KARATENAUTA

ALLA SCOPERTA DEL MONDO DEL KARATE.

KARATENAUTA

ALLA SCOPERTA DEL MONDO DEL KARATE.

OKINAWA, L'ISOLA DEL KARATE MA NON SOLO.

2021-06-15 09:28:18

Okinawa è famosa per aver visto nascere il karate, per la longevità dei suoi abitanti e per la battaglia bellica. Ma quest'isola ha molto altro da dirci...

Okinawa, l'isola tropicale Giapponese, è famosa in tutto il mondo per aver visto nascere il karate, una delle arti marziali più conosciute e praticate al mondo, per possedere il primato in termini di longevità della vita degli esseri umani e per essere stato il luogo di una tra le più violente battaglie avvenute durante la seconda guerra mondiale. 

Ma ci sono tante altre particolarità che contraddistinguono questo posto unico e meraviglioso. In questo articolo proverò a condurvi in un viaggio alla scoperta di Okinawa e della sua cultura

Siete pronti?

Si parte!

UNA CULTURA UNICA

Nonostante oggi sia considerata a tutti gli effetti una delle 47 prefetture del Giappone, Okinawa non è sempre stata annessa al Paese del Sol Levante. Infatti, Okinawa prima di divenire, nel 1879, la quarantasettesima ed ultima prefettura giapponese, faceva parte di quello che veniva chiamato "Regno delle Ryukyu".

Questa prima considerazione ci permette di comprendere le differenze culturali che vi sono tra gli abitanti di queste isole rispetto alle altre prefetture giapponesi.

Le tradizioni locali  infatti sono uniche e si sono sviluppate grazie ai continui scambi culturali che questo Regno ebbe con altri stati dell'asia orientale. Tra questi stati, quelli che ebbero maggior influenza sulla cultura di Okinawa, furono la Cina, il Giappone, la Korea, il Siam (attuale Thailandia), Taiwan, la Mongolia e vari stati della Polinesia.

Prima del XV secolo il Regno delle Ryukyu era diviso in tre "stati":

  1. Hokuzan (nord)
  2. Chuzan (centro)
  3. Nanzan (sud)

Nel 1429, il re Sho Ashi unificò i tre regni in uno e da quel momento il regno delle Ryukyu ebbe un grande sviluppo sia in termini economici sia dal punto di vista culturale.

I rapporti tra Okinawa e la Cina iniziarono nel XIV secolo, precisamente nel 1372, quando alcuni inviati cinesi arrivarono a Chuzan chiedendo al re Satto di "sottomettersi" alla Cina in cambio della possibilità di inviare delegati a Nanchino. Questa richiesta venne accettata dal re dando vita ad un rapporto tributario e commerciale tra Okinawa e la Cina. Si può dire che in questo modo Okinawa divenne uno stato vassallo della Cina.

Nel 1609, dopo anni di prosperità, il Giappone decise di invadere Okinawa per conquistarla. Questo avvenne a causa del rifiuto, da parte del re di Okinawa, a partecipare all'invasione della Corea da parte del Giappone. Per farlo lo Shogunato dei Tokugawa autorizzò il clan Satsuma che senza troppi sforzi riuscì nell'impresa. 

Da questo momento, il Regno delle Ryukyu si trovò ad essere subordinata sia della Cina sia del Giappone e questo tipo di situazione portò vantaggi ad entrambi gli stati. In ogni caso, per mantenere questa situazione lo stato di Okinawa rimase formalmente indipendente anche se subì oppressioni da ambo le parti.

In seguito alla Restaurazione Meiji, il governo giapponese abolì il Regno delle Ryukyu e l'undici marzo 1879 decise di annettere Okinawa e le altre 160 isole come prefettura. 

Durante la seconda guerra mondiale, in ottanta giorni di battaglia perse la vita un quarto della popolazione isolana e da quel momento al 1972, Okinawa rimase sotto il controllo statunitense. Nonostante oggi Okinawa sia a tutti gli effetti suolo giapponese, ancora il 70% delle basi militari americane sono situate nei suoi confini.

Da questo breve riassunto storico emergono diversi aspetti, ma voglio porre l'attenzione su quello che riguarda l'influenza, che tutti questi periodi di dominio da parte di culture differenti, ebbero sulla cultura autoctona.

LE ARTI MARZIALI

Sicuramente uno degli aspetti culturali che testimonia l'influenza che ebbero le varie tradizioni entrate in contatto con quelle delle Ryukyu è quello delle arti marziali. Infatti, ad Okinawa è risaputo che esistevano delle pratiche marziali peculiari che, una volta entrate in contatto con le arti marziali provenienti dai paesi con cui l'isola ebbe rapporti, diedero vita alle discipline che oggi conosciamo con il nome di KARATE e KOBUDO.

Il karate, in particolar modo, rappresenta l'emblema della capacità di "assorbire" elementi di altre culture da parte di quella okinawense. Non a caso, per descrivere il "segreto" di quest'arte marziale, viene fatto un parallelismo con un piatto tipico della tradizione di Okinawa: il "CHANPURU".

