Marcella Leucci

Ogni essere vivente ha un moltitudine più o meno elevata di essenze o entità che gli gira intorno e che in qualche modo lo aiuta a governare la propria esistenza. A parte il proprio Angelo ( lo chiamo così per semplificarne il concetto ma in realtà andrebbe definito Essere di Luce ) ognuno di noi ha al suo fianco anche 4 Guide Spirituali più alcune entità che per i più svariati motivi decidono di rimanere accanto alla persona. Oggi cerco di spiegare la sostanze ed il lavoro delle 4 Guide Preposte

Marcella Leucci

1. Le streghe non piagnucolano. Se vi lamentate sempre siete una pessima compagnia per chiunque – ma prima di tutto per voi stesse. Chi piagnucola presume di poter accampare un diritto a una vita diversa da quella che ha avuto, non apprezza ciò che di buono ha avuto e, soprattutto, non riesce a gustare ciò che di buono può ancora avere. 2. Una strega ha passione e anima. Il segreto è apprezzare quello che si ha e restare profondamente coinvolte nella vita. Senza preoccuparsi di essere giudicate inappropriate o eccentriche solo perché cercate di essere voi stesse e non vi volete conformare agli stereotipi dell’età. 3. Le streghe hanno il pollice verde. Non solo come giardiniere. Certo, una donna anziana saggia può far crescere una pianta, fiorire un bocciolo, curare un orto, abilità che riguarda tutte tranne me perché, come dice il compagno della mia vita, ho il pollice giallo. Ma può anche insegnare, aiutare, prendere sotto protezione donne giovani che hanno bisogno di sostegno. E sa anche proteggere il proprio tempo evitando che chiunque possa ritenersi in diritto di invaderlo in qualunque momento con i propri bisogni. 4. Le streghe credono nel loro istinto. Invecchiando si impara a prestare più attenzione a quel sottile senso di disagio, o di paura, che ci avrebbe tante volte evitato di compiere degli errori; sbagli commessi spesso anche solo per non essere giudicate sgarbate, snob, egoiste. Dopo una vita passata a prendersi cura degli altri affidati a noi, dovremmo aver imparato a chi affidarci e di chi fidarci. 5. Le streghe sanno fare buon uso della meditazione. Ripensare incessantemente alla lista delle cose da fare è un ricordo del passato. Ora si può ripulire la mente da preoccupazioni, sensi di colpa, rabbia. Concentrarsi sulle gioie e sulla bellezza è un privilegio. Una strega può dire ciò che vuole. Gloria Steinem sosteneva che le donne tendono a essere conservatrici quando sono giovani, e diventano via via più ribelli e radicali quando invecchiano, mentre agli uomini succede il contrario. Una strega, come Virna Lisi nella pubblicità del dentifricio (ve la ricordate?), può dire ciò che vuole. Ha imparato che il silenzio è tacito assenso e che ha perso molte occasioni perché troppe volte è stata zitta. 6. Le streghe scelgono con il cuore. Ogni scelta fatta per paura non serve ad altro che a diminuire le possibilità e le potenzialità. Se seguiamo quello che davvero, profondamente ci interessa, abbiamo la possibilità di crescere, indipendentemente da dove quel percorso ci porterà. 7. Le streghe non temono la verità. Ma sanno maneggiarla con giudizio. La verità è uno strumento pericoloso come un bisturi: può ferire, causare dolore o aiutare a guarire. Per le donne dire quello che gli altri vogliono sentire è quasi una seconda natura. Ma, spesso, non serve a nessuno, anzi, nutre e sostiene la fragilità. Una vera amica non ha paura di dire la verità quando davvero serve. 8. Le streghe sanno ascoltare il proprio corpo. Anche in relazione agli altri. Perché hanno imparato a leggere i sintomi, quello che il corpo veramente ci vuole dire: conoscete l’espressione “uno sfogo è uno sfogo?”. Uno sfogo fisico – che sia una dermatosi, il vomito, il mal di testa – spesso è uno “sfogo” mentale, il segno che qualcosa non va, che qualcosa va cambiato nella nostra vita. Anche a volte le frequentazioni. Perché le streghe sanno anche individuare le persone che ci ricaricano di energie e quelle invece che ne assorbono senza ridare nulla. E hanno imparato a cercare la compagnia delle prime e a evitare le seconde.

