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Cosa stiamo imparando dall’emergenza Covid-19

2020-04-25 15:07:57

Chi più chi meno, tutti in questo periodo particolare stiamo facendo sacrifici. Eppure, questa crisi non ci sta solo togliendo. Ci sta anche dando una possibilità: quella di scoprire emozioni e aspetti della nostra quotidianità di cui prima non capitavamo l’importanza, e di cui potremo fare tesoro.

Le esperienze positive da cui trarre insegnamento


Aiutarci l’un l’altro: stavamo dimenticando cosa significa “esserci per gli altri”, eravamo tutti troppo presi dal nostro individualismo e dall’egocentrismo. Oggi, durante l’emergenza sanitaria a causa del Coronavirus, c’è chi ha iniziato a fare la spesa per i vicini di casa, chi offre cibo a medici ed infermieri, chi a tenere compagnia ad amici lontani con lunghe telefonate. Stiamo riscoprendo l’importanza di valori come l’umanità, l’empatia, la solidarietà.

La crisi ci sta insegnando anche a chiedere aiuto: ora ci ritroviamo tutti ad avere necessità dell’appoggio altrui. Stiamo così imparando che le richieste di aiuto non sono disdicevoli o umilianti.

Accettare le fragilità: stiamo imparando a far emergere gli schemi personali basati su umanità ed empatia, senza nascondere la nostra parte più vulnerabile, quella che fino ad oggi tendevamo a non far venire a galla.

Rallentare: “Non ho tempo”, “E’ tardi”, “Sbrigati”: prima eravamo soliti pronunciare frasi come queste tutti i giorni, continuamente. Avevamo talmente tanti impegni da correre senza sosta fino a sera, quando tornavamo esausti a casa. Ora che non dobbiamo andare da nessuna parte, abbiamo imparato a rallentare, a rimandare le cose non urgenti per dedicarci a quelle importanti, a prendere fiato e a fermarci. Stiamo cominciando a riflettere più a fondo sulle cose, a fare progetti per il futuro, a coltivare le nostre passioni ed anche ad oziare. Stiamo capendo adesso che quelli vuoti possono essere momenti in cui semplicemente “siamo”, viviamo, ci prendiamo cura di noi.

Guardare il mondo con occhi diversi: nella nostra “vecchia” vita raramente trovavamo il tempo per osservare un cielo stellato o un fiore che sbocciava. In questa quarantena, invece, stiamo tornando a dare importanza ai dettagli (del resto abbiamo più tempo a disposizione e meno fonti di intrattenimento). Non siamo più abbagliati solo dalla bellezza eclatante e appariscente, ma ci stiamo allenando a trovare anche la bellezza meno ovvia, quella nascosta nelle nostre case e nelle nostre vite.

Prenderci cura di noi stessi: la pandemia ci ha fatto capire che la salute viene prima di tutto. Sapere di essere in pericolo e di poterci ammalare ci ha portato a ridimensionate gli altri aspetti della nostra vita. Mai come ora è evidente che la cosa che davvero conta è stare bene. In queste settimane abbiamo scoperto il valore del nostro corpo: abbiamo capito che è l’unico posto in cui viviamo, e dobbiamo prestare attenzione ai più piccoli segnali che questo ci invia. Dobbiamo essergli grati ogni giorno per la nostra salute.

Sentirci parte di un “tutto”: probabilmente per la prima volta dopo tanto tempo stiamo provando un senso di patriottismo diffuso e sentiamo che ciascuno di noi può e deve dare il proprio contributo. Il senso di comunità, di appartenenza e di fratellanza che stiamo provando ora ha un effetto protettivo, è un valido antidoto contro individualismo e narcisismo.

Rinunciare al superfluo: ora che non possiamo più muoverci liberamente, che non possiamo mangiare qualsiasi cosa al momento in cui vogliamo, abbiamo scoperto che molte delle cose che prime ci sembravano indispensabili, in realtà non lo sono affatto. Stiamo imparando ad essere più parsimoniosi e un po’ meno consumistici. Il lockdown ci sta insegnando la “felicità del meno”, e ad essere più essenziali. Stiamo tornando ad apprezzare il valore di pulizia e riordino, facendo spazio sia fuori che dentro di noi.


Migliorarci e adottare strategie di problem solving: non possiamo più uscire con gli amici? Abbiamo organizzato cene a distanza. Non ci è permesso di andare in palestra? Abbiamo ideato dei circuiti di allenamento da fare in casa. Non abbiamo la possibilità di andare al ristorante? Ci stiamo improvvisando cuochi. Questa crisi sta allenando la nostra capacità di problem solving, imparando a non bloccarci di fronte ai problemi, ma ad approcciarli da più angolazioni, in modo da trovare la soluzione più giusta per risolverli. Fra le armi che stiamo utilizzando in quarantena c’è anche l’ironia. Questa dote ci aiuta a ridimensionare le situazioni e a dare loro il giusto peso, a ritornare nel presente senza farsi travolgere.