Francesco Maldera

Top Founder Executive

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I Dolci dei “Morti” ma per i vivi (i dolcetti della tradizione Italiana)

2019-11-01 14:17:26

Ieri era la festa di Halloween mentre domani sarà la commemorazione dei defunti, nel mezzo la giornata di “Ognissanti” e le mille polemiche tra i sostenitori di una delle feste “pagane” più amate dai bambini e i più ortodossi sostenitori della tradizione di casa nostra.


In verità in Italia sono sempre esistite usanze e riti divenute poi appannaggio della festa di Halloween.

Nella nostra penisola in queste giornate venivano preparate prelibatezze e pietanze per i defunti , che solitamente rientravano nelle comunità di appartenenza trovando ad aspettarli Zucche riempite di vino focacce e dolci.

Nella regione Calabria mettevano a disposizione dei defunti addirittura un mazzo di carte per potergli far riassaporare i piaceri della vita 


E si sa, i piaceri della vita passano soprattutto per le cucine che durante il periodo delle commemorazioni dei defunti diventano veri e proprio centri di produzione di dolci e leccornie.

E mentre oltreoceano Jack-o’-Lantern dà forma e colore a quasi tutti i dolci tipici di questo periodo dell’anno, l’Italia si dimostra ancora una volta una terra variegata con ricette fantasiose per forme e ingredienti.

“Pane dei Morti” 

Pan di spagna, nocciole, mandorle, miele, uva sultanina e spezie varie) è senza dubbio il dolce più diffuso in Lombardia ed in particolare in Valtellina dove , raccontano gli anziani, veniva distribuito durante i funerali quale simbolo di “evangelica carità”

Ingredienti del Pan dei Morti

  • 200 gr di amaretti
  • 100 gr di zucchero semolato
  • 70 gr di fichi secchi
  • 40 gr di uvetta
  • 40 gr di mandorle
  • 2 albumi
  • 4 cucchiai di canditi all’arancia
  • la punta di un cucchiaino di cannella
  • 1 cucchiaino di lievito per dolci
  • ostie (facoltativo)


Ossa dei Morti 

 Il nome, decisamente macabro,   di un altro dolce tipico di questo periodo. Conosciute anche con il nome di Crozzi ‘i mottu, Morticini, Oss ed Mort, Morticeddi o Scardelline ,  le Ossa dei Morti esistono in differenti varianti: glassate in Emilia Romagna, aromatizzate con i chiodi di garofano in Sicilia, a base di mandorle e limone in Toscana, morbidi biscotti in Lombardia. 

Fave dei Morti

Secondo la tradizione, le fave con le loro lunghe radici consentivano, per forma e colore ( soprattutto del bellissimo fiore) , il contatto con il mondo dei morti ed erano presenti nelle cerimonie funebri dell’Antica Roma e in Grecia. Dalla forma schiacciata e quasi tondeggiante, inizialmente le Fave dei Morti erano realizzare con farina di fave, poi sostituita con le mandorle. 

Grano dei Morti: il Ciceccuòtte è di buon auspicio 


Una ricetta che si tramanda da generazioni; veniva preparato dalle famiglie che, dopo aver bollito il grano per la ricetta, lo facevano benedire e poi veniva  distribuito ai bambini per la vigilia Dei Morti oppure lo si lasciava sulla tavola apparecchiata per i Defunti. Una preparazione ricca di significato: il grano è auspicio di rinascita e il melograno simboleggia l’abbondanza e il buon augurio 



I CAVALLI DEI MORTI

Trentino Alto Adige le campane risuonano per richiamare le anime alle tavole lasciate imbandite. Tovaglia e piatti rimangono così illuminati dalle “brase” dei focolari. Non è raro trovarvi in bella vista i “cavalli dei morti”.  Grosse pagnotte dolci. Il riferimento ai cavalli sembra risalire al culto greco della dea che accompagnava i morti nell’oltretomba, Epona, protettrice appunto dei cavalli. 

La piada dei morti

Ogni anno ad ottobre, in Romagna arriva il momento in cui nei forni è possibile acquistare un dolce tipico che ricorda non solo le tipiche sagre paesane ma anche la Festa dei Defunti. La Piada dei Morti inizia ad essere cucinata da metà ottobre e fino a tutto il mese di novembre. I suoi ingredienti sono farina, zucchero, pinoli, uva sultanina, noci e un bicchiere di vino rosso. E’ un dolce semplice che va gustato dopo pasto con un buon bicchiere di vino o per colazione con una buona tazza di caffè. 

PAN COI SANTI 

Farina, noci, miele, strutto, uvetta e pepe nero si amalgamano in una grossa forma di pane dolce che i toscani non si limitano a infornare per la festa dei morti, continuando a gustarlo fino alla fine dell’Avvento. 

LE FANFULICCHIE 

LECCE , Sono riccioli di zucchero caramellato attorciglilati, tradizionalmente al sapore di menta. Si vendevano ai banchetti soltanto l’1 e il 2 novembre. Insieme alle fanfulicchie si vendevano anche giocattolini di legno. 

MANI, DITA DI APOSTOLO E PUPI SICILIANI 

Patria delle celebrazioni e vera matrioska culinaria non c’è davvero di che stupirsi se in Sicilia  non troviamo una sola specialità tradizionale del dolce dei morti. In un’ideale giro dell’isola troviamo sulle tavole catanesi gli ‘nZuddi (i Vincenzi), biscotti nati nel convento delle Suore Vincenziane di Catania. L’impasto? Mandorle, farina, miele e cannella. A Messina ci sono biscotti croccanti alle mandorle chiamate piparelle, da inzuppare nel liquore. E un po’ ovunque spuntano nelle cucine i pupi di zucchero a evocare gli avi della famiglia, o i panini dolci a forma di mano. 

O’ MORTICIELLO 

Un sorriso che ci arriva da Napoli e dal suo proverbiale sarcasmo distribuito anche nell’arte pasticcera. Si parla infatti di torrone. Ma nella versione proposta in questa ricorrenza il torrone non è morbido e non c’è traccia di miele nell’impasto. L’ingrediente comune è infatti il cioccolato con le sue varianti: al caffè, al gianduia o alla crema di nocciole. Il dolce viene servito a fette e per l’associazione irriverente a una cassa da morto viene chiamato esplicitamente O’ Morticiello. 

Pabassinas

Dolci ordinari del nuorese ma diffusi in tutta l’isola che si preparavano originariamente per la festa di Ognissanti con farina, mandorle, zucchero, noci, strutto, uvetta, uova e latte. Vengono chiamati anche papalini e venivano offerti ai bambini che vagavano di casa in casa la sera del 31 ottobre chiedendo pace per le anime del Purgatorio.