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LA LAMPREDA

2019-02-12 14:37:16

Tutti, nel Regno Unito, lo conoscono come “il pesce che uccise il re”. Enrico I d’Inghilterra, infatti, noto per la sua lussuria, pare sia morto per una dose eccessiva di questo pesce dall’aspetto inquietante, simile a un’anguilla e con un tunnel al posto della bocca, circondato da denti aguzzi come quelli degli squali.Una sorta di mostro marino, insomma, molto comune nei corsi d’acqua della Gran Bretagna ma scomparso da circa 200 anni, da quando cioè la Rivoluzione industriale ne aveva compromesso l’habitat con invasivi interventi umani (dighe, mulini, canali), provocando l’estinzione di varie specie acquatiche. Con un tasso di inquinamento che adesso, in alcuni fiumi, risulta ai minimi da più di 100 anni – come certifica l’Agenzia nazionale per l’ambiente –, il lampreda ha fatto la sua ricomparsa: è stato avvistato, infatti, nell’Ouse, nel Trent e nel Durham.La rilevazione è avvenuta nell’ambito di interventi conservativi e di manutenzione in alcuni corsi d’acqua, finalizzati alla rimozione di barriere che impedivano la migrazione di alcune specie di pesci. Venuti meno questi ostacoli, in aggiunta al (già citato) basso livello di inquinamento, il lampreda ha potuto ripopolare i fiumi inglesi. «Negli ultimi 200 anni – ha spiegato Simon Toms, esperto di ittica presso l’Agenzia per l’ambiente – alcuni fiumi non sono stati in grado di preservare le specie di lampreda come risultato di scarsa qualità dell’acqua, habitat impoverito e varie barriere umane. Ora che la qualità dell’acqua è migliorata e questi ostacoli sono stati rimossi, stiamo assistendo al suo ritorno alla massima capacità». Toms ha poi aggiunto, con una punta di soddisfazione: «Questi pesci affascinanti hanno un posto speciale nella storia e nelle tradizioni del nostro paese e speriamo che, col nostro aiuto, possano tornare a nuotare ancora una volta nei fiumi inglesi».Il lampreda è di fondamentale importanza per i processi nutritivi in atto nelle acque dolci, dato che fornisce una fonte di sostentamento ad altre specie ittiche e a vari uccelli, come gli aironi. Ha indubbiamente un aspetto strano, e forse un po’ inquietante, ma in passato veniva considerato cibo pregiato, apprezzato da Romani, Vichinghi e re e regine inglesi. Anche Elisabetta II, in occasione del suo giubileo di diamante (i 60 anni di regno), ha inviato da Gloucester un timballo di lampreda, nonostante – per quell’occasione – il pesce sia stato importato dai Grandi Laghi del Nord America.Il rinomato pesce appare perfino in Game of Thrones: Tyrion Lannister cena con un timballo di lampreda mentre discute i piani di battaglia con sua sorella Cersei. Insomma, “il pesce che uccise il re” è un cibo regale, nonostante gli storici – nel tentativo di scagionarlo – siano convinti che Enrico I morì avvelenato.

Un mostro nel Lago Ampollino? Ah, fosse vero...
 

TREPIDO' DI COTRONEI – Forse, chissà, tutta la storia è stata già pensata e scritta nel 1868. Sul numero di giugno della rivista della Scapigliatura milanese “Emporio pittoresco” apparve il racconto Il lago delle tre lamprede dell'allora ventinovenne Iginio Ugo Tarchetti. Attratto dal fantastico, strano e nuovo, Tarchetti narrava del mistero d'un lago della Sila abitato da tre lamprede, creature nelle quali s'erano reincarnate le anime di altrettanti monaci perversi. Il Lago Ampollino sarebbe nato buoni sessant'anni dopo. Ma la leggenda delle misteriose creature nelle acque del lago silano era già bell'e scritta. Da alcuni giorni capita di notare turisti che, nelle prime ore del mattino, sostano sulla riva destra dell'Ampollino. Binocoli agli occhi e macchine fotografiche digitali al collo, osservano la distesa d'acqua, sperando di vederla all'improvviso solcata dalla creatura. Certo: la creatura, o il mostro, coccodrillo, tartaruga, o cos'altro sia. Qui non si parla d'altro, dopo i riferiti primi avvistamenti una settimana fa. Ad aver visto affiorare quella che viene descritta come una dorsale che spunta sul pelo dell'acqua, sono stati un pastore, un guardiano, un operaio. Abbiamo parlato con quest'ultimo. Ha 45 anni, è sposato ed è padre di due figli. Racconta; ma niente nomi: «Alle 6 meno un quarto di sabato, mi stavo preparando il caffè in cucina, con la finestra aperta che dà sul lago. Ho sentito un rumore sull'acqua, più forte di quello che fanno le grosse carpe. Mi sono affacciato, ho visto una scìa che andava verso il centro del lago. Usciva come una schiena, lucida, con un riflesso azzurrognolo, sul verde. Ma era una scìa più grossa e più larga di quella che sul lago lasciano i pesci più grandi». La notizia del'avvistamento è volata. «Mi ha chiamato la Rai da Roma – conferma il sindaco di Cotronei, Franco Pellegrini – ma non ci sono foto, né riprese. Sappiamo solo che gli avvistamenti del cosiddetto mostro sono avvenuti all'altezza dell'Isola di Ristoro dell'Ampollino Park, o vicino alla Darsena sotto il Palumbo, o un pò più avanti verso la Diga». Difficile dire di cosa si tratti, esattamente. «I nostri anziani – il sindaco la butta sul concreto – dicono che potrebbe trattarsi di un grosso persico. Certo è che c'è un notevole flusso di turisti sul lago, che sperano di vedere e poter fotografare il mostro che sbuca dall'acqua». Guido Foritano gestisce da più di trent'anni l'Hotel del Lago. È nato qui. Conosce la riva limacciosa del lago, i suoi fondali, meglio di chiunque altro. «Io non l'ho visto – spiega – ma da come me l'hanno descritto sembrerebbe una tartaruga». Ed aggiunge: «Il lago è stato prosciugato due volte: negli anni '70 e nell'87. E mostri non ce n'erano». Ma sono tempi bizzarri. Nelle città, c'è chi alleva i coccodrilli in casa, ed anche pitoni, tartarughe. E se qualcuno si fosse disfatto di qualche bestia gettandola nell'Ampollino? Sopravviverebbe? «Potrebbe – non si sbilancia la biologa marina Cristina Bultò, che per quattro anni si è occupata di tartarughe e delfini nella Riserva Marina di Capo Rizzuto – ma non penso che si tratti di coccodrilli o tartarughe nel lago. Mi piacerebbe ascoltare le persone, sentire cos'hanno visto, con precisione». E allora? Forse questo mostro è un nuovo regalo che l'Ampollino si appresta a fare alle popolazioni del Crotonese, alle quali ha donato lavoro, benessere e civiltà alimentando con gli altri laghi silani le centrali elettriche inaugurate da Vittorio Emanuele III il 27 luglio del 1927. A valle sorsero le fabbriche e con esse cominciò lo sviluppo. L'ha capito bene Lina Foritano, che gestisce l'Hotel Lo sciatore, con vista sul lago. Il mostro? «Magari fosse vero! – risponde – sicuramente qui ci sarebbe più movimento. Se il mostro riesce a scuotere un pò, ben venga!».
(fonte La Gazzetta del Sud)