Salute & Benessere
ALLENAMENTO MENTALE E FISICO ECCO COME CORRELARLI
La correlazione tra l'allenamento mentale e quello fisico è da sempre un binomio indissolubile, molto spesso però quando viene meno la componente dell'approccio mentale a risentirne è molto spesso l'aspetto fisico. Ecco come attraverso l'atteggiamento mentale è possibile migliorare quello fisico.
Il Mental Training nasce come branca della Psicologia dello Sport che si occupa di indagare gli aspetti psicologici, psicofisiologici, sociali e pedagogici legati all’attività sportiva. Le sue origini risalgono alla fine dell’ 800, ma è negli ultimi 40 anni esso ha conosciuto una larghissima diffusione. Nel 1965 è nata l’International Society of Sport Psychology a Roma, attraverso la quale si è dato impulso a ricerche e sperimentazioni sul miglioramento della prestazione sportiva, sulla personalità e sulla motivazione degli atleti. Tuttavia l’Italia, rispetto ad altri paesi come gli Stati Uniti e i paesi del Nord Europa non ha saputo dare realmente avvio ad una diffusione e applicazione di sistemi e tecniche legate alla psicologia dello sport. In altri paesi, invece, sono stati compiuti importanti studi sulla dimensione cognitiva dell’atleta, sul ruolo delle emozioni, sull’analisi dei pensieri positivi, sulle abilità relazionali e sulla leadership riuscendo a raggiungere il maggior numero di esperti-professionisti in questo settore.
(Ti invitiamo a leggere: FOCALIZZARE L'ATTENZIONE DOVE VOGLIO... ECCO COME)
Ecco alcune tecniche di Mental Training:
1) Focalizzazione dell’attenzione e concentrazione (Focusing) Imparare a concentrarsi sul suo compito per periodi sempre più lunghi impedendo ai fattori distraenti interni (pensieri negativi, demotivanti, paura , ansia etc..) e a quelli esterni (rumori, luci , eventi metereologici etc…) di distoglierlo dalla prova.
2) Incremento della motivazione e dell’autostima Una maggiore fiducia in se stessi e nelle proprie possibilità è la condizione indispensabile che aiuta ad elevare il grado di motivazione dell’atleta aumentando le chances per la garanzia di successo. Questo processo deve dirigersi verso un percorso in cui la stima, l’approvazione e la sicurezza venga effettuata guardando all’INTERNO della persona piuttosto che all’ESTERNO fino a comprendere di potere essere una persona-atleta valida, anche se gli capita di commettere errori.
3) Formulazione degli obiettivi (Goal setting) Definire una scala di obiettivi a lungo, medio, breve termine deve diventare una delle prassi che consente di pianificare in modo dettagliato tutti quei traguardi che ci si prefigge di raggiungere. Essi devono presentare difficoltà progressive ma nello stesso tempo essere raggiungibili e focalizzati sulla prestazione più che sul risultato!
4) Abilità immaginativa (Imagery) Allenarsi attraverso la rappresentazione mentale di immagini visive che vanno a stimolare ciascun senso (visivo, uditivo, sonoro, etc...) significa impegnare il soggetto sul piano emozionale e su quello cognitivo. Attraverso i processi di visualizzazione - come ad esempio si può fare osservando altri atleti durante una performance sportiva con video ripetuti, concentrandosi sulla ripetizione delle singole sequenze di movimento
- è possibile svolgere un training “ideomotorio” anche definito
- “imagery” di grande efficacia per la prestazione.
6) Rilassamento Le tecniche usate maggiormente sono il training autogeno o il rilassamento progressivo di Jacobson per consentire al soggetto di prendere coscienza del proprio stato di attivazione, per gestire situazioni di stress o ansia e per prepararlo alle attività immaginative e di visualizzazione.
7) Gestione dell'ansia pre-agonistica e delle situazioni stressanti Vengono utilizzate tecniche di gestione dell’ansia pre-gara come ad esempio il rilassamento e la desensibilizzazione sistematica che si apprende sotto la guida esperta di uno psicologo dello sport e da applicare e svolgere man mano in maniera autonoma. Lo stress subentra quando si ha la percezione di uno squilibrio tra le richieste (sfida) e ciò che invece ci si sente in grado di poter fare (livello delle abilità). Può coinvolgere l’atleta come l’allenatore; le tecniche adottate a tale scopo sono lo “Stress Inoculation Training”, la Desensibilizzazione Sistematica e la Ristrutturazione Cognitiva.
8) Comunicazione Essere coinvolto nella gestione dell’attività sportiva che lo riguarda all’interno della Federazione di appartenenza; ciò si esplica nella necessità di creare un dialogo tra tutti i soggetti coinvolti attraverso momenti di incontro tra gruppi di atleti, con l’allenatore e con i dirigenti.
Queste strategie di allenamento mentale contribuiscono a migliorare le prestazioni evitando il sovrallenamento fisico, che spesso è responsabile di infortuni e abbandoni improvvisi.