Lucia Daminato

Founder Junior

Il Fisco a caccia dei furbetti: partito l'Evasometro

2019-09-09 10:19:50

Partito dopo Ferragosto, l’Evasometro che andrà a scavare nei conti bancari degli italiani, è pronto a colpire anche le persone fisiche dopo una fase sperimentale.

Come funzionerà 


L’Evasometro, infatti, permetterà di incrociare i dati presenti nel conto corrente, saldi e movimenti, con la dichiarazione dei redditi. Il nuovo Governo dovrà fissare i paletti e applicare i filtri anche per evitare indagini impopolari. Per adesso l’ipotesi più probabile è che l’algoritmo scatterà quando si verificherà un discostamento del 20-25% tra il saldo di fine anno del conto e quanto dichiarato. A quel punto saranno anche valutati altri dati visto che soltanto l’algoritmo non basterà a far accendere la cosiddetta luce rossa. Ad esempio bisognerà valutare se il soggetto, in quel periodo, ha ricevuto ad esempio un’eredità o venduto casa. Appare chiaro che in questa prima fase l’evasometro si concentrerà maggiormente su casi limite e comunque ci sarà sempre l’occhio umano a vigilare. 



Cosa l’Agenzia delle Entrate controllerà


A far scattare il rischio evasione ci saranno alcune variabili come i saldi in entrata e uscita, le giacenze medie e i flussi in entrata e uscita ma anche altre fonti di reddito. Occhi puntati anche su carte di credito, conti deposito e prodotti finanziari e obbligazioni. Si potrà andrà a scavare fino al 2014 per quanto riguarda le persone fisiche fino a diventare sempre più efficiente. 



L’evasomentro si aggiunge ad altri strumenti come il redditometro (sospeso lo scorso anno dal Decreto dignità ma ancora in vigore per gli anni arretrati fino al 2015), sicché gli uffici delle Entrate potranno ricostruire in modo sintetico il reddito non dichiarato, facendo leva su gli indicatori soprattutto di spesa. A questo scopo, chi controlla ha già a disposizione un database enorme messo a punto dalla Sogei (che mette insieme le comunicazioni bancarie e altri dati utili) attraverso cui effettuare l’incrocio e la selezione dei contribuenti ritenuti a rischio.

Peraltro, senza sottovalutare le tutele per questi ultimi, come messo nero su bianco sempre dall’Agenzia, con i quali va «instaurato il contraddittorio, invitandoli – spiega la circolare – a comparire di persona o tramite rappresentanti per fornire dati e notizie rilevanti ai fini dell’accertamento nonché avviare, in caso di accertamento, il procedimento per adesione».