IVANA VIAZZI

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ELETTROSMOG E EFFETTI SULL'UOMO

2019-05-02 14:30:08

Oggi siamo esposti a una miriade di fonti di inquinamento elettromagnetico di origine artificiale.

Oggi siamo esposti a una miriade di fonti di inquinamento elettromagnetico di origine artificiale. Una prima classificazione può distinguerle in sorgenti ambientali e personali. Una migliore e più utile classificazione può

distinguerle in tre tipi: (1) outdoor, o esterne agli edifici, in analogia alle

sorgenti di inquinamento dell‟aria; (2) indoor, o interne agli edifici, sempre in analogia alle sorgenti di inquinamento dell‟aria; (3) mobili, come ad esempio i telefoni cellulari o altri dispositivi “mobile”.

Le fonti di inquinamento elettromagnetico outdoor si distinguono, a loro volta, in:

(a) sorgenti a bassa frequenza (elettrodotti, cabine di trasformazione, linee elettriche minori, che in Italia lavorano a 50 Hz); 

(b) sorgenti a radiofrequenza, che comprendono una varietà di impianti di comunicazione unidirezionali (radio e televisione, radar) e bidirezionali (ponti radio e stazioni radio base della telefonia mobile), che lavorano a frequenze di-

verse ma comunque comprese nell‟intervallo 10 kHz-300 GHz.


Vi sono poi le fonti di inquinamento indoor, come ad esempio quelle presenti nell'ambiente professionale (ad es. motori, trasformatori elettrici,etc.) o domestico (telefoni cordless, fornelli a induzione, forni a microonde, televisione, elettrodomestici e apparecchi elettronici vari, dai baby monitor alle lampadine a risparmio energetico), delle quali trattiamo in dettaglio in un altro articolo. Infine, vi sono le fonti di inquinamento mobili, che comprendono ad es. cellulari, smartphone, tablet, notebook, ma anche le autoradio (taxi, forze dell‟ordine, ambulanze, etc.), etc.

Il telefono cellulare, essendo una sorgente mobile, non è propriamente

considerabile una sorgente outdoor, ma di fatto lo diventa quando viene

usato all‟aperto; mentre, evidentemente, è una sorgente indoor quando

viene usato in casa o in ambienti chiusi. Si tratta di un dispositivo a bassa

potenza (0,2-2 W) che riceve e trasmette radiazione elettromagnetica; la

potenza effettivamente emessa durante la trasmissione è variabile, perché

dipende dalla “bontà” del segnale che riceve (e dunque dalla distanza dell‟antenna della Stazione Radio Base più vicina, dalla schermatura operata dall'involucro di edifici e di veicoli, etc.). I telefoni cellulari sviluppano molta meno potenza rispetto alle Stazioni Radio Base ma, utilizzandoli, la testa dell‟utente si trova quasi a contatto con l‟antenna, quindi può essere sottoposta ad un assorbimento di potenza elevato. 

Negli ambienti di vita e di lavoro, l‟impianto elettrico stesso e tutti gli

apparecchi alimentati con l‟energia elettrica sono sorgenti di campi elettrici e magnetici lentamente variabili (ELF, o Extra Low Frequency) alla

frequenza di rete (50 Hz). Il campo elettrico è prodotto negli ambienti

domestici da qualunque dispositivo collegato alla presa elettrica, anche se

non acceso. Il campo magnetico, invece, si produce solamente quando

gli apparecchi vengono messi in funzione ed in essi circola corrente.

Però, la maggior parte dei dispositivi elettrici presenti nelle case e negli uffici producono campi magnetici localizzati più elevati di quelli degli elettrodotti, sebbene in un raggio assai più limitato, dell‟ordine di circa 1 metro. Per non parlare, poi, delle sorgenti a radiofrequenza, come ad es. i telefoni cordless

DECT, i telefoni cellulari, i Wi-Fi ed i forni a microonde; e perfino di quelle meno note, come alcuni contatori elettronici “intelligenti” o i sistemi powerline per trasmettere Internet via cavo sulla rete elettrica di casa, che producono la cosiddetta “elettricità sporca”.

Quindi, come per l‟aria, l‟inquinamento elettromagnetico interno (indoor)

– sia a bassa che ad alta frequenza – può in molti casi essere più rilevante

di quello esterno (outdoor), esattamente come succede per l‟inquinamento

dell‟aria. Del resto, tutti i giorni usiamo una gran quantità di elettrodomestici e di apparecchi elettrici, come la lavatrice, la lavastoviglie, il frigorifero, l‟aspirapolvere, l'asciugacapelli, il televisore, il forno elettrico, il computer, i monitor, il ferro da stiro, le lampadine fluorescenti o a led, per non parlare di trasformatori, motori, trapani, rasoi elettrici, phon, ventilatori, pompe di calore, elettrodomestici o oggetti “smart”, cucine a induzione, sistemi di riscaldamento elettrico a pavimento, caricabatterie wireless per il cellulare, ricarica wireless dell‟auto elettrica, etc.


Le principali sorgenti indoor ad alte frequenze


Le misurazioni hanno dimostrato che, mentre la massima esposizione

delle persone ai campi magnetici a bassa frequenza (50 hertz) si verifica

vicino alle linee elettriche aeree e vicino alle apparecchiature con motori

(come ad es. i rasoi) ed ai trasformatori di caricabatterie per laptop o telefoni cellulari, per i campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF) l'uso personale di un telefono cellulare è il maggiore contributo all'esposizione, seguito dal contributo di persone che usano telefoni cellulari nell'area, da telefoni cordless DECT e da stazioni radio base per le telecomunicazioni mobili. Altre importanti sorgenti RF indoor sono i router Wi-Fi e tutti i dispositivi “smart”, compresi i contatori “intelligenti”. 