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Marcella Leucci

La bacchetta, come sappiamo, e' l' arma magica, parte del"quartetto elementale", corrispondente al Fuoco. Ed e' proprio partendo da questa corrispondenza di base che ho deciso di sviluppare la mia proposta, analizzando la lettera associata e via via ampliando sempre piu' il discorso in maniera logica e coerente, fino a giungere alle "ramificazioni" di uno strumento che, tradizionalmente, si e' sempre visto essere composto da un unica parte lignea - o metallica - nel caso dell' Ayurveda e della radioestesia, anche se in questi ultimi casi l'applicazione e' diversa e non finalizzata all' utilizzo in un rito magico propriamente detto. Le bacchette La bacchetta è un estensione del braccio che viene usato tipicamente per concentrare energia in un singolo punto e creare simboli in aereomanzia anche usata per trasferire aurea ad oggetti e molto altro. Vediamo i tipi di legno usati: - nocciolo, il legno " da bacchette" per antonomasia, se ne aumenta l efficacia con l aggiunta di Rame o di Argento, ottimo conduttore di energie anche l Alluminio. -sambuco, usato sopratutto dalle streghe, quando è stato tagliato da poco il midollo si rimuove facilmente rendendo possibile inserire una bacchetta di rame (condensatore di energia). - mandorlo usato nella Magia cerimoniale insieme al nocciolo, è necessario tagliare un ramo che non abbia mai dato frutto. Come nel nocciolo, i Maghi Cerimonialisti e Ritualisti usano inserire nella bacchetta di mandorlo un ago di ferro magnetizzato. - melo anch'esso tipicamente stregonesco, dato che il melo è un albero sacro alla tradizione celtica. - salice, come il melo è legato alla Dea quindi albero sacro per le Streghe - sorbo, un albero con una lunga tradizione legata alla stregoneria. - quercia, l'albero dei Druidi. Per i Greci e i Romani era sacra a Zeus/Giove. Per raccogliere il legno si usa l'Athame o spada cerimoniale. Recitando: "Spiriti della natura perdonate il mio gesto Accogliete la mia supplica e posate gli occhi al mio perdono per la richiesta che vi pongo Oh albero infinitamente puro non sono degno Del tuo aiuto Ma porgimi una tua parte affinchè io e te saremo uno Grande spirito della terra porgi il tuo sguardo e giudica il mio gesto che non è per comando o lussuria." Tagliate una piccola porzione e ricavatene una bacchetta a vostro piacimento e decorazione. Completata la bacchetta va battezzata e purificata , consacrata secondo la dottrina seguita ad una vostra Divinità o Entità. La Bacchetta può essere fatta da noi stessi o può essere acquistata da qualche esoterista di fiducia, e va ritualizzata al proprietario a cui andrà l oggetto con il Battesimo Sacrale nel quale prenderà il suo Nome Unico e Potenziatore. I grimori ci insegnano a procurarci la Bacchetta tagliando con un solo e singolo colpo il ramo di un albero che risulti il piu' adatto per forma e lunghezza, e il piu dritto possibile. A seconda del grimorio o della tradizione locale, ci viene suggerito talora il ramo di un Nocciolo, quello di un Noce, di un Frassino, di una Quercia o di una Betulla, o anche di Mandragora. Questi alberi ovviamente non sono scelti a caso, sono tutti connessi a particolari pianeti, ognuno evidenzia un diverso aspetto, e quindi a diverse applicazioni a seconda dello scopo del rituale. Si potranno quindi avere piu' bacchette, di cui servirsi in funzione del tipo di rituale. Molti maestri pero' sono concordi nel considerare le armi magiche come un qualcosa di unico, che comincerà ad essere "caricato" durante la costruzione stessa, e che verrà consacrato una volta completato, venendo cosi' "votato" al compimento della Grande Opera (o al raggiungimento del traguardo spirituale-iniziatico, se si preferisce), oltre che a quel particolare aspetto-ingrediente essenziale, in questo caso alla forza di volonta', insieme a tutti gli altri elementi dell' instrumentaria, altrettanto importanti ed indispensabili, costituendo cosi' l' insieme del quartetto elementale: indispensabili, essenziali e basilari sia dal punto di vista meramente pratico-rituale operativo, sia da quello simbolico.

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