Questa ricetta è caratterizzata dall'utilizzo di vari ingredienti che messi in padella e fatti "saltare", da qui il significato della parola, si uniscono creando un piatto completo e saporito.

Il karate allo stesso modo, è nato grazie all'"amalgamazione" di varie pratiche marziali ed alle diverse interpretazioni dei pionieri di questa disciplina.

IL SUMO DI OKINAWA

Il sumo di Okinawa è considerata da molti la terza arte marziale autoctona dell'isola di Okinawa.

In realtà è forse più corretto dire che questa disciplina è un sistema di combattimento.

Il sumo di Okinawa, un tempo veniva chiamato "tegumi" ed i kanji utilizzati per scrivere questa parola risultano gli stessi, anche se invertiti, della parola "kumite". Prima divenire il moderno sport basato su regole ben precise, conosciuto con il nome di "shima", la pratica consisteva in due sfidanti che mettevano in gioco il proprio coraggio e le proprie abilità per stabilire quale dei due era il più "forte". Per farlo potevano contare su numerose tecniche che spaziavano dai colpi con braccia e gambe, alle leve articolari, tecniche di bloccaggio e strangolamento ed anche lotta a terra.

Oggi per motivi di sicurezza sono state eliminate la gran parte di queste tecniche e fondamentalmente i due contendenti cercano, tenendosi reciprocamente per la "cintura", di proiettare o far cadere l'avversario di schiena al suolo. 

Forme di combattimento simili sono presenti anche in altri luoghi sparsi per il mondo. Tra questi troviamo anche la "s'istrumpa", una disciplina di lotta della Sardegna.

LA CUCINA

Anche la cucina di Okinawa è caratteristica e differisce in parte da quella giapponese. In parte influenzata dalla cucina cinese, la cucina di queste isole è ricca di proteine e molto variegata. 

Molta importanza viene data al consumo di verdure tra le quali spiccano la patata dolce e viola conosciuta con il nome di "beni imo" ed il "goya" il melone/zucca amaro/a. Anche le alghe sono molto utilizzate ed inserite in diverse ricette.

Tra i frutti merita particolare attenzione lo shiikwaasa, la "versione" okinawense del lime, molto ricco di vitamina C. Il suo succo viene utilizzato per dare freschezza ed acidità ad alcuni drink oppure viene spremuto su alimenti come il pesce.

Altra chicca della cucina locale è rappresentata dallo zucchero di canna grezzo. Molto ricco di sali minerali, questo zucchero ha un sapore molto particolare che ricorda la liquirizia ed il miele.

Non mordetelo, se non volete rimetterci i denti!

Per quanto riguarda il "beverage", degno di nota è sicuramente l'awamori, il sake di Okinawa. Questa bevanda alcolica ottenuta dalla distillazione del riso, pare provenga dalla Thailandia.  Viene servito freddo a differenza del sake giapponese che solitamente è servito caldo.

MUSICA, DANZA E TEATRO

Anche dal punto di vista della arti ricreative, la cultura delle Ryukyu presenta alcune peculiarità. La musica ricopre un ruolo molto importante in quanto spesso viene utilizzata per accompagnare danze, spettacoli teatrali ma anche dimostrazioni di arti marziali. 

La musica di Okinawa principalmente si divide tra la musica tradizionale "minyo" e quella folk o popolare conosciuta come "shimauta".

Anche la scala musicale differisce da quella tradizionale: DO, MI, FA, SOL, SI, DO.

Lo strumento più caratteristico che viene utilizzato per suonare la musica è il "sanshin", uno strumento a tre corde che è stato introdotto ad Okinawa dalla Cina verso il XVI secolo. Una delle caratteristiche che rendono unico questo strumento è rappresentato dall'utilizzo della pelle di serpente per rivestire la cassa di risonanza. 

La danza di Okinawa è composta da quattro principali categorie che possono essere divise in questo modo:

  • danza classica o di corte "koten-buyo"
  • danza popolare "zo-udui" (odori) 
  • danza creativa (moderna) "sosaku-buyo"
  • danza etnica o folkloristica "minzoku-buyo"

La danza è un elemento tipico della cultura di Okinawa, che ha permesso di mantenere vive alcune tradizioni che probabilmente sarebbero andate perse con il passare del tempo. Basti pensare che molti ricercatori e studiosi, ritengono che attraverso la danza vennero tramandati alcuni movimenti e concetti delle arti marziali. 

Per quanto riguarda il teatro, Okinawa ha la sua "versione" dell' Opera teatrale. Il "Kumiodori" che nel 2010 è stato iscritto tra i beni culturali del patrimonio UNESCO. Quest'arte di intrattenimento che risale al XVIII secolo, veniva utilizzata in principio per intrattenere gli inviati cinesi.

Questo tipo di teatro è basato su tre elementi principali:

  1. dialoghi in lingua nativa di Okinawa
  2. musica e canti tradizionali delle Ryukyu
  3. danza tradizionale delle Ryukyu

ARCHITETTURA

Dal punto di vista architettonico, Okinawa, prima della recente fase di "modernizzazione" dovuto ad un "boom" edilizio che sta distruggendo in larga scala il patrimonio tradizionale in favore di enormi edifici e grattacieli, era basato principalmente sullo stile cinese.