GLI EFFETTI SULL'UOMO

I campi elettromagnetici e/o le radiazioni elettromagnetiche – come l'inquinamento elettromagnetico prodotto dalle tecnologie create dall‟uomo influenzano vari elementi dell'ambiente. Tra gli elementi di quell'ambiente tutti gli organismi viventi dovrebbero essere collocati nella prima posizione. Pertanto diventa molto importante determinare in modo appropriato la natura e i relativi effetti collaterali dell'inquinamento elettromagnetico e il suo impatto sugli organismi viventi.

Inoltre, vi sono due grandi famiglie di radiazioni elettromagnetiche: ionizzanti e non ionizzanti. Le prime, come suggerisce la parola stessa, sono in grado di rompere i legami molecolari, ad esempio, se io andassi oggi a Fukushima, a causa dei raggi X e gamma avrei un grave rischio di sviluppare dopo qualche tempo la leucemia, mentre quelle non ionizzanti (come ad es. le onde radio e quelle a bassa frequenza) sono radiazioni apparentemente non in grado di indurre una rottura dei legami molecolari. 

Infatti, l‟energia delle radiazioni elettromagnetiche è direttamente proporzionale allo loro frequenza. Pertanto, i raggi X ed i raggi gamma hanno energia sufficiente a ionizzare atomi o molecole, ovvero per rimuovere completamente un elettrone da un atomo o molecola; al contrario, le radiazioni non-ionizzanti, cioè quelle coinvolte nell‟inquinamento elettromagnetico, no. Per tale motivo, sono state per lungo tempo ritenute relativamente innocue, se non per gli effetti termici prodotti nella materia vivente. Ma le cose, purtroppo, non stanno così.


I campi a radiofrequenza (RF) cedono energia ai tessuti sotto forma di

riscaldamento – perciò si parla di effetti termici, in particolare nella regione

delle microonde, che è quella compresa tra le gamme superiori delle onde radio e la radiazione infrarossa (cioè da una frequenza di circa 1 GHz, ovvero 1000 MHz, corrispondente a una lunghezza d‟onda di 30 cm, a circa 300 GHz, che corrisponde a una lunghezza d‟onda di 1 mm); mentre i campi a bassa frequenza (ELF), cioè lentamente variabili, inducono delle correnti nel corpo umano. 

In generale, i possibili effetti sanitari dell‟esposizione alle onde elettro-

magnetiche sono di tre tipi: effetti a breve termine (1-elettrosensibilità) edeffetti a lungo termine, che includono (2) tumori e (3) altre patologie croniche (ad esempio, infertilità e malattie neurodegenerative). Naturalmente, diversi tipi di campi elettromagnetici e/o di radiazioni elettromagnetiche sono responsabili di diversi tipi di fenomeni che possono essere osservati come risultato dell'esposizione alle radiazioni.

Gli effetti sulla salute, inoltre si possono distinguere in due categorie

fondamentali: effetti acuti, che possono manifestarsi come immediata conseguenza di brevi ma elevate esposizioni al di sopra di una certa soglia;

effetti cronici, che possono manifestarsi dopo periodi anche lunghi di latenza in conseguenza di esposizioni lievi ma prolungate nel tempo, senza alcuna soglia certa. Tali effetti hanno una natura probabilistica: all'aumentare della durata dell'esposizione, aumenta la probabilità di contrarre un danno (ad esempio, un tumore).

“Le radiazioni a radiofrequenza hanno una serie di effetti biologici che possono essere osservati in modo riproducibile negli animali e nei sistemi cellulari”, afferma David O. Carpenter, direttore dell'Istituto per la salute e l'ambiente presso la State University di New York, e fra i massimi esperti mondiali dell‟argomento. “Non possiamo dire davvero con certezza quali siano gli effetti negativi sull'uomo”, dice Carpenter, “ma le indicazioni sono che potrebbero esserci effetti molto gravi – e usa proprio le parole „molto gravi‟ – negli esseri umani”.

Oggi sappiamo che la radiazione elettromagnetica alle radiofrequenze

promuove lo stress ossidativo, una condizione implicata nell'insorgenza del cancro, in diverse malattie acute e croniche e nell'omeostasi vascolare. E studi più recenti hanno suggerito effetti riproduttivi, metabolici e neurologici delle radiofrequenze, che sono anche in grado di alterare la resistenza agli antibiotici batterici. I risultati disponibili sembrano ormai sufficienti per dimostrare l'esistenza di effetti biomedici.

Se la radiazione elettromagnetica è pericolosa per l'uomo, oggi ci sono molti più rischi rispetto a 40 anni fa, grazie al settore delle telecomunicazioni. Più di un miliardo di persone in tutto il mondo possiedono telefoni cellulari. In Italia, ormai, ci sono più contratti mobili che persone. Le tecnologie 4G e 5G mirano a coprire il 98% del paese, cancellando tutti i “no spot” più lontani. Ora viviamo in una normalità satura delle onde di dispositivi wireless che non è mai esistita nella storia della razza umana.