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Emanuela Conversano, l’imprenditrice filosofa “innamorata” di Karl Marx

2020-04-15 12:18:36

Studiando autori e filosofi in maniera approfondita e con la mente aperta e ricettiva a 360° si possono scoprire sfaccettature e aspetti inediti della loro vita e capire che sono particolarmente vicini al nostro modo di intendere l’esistenza.

E’ successo proprio questo ad Emanuela Conversano, classe 1989, di Monopoli (Ba). Dopo aver conseguito la laurea in Filosofia all’Università Normale di Pisa, si iscrive ad una dottorato sempre nella stessa materia, a Bologna. Poi, affascinata dal mondo del vino e della viticultura, frequenta il Master in “Filosofia del Cibo e del Vino”, organizzato presso il San Raffaele a Milano.

Durante il suo percorso accademico, compiuto con grande slancio e interesse verso tutto ciò che concerne la Filosofia, Emanuela scopre la possibilità di interpretare il rapporto con il vino anche in chiave spiccatamente intellettuale.

Ma non solo: studiando e approfondendo il suo filosofo preferito Karl Marx, scopre che questi ha un amore sviscerato per il vino. La famiglia Marx, infatti, possedeva un ettaro di vigneto nella sua città natale, Treviri, nella regione vinicola della Mosella.

Pare che proprio dalla crisi vinicola che coinvolse la sua famiglia, Marx trasse importanti spunti per concepire la sua imponente teoria economica e politica.

Nel frattempo Emanuela, dopo il dottorato e la parentesi di vita bolognese, decide di tornare nella terra di origine, la Puglia. Nel 2018 frequenta un corso per diventare Sommelier perché da sempre attratta dal mondo dell’enogastronomia e della viticultura.

Un giorno, per caso, un suo amico (diventato poi suo socio) condivide con lei il proposito di coltivare un vigneto. Giovanni, questo il suo nome, aveva anche individuato un terreno in vendita con una piccola vigna nei pressi di Gioia del Colle (Ba).

Così Giovanni ed Emanuela hanno acquistato il terreno, e poco dopo hanno fondato una società semplice agricola. Attualmente “5 e 30 vini da coltivare” produce due vini rosati di qualità: il “Tamarindo” e lo “Spaccamurgia”.

Per imbottigliarli si avvalgono del supporto di piccole cantine di Gioia del Colle, visto che fino ad ora il vino prodotto non è tanto.

Il vino è un prodotto naturale e culturale insieme. La filosofia insegna che Natura e Cultura non sussistono l’una senza l’altra, e che hanno un senso solo in relazione tra loro”, afferma Emanuela.

I vini prodotti in questa piccola e virtuosa azienda pugliese sono ottenuti senza mezzi chimici di sintesi, e proprio di recente è stata avviata la procedura per conseguire la certificazione biologica.

Tra gli obiettivi futuri di “5 e 30 Vini da coltivare” c’è quello di mettere su una cantina e sperimentare vini sempre nuovi e diversi.

In un momento difficile come questo, ci vuole proprio un In bocca al lupo di cuore!