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Nicolas Paolizzi, caso letterario della generazione Z: quando la scrittura cura il male di vivere
Quando era piccolo i compagni di scuola ridevano di lui negli spogliatoi. Lui pensava che ignorandoli, prima o poi, avrebbero smesso. Ma quel giorno non è mai arrivato. Fino a quando Nicolas non ha iniziato a scrivere.
“Quando mi spogliavo durante l’ora di educazione fisica, mi prendevano in giro, mi abbassavano gli slip e ridevano di me. Così, quando non potevo saltare l’ora, cercavo di cambiarmi in tempi record: ero velocissimo a tirare giù pantaloni e mettere la tuta, una cosa che faccio tutt’ora. In palestra ho ancora difficoltà, gli spogliatoi sono una cosa che mi spaventa, spogliarmi in pubblico mi blocca tutt’ora”.
Nicolas Paolizzi ha 20 anni ed è il caso letterario del momento tra i giovani della generazione Z, perché ha trovato sui social e nella scrittura di libri il modo di riscattarsi dagli episodi di bullismo di cui è stato vittima da bambino e adolescente.
Nicolas ha smesso di soffrire molto più tardi, quando è uscito dalla clinica nutrizionale di Giulianova, in provincia di Teramo, dopo un percorso di riabilitazione a cui lo hanno avviato i genitori quando si sono accorti che era troppo magro.
“Ero arrivato a pesare 51 chili, all’inizio ne pesavo 91. Per un ragazzo alto 1.83, vuol dire essere anoressico”.
A riscattarlo dalla sofferenza è stata la scrittura, una valvola di sfogo sana che, a differenza del cibo, non ha messo a rischio la sua salute. Ad Ottobre del 2018 ha aperto il suo profilo Instagram, e in un anno e mezzo ha ottenuto quasi un milione di follower, condividendo pensieri e frasi motivazionali che sono diventate fonte d’ispirazione per chi, come lui, è stato vittima di soprusi e combatte con i ricordi di un passato da escluso.
Il suo primo libro “Cara te, amati“, scritto per aiutare le persone in difficoltà “ad amare se stessi”, ha scalato in poco tempo la top 10 di Amazon grazie al forte attaccamento della sua community social, che gli ha permesso di farsi notare anche dai grandi editori.
La sua seconda opera “Ti avrei dato tutto“, è un romanzo che racconta un’altra storia di riscatto sociale, simile alla sua.
L’11 febbraio scorso è uscita la sua terza opera sempre per Rizzoli: “L’amore che meriti”, una nuova raccolta di frasi, pensieri e citazioni che si divide in tre fasi: passato (dimentica), presente (il meglio di te) e futuro.
“Sono tutte frasi motivazionali per credere sempre nei propri sogni, anche quando sembrano irrealizzabili”, racconta.
“Il percorso parte da noi. C’è chi trova pace nel fare il lavoro dei propri sogni, ma sono tanti i modi di riscattarsi, e non si tratta sempre di un riscatto a livello professionale: i percorsi più grandi si fanno con i passi più piccoli. La voglia di imparare cose nuove è fondamentale soprattutto nei periodi più bui. Quando non ha una passione per cui vivere, muori dentro”.
Come dargli torto? Grande Nicolas.