, appunto, impone la legge del soccorso in mare) appartenenti alla prima classe: la fortuna di Violet volle che, appunto, ella fosse impiegata come cameriera addetta ai passeggeri della prima classe. Proprio grazie al suo lavoro, Violet Jessop riuscì a mettersi in salvo sulla scialuppa numero sedici che venne poi recuperata dal Carpathia.Di nuovo sulla terra ferma e per nulla spaventata da quanto accaduto, Violet non esitò ad imbarcarsi ancora numerose altre volte, fino a salire ancora una volta su di una terza nave della White Star Line che sarebbe divenuta celebre: il Britannic.
Sotto, il Britannic:
Malgrado la nave possedesse uno scafo rinforzato, affondò in meno di un’ora e, anche in questo caso, le vittime furono numerosissime. In particolare, due scialuppe con i loro occupanti finirono letteralmente sbriciolate dalle eliche della nave ancora in funzione che le avevano risucchiate. Una terza scialuppa si salvò solo in parte dalla stessa sorte, ma vi furono comunque moltissimi feriti fra i suoi occupanti. Su quest’ultima scialuppa c’era, fra gli altri, Violet Jessop che si salvò anche questa volta poiché ebbe la prontezza di sfuggire alle eliche ancora in movimento gettandosi in mare.
Dopo questo episodio, la Jessop, dimostrando un invidiabile sangue freddo e un’incrollabile fiducia nella sua buona stella, continuò a prestare servizio in mare per i successivi quarant’anni. Per sua fortuna, questo fu l’ultimo incidente in cui fu coinvolta: Violet Constance Jessop morirà a ottantaquattro anni, dopo aver scritto le sue incredibili memorie di naufraga ed essere sopravvissuta alla White Star Line stessa, che fallì nel 1934 e fu acquisita dalla sua rivale Cunard Line in quello stesso anno.
Dalla ricercatrice Chiara Dini