Massimo Risultato

Salute & Benessere

ALLENAMENTO MENTALE E FISICO ECCO COME CORRELARLI

2021-01-04 15:09:30

La correlazione tra l'allenamento mentale e quello fisico è da sempre un binomio indissolubile, molto spesso però quando viene meno la componente dell'approccio mentale a risentirne è molto spesso l'aspetto fisico. Ecco come attraverso l'atteggiamento mentale è possibile migliorare quello fisico.

Il Mental Training nasce come branca della Psicologia dello Sport che si occupa di indagare gli aspetti psicologici, psicofisiologici, sociali e pedagogici legati all’attività sportiva. Le sue origini risalgono alla fine dell’ 800, ma è negli ultimi 40 anni esso ha conosciuto una larghissima diffusione. Nel 1965 è nata l’International Society of Sport Psychology a Roma, attraverso la quale si è dato impulso a ricerche e sperimentazioni sul miglioramento della prestazione sportiva, sulla personalità e sulla motivazione degli atleti. Tuttavia l’Italia, rispetto ad altri paesi come gli Stati Uniti e i paesi del Nord Europa non ha saputo dare realmente avvio ad una diffusione e applicazione di sistemi e tecniche legate alla psicologia dello sport. In altri paesi, invece, sono stati compiuti importanti studi sulla dimensione cognitiva dell’atleta, sul ruolo delle emozioni, sull’analisi dei pensieri positivi, sulle abilità relazionali e sulla leadership riuscendo a raggiungere il maggior numero di esperti-professionisti in questo settore.  
La tecnica di visualizzazione è un potentissimo strumento di mental training perché la mente non è in grado di differenziare un’esperienza realmente vissuta rispetto ad una immaginata vividamente nei dettagli. Le immagini create nella nostra mente vengono percepite dalla stessa area corticale che elabora le immagini esterne, generando le stesse reazioni psicofisiche. Il cervello è un organo estremamente plastico e in continua modificazione. La visualizzazione permette di sfruttare questa neuro plasticità. Durante l’allenamento fisico si creano e rafforzano le sinapsi dell’area cerebrale del movimento, ma anche semplicemente immaginando di svolgere il gesto tecnico è possibile avere un effetto, poiché è stata dimostrata un’area di sovrapposizione tra gli effetti dell’allenamento fisico e quello mentale. Inoltre, attraverso l’imagery, è possibile associare al gesto tecnico uno stato di calma e rilassamento, predittivo di maggior controllo e dunque di miglior risultato.  È una tecnica ormai largamente diffusa in diversi sport. In particolare gli sciatori prima di cominciare la gara ripercorrono l’intero percorso mentalmente, visualizzando se stessi mentre svolgono i gesti tecnici in maniera ottimale, e questo rende più probabile un risultato migliore.
Questo tipologia di tecnica è utilizzata da nuotatori prima di partire, dai tiratori con l’arco prima del tiro, da calciatori o rugbisti prima dei calci di punizione e così via.  Sono moltissimi gli atleti di altissimo livello che utilizzano la tecnica di visualizzazione, per esempio il tennista Rafael Nadal ha dichiarato che Inizia a pensare ad una partita importante dalla notte prima. Immaginando i punti che farà il giorno seguente.  Come possiamo notare, la visualizzazione è uno degli aspetti più importanti nella preparazione di una partita. Ma lo può essere anche dopo un allenamento. Quando torni a casa, molti dei concetti allenati con il coach rischiano di essere rapidamente perduti dalla memoria. La memoria visiva può ricoprire un ruolo fondamentale, infatti qui, le lezioni possono essere ripetute quante volte vuoi e far sì che rimangano impresse nella tua mente.  
(Ti invitiamo a leggere: FOCALIZZARE L'ATTENZIONE DOVE VOGLIO... ECCO COME)

