LA CLOWNTERAPIA: PERCORSO EPISTEMOLOGICO DI UNA DISCIPLINA E DI UNA PROFESSIONE
Al di là del sapere popolare (il riso fa buon sangue, ridere fa bene etc.) ...
dei luoghi comuni e della falsa equivalenza di “farmacopea divertente” è ancora oggi difficile dare una valida definizione che abbracci completamente la varietà del termine Clownterapia .
Io, personalmente, preferisco definirla al plurale. Clownterapie e strategie di intervento, data la complessità insita nella natura stessa del termine, di per sé multidisciplinare.
Pensiamo alla infinità dei campi d’intervento: dagli anziani ai bambini, dai minori a rischio ai diversamente abili, psichiatrici, oncologici e ancora nei disastri ambientali a fianco della Protezione Civile…e potrei continuare ancora per molto.
Ecco la necessità di intrecciare diverse competenze artistiche e scientifiche che si incarnano in un unico progetto di intervento.
Quanto di artistico? Quanto di scientifico? Difficile una netta messa a fuoco nella Formazione, se la complessità è ricchezza, un caleidoscopio di vedute e teorizzazioni, ecco che si spiega l’aiuto di Comitati Scientifici, mondo Accademico e Scientifico che incontrano l’arte per definirne la scienza insita nei risultati positivi delle molte ricerche.
Certo è che costoro devono essere assolutamente scevri da ogni dubbio e non prevenuti nei confronti di questa relativamente nuova “scienza” per esserci di valido aiuto e perché tutti noi si possa essere di valido aiuto nel loro lavoro di tutti i giorni.
In quanto fusione di clownerie e terapia...
...il corpus di conoscenze si articola come una dinamica combinazione di discipline: le Clownterapie sono allo stesso tempo Arte, Scienza ed un processo interpersonale. L’Arte è legata alla soggettività, all’individualità, alla creatività e alla bellezza. In quanto scienza all’obiettività, alla collettività, alla riproducibilità e alla ricerca. Come processo interpersonale si collega all’empatia, all’intimità, alla comunicazione, all’influenza reciproca e più in generale alla relazione.