Le bellezze di Ferrara e Comacchio

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La casa dove Ariosto si dedicò all’ultima Stesura del poema

2019-04-27 07:51:12

Casa di Ariosto

Acquistata dal Poeta nel 1526, l’abitazione, dotata di terreno e orto, ha ospitato Ariosto negli ultimi anni della vita, fino al 1533, anno della sua morte. Nel 1815 è stata acquistata dal Comune che l'ha destinata a sede culturale.

Ludovico Ariosto acquista, con rogito del 30 giugno del 1526 del notaio Ercole Pistoia, la dimora in Contrada del Mirasole vendutagli da Bartolomeo Cavalieri. Il caseggiato si ergeva in un’area immersa nel verde al tempo nota come “Aeranuova” racchiusa all’interno della cinta muraria del 1492.


E credo che sia quanto minor fallo
Che di farmi pagar, s’io raccomando
Al principe la causa d’un vassallo;
o mover liti in benefici, quando
ragion non v’abbia, facciami i pievani
ad offerir pension venir pregando.
Anco fa che al ciel levo ambo le mani,
che abito in casa mia comodamente,
voglia tra cittadini e tra villani;
e che nei ben paterni il rimanente
del viver mio, senza imparar nova arte,
posso e senza rossor, far, di mia gente.
Ma perché cinque soldi da pagarte,
tu che noti, non ho, rimetter voglio
la mia favola al loco onde si parte.
Aver cagion di non venir mi doglio:
detto ho la prima, e s’io vuo’ l’altre dire,
né questo basterà né un altro foglio.
Pur ne dirò anco un’altra:che patire
Non debbo che, levato ogni sostegno,
casa nostra in ruina abbia a venire

L’Ariosto si occupò personalmente di apportare alcune modifiche all’abitazione per renderla più vicina alla sua idea di ritiro familiare e si affidò, per i lavori, ai disegni di Girolamo da Carpi (1528). Acquistò del terreno adiacente all’abitazione, esteso fino alla chiesa di San Benedetto, da adibire ad orto e giardino di cui si prese cura fino alla fine dei suoi giorni. In questa dimora Ariosto, assistito dalle amorevoli cure del figlio Virginio e confortato dall’affetto della Benucci, si dedicò alla terza e ultima versione ampliata dell’Orlando furioso(1532) e qui si spense il 6 luglio del 1533.