Luigi Mancini

Vorrei scriverti una lettera d'amore, affidarla alla tua migliore amica, se solo sapessi dove abita, ora, se solo sapessi dove abiti, Anna, dopo tutti questi treni, tutte queste sere, tutte queste andate, tutti questi ritorni dagli indirizzi sbagliati. Luigi Mancini

Luigi Mancini

Erano i tempi delle Reebok, delle sigarette in compagnia e delle gambe penzoloni dai muretti di pietra. Luca e Anna, quindici anni e una Napoli Criminale che pesa sulle loro spalle come una condanna, si amano, si graffiano e si perdono l’uno dentro l’altro e si odiano mentre si amano. Nel profondo. Combattendosi pur di rimanere in piedi, di resistere alla violenza del loro sentimento. È un demone, l’amore per Anna, ed è un demone anche la droga che, voluttuosa e sadica, stringe tra le sue dita l’esistenza di Luca. Osteggiati dai genitori di lei, i due si feriscono, si odiano, si lasciano, ma senza dimenticarsi mai. Destinati in qualche modo a incontrarsi per sempre, in una realtà che solo gli amanti possono vivere. Certi incontri accadono proprio mentre l'uno si chiede dell'altra, e non hanno luoghi, ma un punto esatto, al di là di tutte le cose. È il punto esatto di due anime.

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Luigi Mancini

Quando iniziò a piovere, ci riparammo di fretta, e quel portone, ne sono certo, ancora conserva il buonissimo odore dei suoi capelli bagnati. Leggevo i brividi sulle sue braccia; indossava un vestito assai breve, ancora devoto alle gioie nude dell'estate, io avevo scelto una giacca leggera, me la tolsi e gliela posai sulle spalle; fu così che si accorse di un pezzo di carta in una delle tasche, si trattava di una poesia che avrei voluto darle, prima o poi, che avevo portato con me per tutti i viali di quei velocissimi mesi estivi, ma non avrei mai voluto accadesse in quel modo, a pochi centimetri dalle sue emozioni, senza possibilità alcuna di fuggire via, in quel settembre inoltrato che pareva spiarci nei pensieri. Provai a impedirle la lettura, ma si mise di spalle, nell'angolo più lontano, a leggere le parole che avevo scritto per lei, avvolta in un silenzio di pioggia, veranda e asfalto. Prima che finisse, prima che si voltasse, sbattendomi in faccia quelle onde verdi che erano i suoi occhi, le dissi: «la poesia ha il valore di una foglia che cade, Anna.» Si voltò di scatto: «Per me, Luigi, una foglia che cade ha un valore inestimabile.» Luigi Mancini

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