Ecco alcune tecniche di Mental Training:
1) Focalizzazione dell’attenzione e concentrazione (Focusing)                                    Imparare a concentrarsi sul suo compito per periodi sempre più lunghi impedendo ai fattori distraenti interni (pensieri negativi, demotivanti, paura , ansia etc..) e a quelli esterni (rumori, luci , eventi metereologici etc…) di distoglierlo dalla prova.  
2) Incremento della motivazione e dell’autostima                                                             Una maggiore fiducia in se stessi e nelle proprie possibilità è la condizione indispensabile che aiuta ad elevare il grado di motivazione dell’atleta aumentando le chances per la garanzia di successo. Questo processo deve dirigersi verso un percorso in cui la stima, l’approvazione e la sicurezza venga effettuata guardando all’INTERNO della persona piuttosto che all’ESTERNO fino a comprendere di potere essere una persona-atleta valida, anche se gli capita di commettere errori.  
3) Formulazione degli obiettivi (Goal setting)                                                                  Definire una scala di obiettivi a lungo, medio, breve termine deve diventare una delle prassi che consente di pianificare in modo dettagliato tutti quei traguardi che ci si prefigge di raggiungere. Essi devono presentare difficoltà progressive ma nello stesso tempo essere raggiungibili e focalizzati sulla prestazione più che sul risultato!  
4) Abilità immaginativa (Imagery)                                                                                           Allenarsi attraverso la rappresentazione mentale di immagini visive che vanno a stimolare ciascun senso (visivo, uditivo, sonoro, etc...) significa impegnare il soggetto sul piano emozionale e su quello cognitivo. Attraverso i processi di visualizzazione - come ad esempio si può fare osservando altri atleti durante una performance sportiva con video ripetuti, concentrandosi sulla ripetizione delle singole sequenze di movimento

  • è possibile svolgere un training “ideomotorio” anche definito
  • “imagery” di grande efficacia per la prestazione.


5) Gestione dell’attivazione fisiologica (Gestione dell’Arousal)                            Quando si deve effettuare una prestazione, l’organismo si predispone mettendo in azione una serie di processi fisiologici che si caratterizzano con il termine “aurosal”; uno stato di attivazione in cui si assiste all’aumento della vigilanza e dell’attenzione, con una maggiore frequenza cardiaca, attività respiratoria, circolatoria e muscolare. È importante che l’atleta attraverso un allenamento specifico riesca a controllare e gestire al meglio e secondo le necessità lo stato di attivazione e di disattivazione.  
6) Rilassamento                                                                                                                              Le tecniche usate maggiormente sono il training autogeno o il rilassamento progressivo di Jacobson per consentire al soggetto di prendere coscienza del proprio stato di attivazione, per gestire situazioni di stress o ansia e per prepararlo alle attività immaginative e di visualizzazione.
7) Gestione dell'ansia pre-agonistica e delle situazioni stressanti                     Vengono utilizzate tecniche di gestione dell’ansia pre-gara come ad esempio il rilassamento e la desensibilizzazione sistematica che si apprende sotto la guida esperta di uno psicologo dello sport e da applicare e svolgere man mano in maniera autonoma. Lo stress subentra quando si ha la percezione di uno squilibrio tra le richieste (sfida) e ciò che invece ci si sente in grado di poter fare (livello delle abilità). Può coinvolgere l’atleta come l’allenatore; le tecniche adottate a tale scopo sono lo “Stress Inoculation Training”, la Desensibilizzazione Sistematica e la Ristrutturazione Cognitiva.  
8) Comunicazione                                                                                                                          Essere coinvolto nella gestione dell’attività sportiva che lo riguarda all’interno della Federazione di appartenenza; ciò si esplica nella necessità di creare un dialogo tra tutti i soggetti coinvolti attraverso momenti di incontro tra gruppi di atleti, con l’allenatore e con i dirigenti.
Queste strategie di allenamento mentale contribuiscono a migliorare le prestazioni evitando il sovrallenamento fisico, che spesso è responsabile di infortuni e abbandoni improvvisi.