Luana Di Marcantonio

Founder Senior

Qual’ è il paradosso per chi cerca lavoro e spera di non trovarlo ?

2019-03-17 09:15:35

Ciao Luana, ho fatto il colloquio ma la " tipa " che mi esaminava, mi faceva stranissime domande. Non capisco che importanza aveva sapere quali erano le mie precedenti occupazioni, che tipo di sport svolgo, mi ha chiesto se sono iscritta alle categorie protette, " assurdo. " Mi ha chiesto addirittura se avessi dei figli! Poi è arrivata la ciliegina sulla torta. Mi ha detto che il lavoro prevedeva 3 mesi di prova, al termine dei quali, se la valutazione fosse stata positiva, avrebbero valutato una eventuale assunzione. Quindi io dovrei lavorare 3 mesi senza sapere neanche se sarò assunta? È un'indecenza io ovviamente ho rifiutato! Ciao Luana, grazie per il lavoro che hai proposto a mia figlia. Settecento euro al mese per dieci giorni di lavoro è molto comodo per lei. Mia figlia però ha verificato la distanza tra casa e il lavoro, è troppa! ( due autobus. ) Io e mio marito lavoriamo e purtroppo non possiamo accompagnarla, ne' al mattino, ne' al pomeriggio. Per questa volta dobbiamo soprassedere e ATTENDERE CHE TU CI SEGNALI un' lavoro più vicino a casa. Lei proprio non se la sente di rientrare tutte le sera a casa ( ore 18.00. ) Ciao Luana, puoi aiutarmi a trovare un lavoro? RISP: " Si certo, inviami il tuo cv" Il mio cv? Ma io non ho il cv, puoi prepararlo tu per me? Inoltre posso lavorare solo fino al venerdì, il week- and devo riposarmi. Posso dare solo una disponibilità di 4 ore ( al mattino. ) Il lavoro deve essere vicino casa, la mattina c'è traffico. Per il Natale ho prenotato al Terminillo, dovrò prendere 10 giorni di ferie. Capodanno e il primo dell'anno sono ovviamente impegnata. Lo so' Luana che tu mi aiuti, perché sai che sono una persona fidata! Ciao Luana, non so' come ringraziarti. Mi ha contattato la compagnia aerea.........mi chiedono un'intervista. Mia madre stava per svenire, a mio mio padre stava per venire un'infarto, mio nonna ha detto che puo' morire in pace. Ho letto la mail che mi hai inviato. Non posso crederci, non mi sembra vero! Solo il tempo di inviare i documenti richiesti e mi segnaleranno la data del colloquio. Volevo chiederti un consiglio. Non ho al momento il tempo di fare tutti questi " giri " Andare a scuola e ritirare il diploma in originale, certificato medico, casello giudiziario, quindi volevo chiederti: " Ma se finisco l'università e poi li richiamo ? "

Il motivo

Ma non dimentichiamo che tale problematica non nasce a caso, ma per una reale mancanza di prospettive future che i giovani percepiscono ormai fin dall'inizio delle scuole superiori.

Gia di per sé è contraddittorio, in una società civile contemporanea, che il fatto di offrire contratti e stipendi regolari venga sottolineato come fosse qualcosa di non ordinario. Come se la regolarità in fondo - nella realtà - fosse un'eccezione alla non-regola, pratica invece dilagante. Questo indica che la problematica sociale del lavoro non può essere messa sulle spalle solo dei giovani, etichettati come incapaci e svogliati. Questo indica che le radici sono molto più profonde, sono culturali, e purtroppo affondano anche nella terra dell'attività imprenditoriale. Ma non dimentichiamo che tale problematica non nasce a caso, ma per una reale mancanza di prospettive future che i giovani percepiscono ormai fin dall'inizio delle scuole superiori.



Un dato impietoso ma non sorprendente, evidenziato questa volta dall’ultima analisi del Centro studi ImpresaLavoro, che ha stilato una vera e propria classifica dei tassi di disoccupazione dell’intera Europa e della loro crescita nel corso degli ultimi 12 anni.





 

Il trasferimento all'estero per cercare un lavoro

Sei giovani disoccupati su dieci non sono disposti a trasferirsi per trovare un lavoro. Quattro su dieci lo trovano dopo una “raccomandazione” di parenti o amici, mentre uno su quattro ha un lavoro a termine. E sempre uno su quattro lavora a orario ridotto, “nella maggioranza dei casi per l’impossibilità di trovare un’occupazione a tempo pieno”. È quanto emerge dal focus dell’Istat sui giovani nel mercato del lavoro, che sottolinea come tra coloro che sono usciti dal sistema di istruzione nell’ultimo biennio la quota di occupati in lavori atipici è del 51,7% per i laureati e del 64,4% per i diplomati.

“Quattro giovani disoccupati su 10, soprattutto laureati, sarebbero disponibili a trasferire per motivi di lavoro la loro residenza“, scrive l’istituto nazionale di statistica. Leggendfo il dato da un altro punto di vista, tre giovani su cinque non sarebbero dunque disposti a cambiare casa per trovare lavoro. “A parità di istruzione, le maggiori disponibilità a traslocare, anche all’estero, si riscontrano in giovani provenienti da ambienti familiari culturalmente più elevati“, annota l’Istat.

 

L'esercito dei scoraggiati

Molti  giovani e molte donne. Si compone così l’esercito degli scoraggiati italiani, cioè le persone disoccupate che non cercano più un lavoro, perché pensano di non riuscire a trovarlo. E’ una folta schiera di almeno 1,3 milioni di nostri connazionali (secondo i dati dell’Istat) a cui si aggiunge un altro milione e mezzo di inattivi, cioè persone che sono disponibili a lavorare ma che, per svariati motivi, in questo momento non si stanno muovendo per cercare un impiego.