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MAGNUS è l’app che permette di riconoscere le opere d’arte con una foto!
L'hanno definita lo Shazam della Pittura. In questo articolo spiegato il funzionamento. (Il quadro nella foto, per chi fosse interessato, è "La Persistenza della memoria" che Salvador Dalì compose nel 1931 nel suo "retiro" spagnolo di Cadaques, oggi conservata al Museo di Arte Moderna di New York.
Quante volte vi sarà capitato di trovarvi davanti ad un’opera d’arte in una galleria o per le strade di una città e di non conoscerne il titolo né l’autore?
Esiste un app in grado di rispondere a queste domande e di fornirvi queste e tante altre informazioni su quell’opera: si chiama Magnus e funziona proprio come Shazam, la famosa app che permette di riconoscere qualsiasi canzone che state ascoltando, ma per l’opere d’arte.
Quest’app si basa su un meccanismo di riconoscimento molto semplice: basta semplicemente puntare lo smartphone sull’opera di fronte alla quale ci troviamo e dopo pochi secondi appariranno sullo schermo del nostro dispositivo una serie di informazioni utili: titolo, nome dell’artista, materiale e dimensioni e il prezzo o la somma richiesta dalla galleria per l’acquisto.
Il valore delle opere è stato introdotto in un secondo momento su richiesta degli utenti stessi dell’app: questi possono assegnare un prezzo all’opera che, di volta in volta, dev’essere verificato dal team di Magnus. Il prezzo può essere anche modificato dall’utente in un secondo momento.
Fondata nel 2013, il nome deriva dal suo inventore, Magnus Resch, sviluppatore di origine tedesca oggi residente a New York, già conosciuto per aver realizzato un database vastissimo volto a raccogliere tutte le opere d’arte contemporanea, Larry’s List, che ad oggi comprende oltre 8 milioni di titoli, e un libro che indaga sul funzionamento e le problematiche di gestione delle gallerie d’arte, Management of Galleries.
Realizzare questo progetto non è stato facile perché, a differenza di chi cataloga musica, chi raccoglie opere deve svolgere un lavoro più complesso. Infatti al mondo esistono molte più opere d’arte che canzoni. Ci sono voluti tre anni per catalogare le 8 milioni di opere che oggi Magnus è in grado di riconoscere.
Un altro aspetto molto interessante riguarda la creazione e il mantenimento del database che Resch ha strutturato sul modello del crowdsourcing. “Gli utenti ci forniscono le immagini; scattando una foto con l’app e aggiungendola al database” spiega Resch. “Il nostro lavoro consiste nel tenere il database pulito e aggiornare i prezzi delle opere. Già oggi possediamo il più grande database di arte contemporanea gratuito e utilizzabile da chiunque”.