Luca Sansone

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Ogni anno nel mondo almeno 6 milioni di morti premature per inquinamento

2019-03-20 08:09:18

Un rapporto delle Nazioni Unite raccoglie in un unico volume tutti i pericoli che corre il Pianeta: dallo smog alle diseguaglianze, dalla perdita di suolo fertile al clima. E avverte: "Cambiare รจ possibile, basta volerlo"

Madre Terra ha appena ricevuto un pessimo bollettino medico da parte delle Nazioni Unite e il gruppo di scienziati che ha eseguito le analisi non le ha voluto certo risparmiare le brutte notizie.

Si tratta in particolare dei risultati della sesta edizione del Global Environmental Outlook, un compendio di 708 pagine di tutte le malattie del Pianeta pubblicato in occasione della conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente.«La scienza è chiara», ha spiegato in un incontro con la stampa Joyce Msuya, direttore esecutivo di UN Environment, il programma ambientale delle Nazioni Unite. La sua forza non sta nell'avere scoperto cose nuove, ma nell'averle assemblate insieme in una raccolta profondamente sconcertante. «Il tempo per prevenire gli effetti pericolosi e irreversibili dei cambiamenti climatici si sta esaurendo»,afferma il documento, avvertendo che il mondo si avvia a superare di un grado la soglia dell'aumento delle temperature fissato dall'Accordo di Parigi. 

Complessivamente la Terra soffre per il degrado del suolo, per la perdita di biodiversità, per l'inquinamento dell'aria, del terreno e dell'acqua, per gli effetti dei cambiamenti climatici e deve prevenire e saper gestire futuri pericoli e disastri. Un'estinzione di massa è in corso compromettendo la capacità globale di fare fronte alle necessità umane«, avverte ancora il documento. La biodiversità contribuisce a regolare il clima, filtra l'aria e l'acqua, crea terreno fertile e mitiga gli effetti dei disastri naturali, spiega il gruppo che ha redatto il rapporto. Ci avviamo a diventare 10 miliardi entro il 2050. 

Senza »urgenti e profondi cambiamenti nel modo di produrre e di consumare, questa crescita demografica andrà avanti e il Pianeta non sarà in grado di sostenerla. «Così come per la Terra nel suo complesso, 10 abitanti su 14 hanno assistito a una diminuzione della produttività della vegetazione. Il 40% delle zone umide è andata perduta a favore dello sviluppo agricolo e urbanistico a partire dagli anni '70. I cosiddetti hot spot dove ora non è più possibile far crescere derrate facilmente rappresentano attualmente circa il 29% di tutte le superfici agricole. »

Nella maggior parte delle regioni la qualità dell'acqua è peggiorata significativamente a partire dal 1990, avvelenata dall'inquinamento chimico. Il rapporto indica anche diversi modi per alleviare le sofferenze del Pianeta e molti di questi prevedono il ricorso a tecnologie che già esistono. Per citarne uno, la perdita di biodiversità e il degrado del suolo potrebbero essere fermati, sostengono gli autori, cambiando i nostri consumi, le pratiche agricole e ridistribuendo le risorse alimentari. Centrare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica significherebbe anche ridurre l'inquinamento dell'aria, che attualmente uccide prematuramente tra i sei e i sette milioni di persone l'anno. 

Joyeeta Gupta e Paul Ekins, che hanno supervisionato il rapporto, hanno spiegato in una dichiarazione che la Terra ha la possibilità di avviarsi su un percorso di sostenibilità.