Lo Spettacolo della Natura

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Hibiscus 📸

2019-06-17 12:40:18

L' Hibiscus è un genere appartenente alla famiglia delle Malvaceae. Nativo dell’Asia e delle isole del Pacifico. Il nome deriva dal greco e probabilmente fu assegnato da Dioscoride, noto medico dell'antichità, vissuto nel I secolo d.C.

Simbologia 

Introdotto in Europa nel ‘700 e negli Usa un secolo dopo, è ormai reperibile con denominazioni e significati diversi a seconda dell’area geografica: ‘Fiore di un'ora’, ‘Acetosa di Guinea’, ‘Rosa della Cina’, ‘Zinger rosso’, ‘Rosa malva’, ecc.

È ovunque considerato testimonianza di una ‘bella estate’, altrimenti non fiorirebbe. Di conseguenza, il dono di fiori di ibisco augura di trascorrere piacevolmente i mesi estivi.

In Europa, deriva dall'Era Vittoriana (1837-1901) l’attuale significato dell'ibisco di ‘bellezza delicata’ attribuito a questo fiore per la sua durata soltanto dal mattino al tardo pomeriggio.

Nel Nord America, è simbolico di avvenenza, fecondità, devozione della ‘sposa perfetta’.

Nella Lingua Giapponese, ‘hanakotoba’ significa â€˜dolce’: il fiore di ibisco dà il benarrivato amichevole a qualunque visitatore.

Comunemente diffuso nelle isole del Pacifico, il fiore di ibisco è il simbolo dello Stato delle Hawaii dal 1923. È tradizione donarlo in ghirlande a collana alle autorità statali e ai turisti in segno di benvenuto ospitale e, secondo un’antica credenza popolare, incita a cogliere le opportunità. Le donne hawaiane portano questo fiore tipico tra i capelli dietro l’orecchio sinistro, per mostrare il loro status di single, o dietro al destro, se impegnate, oppure dietro a entrambe le orecchie, quando vorrebbero un nuovo amore pur essendo già accompagnate.

In Cina, l’alberello di ibisco (‘Hibiscus rosa-sinensis’) incarna la ricchezza e la fama, mentre il fiore delicato rappresenta la ragazza non sposata.

In Corea del Sud, dove il fiore di ibisco (‘Hibiscus syriacus’, ‘Mugunghwa’) è l’emblema nazionale, identifica l’immortalità, nonostante la sua delicatezza, l’amore perpetuo nei matrimoni e l’invincibilità militare in guerra.

Introdotto sulla Penisola Malese nel XII secolo, l'ibisco cinese (‘Bunga Raya’, ‘fiore della festa’) è il simbolo della nazione (dal 1960), coniato e stampato su monete e banconote che, con i petali rossi, rappresenta la vita, il coraggio e la rapida crescita del Paese.

Proprietà e Utilizzo 

Con i fiori di ibisco (Hibiscus Sabdariffa) si prepara il "karkadè", una bevanda da gustare calda o fredda che si ottiene lasciando in infusione in fiori essiccati. Il delizioso tè senza caffeina, color rosso rubino, dal sapore intenso di frutti di bosco e limone, è noto in Italia, in Egitto e in Sudan. Già sorseggiato dai faraoni egiziani per rinvigorirsi dal caldo del deserto e ritenuto un afrodisiaco, si è diffuso come ‘Roselle’ o ‘Bissap’ in Africa occidentale, ‘Flor de Giamaica’ in Messico, ‘Gongura’ in India e in Brasile, e a livello internazionale.

Tra i malesi, il decotto di radici di ibisco era un rimedio tradizionale in caso di febbre e un collirio per occhi irritati; i fiori servivano da esorcismo contro le epidemie e le malattie. L’infuso di petali era utilizzato come espettorante nella bronchite. Si usava anche il decotto di fiori bianchi e rossi come antidoto al veleno. Il succo di fiori bianchi di ibisco era assunto in presenza di difterite. Le foglie venivano applicate in impacco per alleviare mal di testa, foruncoli, piaghe, gonfiori. I petali di ibisco rosa erano utilizzati per calmare le infiammazioni cutanee.

In India si impiegavano i fiori gialli per le proprietà lenitive e protettive; anticamente rientravano in preparazioni di profumi e balsami rinfrescanti.

Nelle Filippine, invece, la poltiglia di boccioli veniva applicata sui rigonfiamenti tumorali.

Fiori rossi di ibisco si mescolavano a semi di papaya ad uso abortivo in Olanda, dove le ostetriche aiutavano le partorienti con la mucillagine e il succo delle foglie di ‘Hibiscus Tiliaceus’.

All’ibisco venivano riconosciute proprietà medicamentose dalla fitoterapia cinese e indiana.


La medicina ayurvedica utilizzava i petali di ibisco, soprattutto della varietà a fiori bianchi e a fiori rossi, insieme ad altre erbe, per preparare un olio medicato per prevenire la caduta e l’ingrigirsi dei capelli, stimolarne la ricrescita e, in generale, per risolvere la forfora e altri problemi al cuoio capelluto; foglie e fiori ridotti in poltiglia con poca acqua diventavano un impasto schiumoso adoperato come shampoo condizionante; estratti di foglie e di fiori di ibisco erano un emmenagogo efficace per regolare il ciclo mestruale; con le radici si trattavano le malattie veneree e si preparavano miscele contro la tosse. 

Gli antichi testi ayurvedici riconoscevano ai petali di ibisco anche proprietà anticoncezionali.


 L’infuso dei petali di ibisco è uno shampoo delicato e ammorbidente per bambini in Polinesia, nel sud-est asiatico, nel centro e nel Sudamerica.


 I fiori erano adoperati per lucidare le scarpe in Giamaica, in Indonesia e in alcune nazioni africane, dove l’ibisco era denominato, infatti, il ‘fiore delle scarpe’. 


Dalla corteccia dell’ibisco (‘Hibiscus Canabinus’) si ricavano delle forti fibre che, nelle aree calde subtropicali, possono raggiungere fino a 3 metri di lunghezza e che sono impiegate per produrre tessuti grezzi, reti, carta e, in Polinesia, gonnelline di paglia e parrucche.

L’uso ornamentale delle piante di ibisco è diffuso per allestire siepi e file divisorie a fiori colorati lungo strade, autostrade e giardini: le varietà più comuni a questo scopo sono l'ibisco cinese, soprannominato la ‘Regina degli arbusti tropicali’, nelle aree tropicali e subtropicali, e l'Hibiscus Syriacus (‘Rosa di Althea’ o ‘Rosa di Sharon’) nelle zone temperate.