Un esempio è rappresentato dal Castello di Shuri, attualmente in fase di ricostruzione dopo l'incendio, che lo ha distrutto, avvenuto il 31 ottobre del 2019. Questa struttura è stata il simbolo della cultura e della storia delle Ryukyu, per via del ruolo di grande importanza che ha rivestito nel corso dei secoli.

Costruito indicativamente intorno al XIV secolo, questo castello era la sede della famiglia reale ed al suo interno venivano accolti ed intrattenuti gli inviati ed i rappresentanti cinesi e giapponesi. 

La struttura ricorda molto lo stile architettonico cinese. Il colore rosso e la piazza strutturata in maniera identica a quella del Palazzo della Città Proibita di Pechino testimoniano, insieme ad altri elementi, la fonte d'ispirazione di questo sito.

Un'altra caratteristica architettonica di Okinawa è quella che prevedeva l'utilizzo del cemento per fissare le tegole di argilla, in modo che i tetti delle abitazioni potessero resistere ai frequenti tifoni che colpiscono l'isola soprattutto nei mesi di agosto e settembre.

PRODOTTI TIPICI

La cultura di Okinawa è ricca di specialità, arti antiche tramandate da artigiani e maestri per mantenerle vive. Ci sono molti prodotti tipici di grande valore e qualità, che vengono realizzati dalle mani di uomini e donne di diversa età. Tra i più rinomati troviamo:

  • il vetro delle Ryukyu, ispirato ai colori della natura e realizzato cercando di riciclare evitando gli sprechi. Curioso è il fatto che prima della seconda guerra mondiale il vetro che veniva prodotto era trasparente. I colori sono stati utilizzati per la prima volta nel dopoguerra, quando per creare oggetti di utilizzo comune, venivano utilizzate le bottiglie di Coca-Cola scartate dai soldati americani di stanza ad Okinawa;
  • prodotti di ceramica, chiamati "yachimun" nel dialetto dell'isola, vengono realizzati principalmente nel quartiere di Tsuboya a Naha. Anche la ceramica come molte altre tradizioni isolane si sono evolute nel tempo grazie agli scambi culturali con gli stati vicini;
  • la "bingata", la tradizionale tecnica di tintura per i tessuti, caratteristica per l'utilizzo di colori e motivi tropicali. Un tempo in base al colore ed i motivi indossati, era possibile capire il livello sociale delle persone che indossavano capi realizzati con questa tecnica. Quest'ultima giunse ad Okinawa grazie agli scambi commerciali con la Cina, l'India e Java; 
  • i tessuti in fibra vegetale tipici di alcuni luoghi come il "bashofu" della città di Kijoka, realizzato con le fibre di una pianta di banane locale, il tessuto "yonaguni" proveniente dalle isola Yaeyama e realizzato con fibre di piante autoctone ed i tessuti in canapa di "Miyako", tipici dell'isola di Miyako-Jima. 

LA CORTESIA 

In questo breve approfondimento sull'isola di Okinawa e sulla sua cultura, non potevo dimenticarmi di dare spazio, a quello che rappresenta forse l'aspetto che più contraddistingue questi luoghi. 

Basti pensare che nei pressi del Castello di Shuri sono presenti dieci "porte" o "cancelli" e la più famosa tra queste si chiama "Shurei-mon" e presenta dal 1958, anno della sua restaurazione, una targa con scritto "Shurei-no Kuni" che letteralmente significa "il Paese delle buone maniere" - "Reigi wo Mamoru Kuni".

Inoltre esiste un bellissimo modo di dire nella lingua locale, conosciuta con il  nome di Uchinaguchi, che esprime il modo amichevole con il quale gli okinawensi si rapportano tra di loro e soprattutto con gli stranieri:

"ICHARIBA CHODE" che significa "ANCHE SE CI INCONTRIAMO PER CASO SOLO UNA VOLTA, SIAMO AMICI PER LA VITA".

La cortesia ad Okinawa "è di casa" e la si può respirare praticamente ovunque. Purtroppo, solo recandosi in questa prefettura del Giappone si può veramente comprendere il modo con il quale la gente del posto si relaziona con il prossimo. Io ho avuto la fortuna di passare qualche giorno sull'isola di Okinawa e di ricevere questo "trattamento". Un consiglio, VISITATELA.

CONCLUSIONE

La cultura delle Ryukyu è unica al mondo e il suo punto di forza è rappresentato dalla capacità di saper assorbire la diversità culturale, riuscendo ad amalgamarla con la propria senza opprimerla. Lo spirito pacifista di questa gente, ha permesso loro di convivere con altre culture e di trarne vantaggio grazie alla capacità di far fronte ai momenti difficili della vita, cercando sempre di intravedere il lato positivo delle cose.

N.B.

In questi luoghi esiste il più alto tasso percentuale di persone centenarie ed il loro stile di vita è da tempo motivo di studi da parte di esperti di tutto il mondo. 

Qualche motivo ci sarà per forza!

Buona vita...



by Alessandro Rebuscini
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