Marta Masolini

LA SCELTA DELLA CREMA SOLARE

2019-04-15 13:55:37

Mancano poco più di due mesi all’inizio dell’ESTATE e credo sia doveroso sapere qualcosa in più sulle CREME SOLARI che andremo ad acquistare per poi essere liberi di crogiolarsi al sole!

Dobbiamo anzitutto renderci conto è che è sbagliato utilizzare le stesse creme acquistate l’anno scorso. Viene spontaneo per ridurre gli sprechi ma la nostra pelle non sarà protetta a dovere.

Perché? Avendo portato la crema in spiaggia è stata esposta al calore e quindi le sue caratteristiche chimiche si sono modificate, in ogni caso i cosmetici hanno una data di scadenza dopo che il prodotto è stato aperto e di solito equivale a 6/12 mesi. C’è poi la possibilità che il luogo delle vacanze sia diverso e incida sulla scelta della protezione oppure a distanza di un anno può essere che noi siamo diverse e la nostra pelle può reagire in maniera insolita.

Al momento dell’acquisto, la prima cosa che tutti guardiamo è il numerino sulla confezione della crema, chiamato SPF. Credo che non tutti sappiano però che quel numero che indica la protezione si riferisce solamente alla protezione nei confronti dei raggi UVB e non dei raggi UVA.

I raggi Uva sono quelli maggiormente presenti, ma non ci fanno scottare, penetrano più in profondità nella pelle e sono i responsabili dell’invecchiamento precoce perché danneggiano le strutture che sorreggono la pelle.

Nessuna crema garantisce una protezione totale e infatti la Comunità europea ha chiesto ai produttori di evitare scritte sui barattoli come: “protezione totale” e di non superare il valore di spf 50+. Inoltre, la protezione per i raggi UVA dev’essere esplicitamente indicata, con la dicitura UVA-PF.

Gli UVB invece sono pochi, perché bloccati già dallo strato di ozono, ma sono proprio loro i diretti responsabili delle scottature perché rimangono sullo strato più superficiale della pelle.

L’Spf di una crema solare, non indica il tempo in cui si può stare esposti al sole prima di scottarsi, ma indica la quantità di energia fermata dal filtro. Vi faccio un esempio pratico:

Una crema con protezione 50, non dice che possiamo stare al sole per un tempo 50 volte superiore a quello previsto per scottarci, ma dice che la crema farà passare un cinquantesimo delle radiazioni Uvb (il 2%) e quindi, saremo protetti per il 98%.

Se fosse una questione di tempo, non sarebbe uguale per tutti, perché ogni persona ha un diverso fototipo che determina la facilità con cui la pelle si arrossa e si scotta, ma oltre a questo esistono altre due variabili da tenere in considerazione: la quantità dei raggi solari nelle diverse fasce orarie e nelle diverse zone del pianeta e l’evaporazione dei filtri presenti nelle creme, una volta applicate sulla pelle infatti, causa sudore, acqua, sfregamento con asciugamani, questi filtri vengono meno.

Da esperimenti fatti poi, è emerso che applichiamo troppa poca crema e non con l’adeguata frequenza.

La dose adeguata sarebbe di 2 milligrammi per ogni centimetro quadrato di pelle. Su una persona di altezza e corporatura normale quindi, è stato calcolato che la dose giusta sarebbe di 30 gr di crema, questo vorrebbe dire che un flacone medio di crema solare basterebbe solo per 6 applicazioni.  È emerso che tendiamo ad applicare da un quarto a metà della dose corretta e questo si traduce in una riduzione drastica della protezione. Il risultato migliore in termini di protezione, si ha applicando la crema almeno mezz’ora prima dell’esposizione al sole e riapplicandola appena arrivati in spiaggia, in modo da raggiungere una buona protezione su tutta la superficie del corpo. Sarebbe bene poi rimetterla ogni due ore e soprattutto dopo ogni bagno in acqua.

La responsabile dell’abbronzatura è la melanina, la quale si può presentare in due forme, l’eumelanina e la feomelanina. Una persona chiara, con capelli biondi ha un eccesso di feomelanina, mentre una con carnagione olivastra, capelli scuri, occhi scuri, ha più eumelanina. Questa differenza è determinata geneticamente e sta alla base della capacità della pelle di rispondere ai raggi solari. Questo significa che non si abitua la pelle al sole, una persona chiara non potrà mai diventare molto scura perché la sua pelle non produrrà più di tanto eumelanina.

Il sole infatti, stimola le cellule a proteggersi producendo l’eumelanina come difesa, quest’ultima determina la pelle scura e quindi possiamo considerare già l’abbronzatura come una sorta di filtro solare naturale, equivale ad un SPF 2, filtra quindi solo il 50% dei raggi UVB dannosi. Questo significa che anche le persone scure devono assolutamente mettersi la crema.