Moda & Bellezza
Dal dolore alla speranza: acquistare un libro per aiutare la popolazione di Beirut
Un libro che racconta storie di dolore, ma intrise di resilienza e speranza, nonostante il buio che le avvolge. Storie con un leit motiv che le accomuna: la certezza che dal buio si può uscire, poiché a tutti è data la possibilità di rinascere.
“Dal dolore alla speranza”, dell’autore pugliese Alfonso Santamaria, è in vendita presso la libreria “Biblyos” di Cerignola (Fg): il ricavato sarà interamente devoluto alla popolazione di Beirut, colpita “al cuore” dalla recente esplosione che ha sconvolto un territorio già duramente provato.
Quando sui media ci colpiscono le immagini di distruzione come quelle riguardanti Beirut, ci chiediamo cosa possiamo fare nel nostro piccolo per contribuire a lenire queste miserie umane. A questa domanda lo scrittore Alfonso Santamaria ha risposto raccogliendo storie di vita in questo libro (il suo secondo dopo “La luce del mondo”), di cui ci ha parlato con grande sensibilità e calore umano.
R: Ciao Alfonso. Ci spieghi come sei riuscito a raccogliere le storie da inserire nel libro “Dal dolore alla speranza” che hai pubblicato?
AS: Qualche anno fa sono stato contattato da una web radio cattolica (Radio Giovani Arcobaleno) di Guidonia. Il responsabile Stefano Mariani (autore della prefazione del libro “Dal dolore alla speranza”, n.d.r.) aveva letto il mio precedente romanzo “La luce del mondo” e voleva intervistarmi. A seguito dell’intervista mi chiese se volevo collaborare con la radio, e così ho ideato una rubrica chiamata “Anime”, all’interno della quale trasmettevo storie di persone (perlopiù tramite colloqui con i diretti interessati o con persone informate dei fatti) che avevano vissuto grandi drammi, ma che erano riuscite a venirne fuori, traendo qualcosa di buono non solo per la loro vita, ma anche per quella degli altri. Un giorno il responsabile della radio mi ha detto: “Perché non ci scrivi un libro”? E così è stato. Ho raccolto alcune interviste, ho aggiunto altre storie inedite ottenendo così una raccolta di storie di vita diverse tra loro, ma accomunate dal fatto che i protagonisti sono passati dal dolore alla speranza, che è appunto il titolo del libro.
Tra le storie c’è quella del padre di un bambino morto nel terremoto che ha creato un’associazione per aiutare i bambini malati di tutta Italia, o quella della moglie di una guardia giurata uccisa dalla camorra che ha perdonato uno degli assassini e ora lo sta aiutando a rifarsi una vita nella legalità. E la storia della ragazza anoressica che è riuscita a guarire, e quella del ragazzo nato con una gamba sola che è diventato punta di forza ai Mondiali di calcio della Nazionale amputati. Ho voluto anche raccontare di una ragazza, violentata dall’Isis, che ora è diventata ambasciatrice Onu. E altre ancora.
R: I soldi raccolti dalla vendita dei libri verranno devoluti a Save the Children per aiutare le famiglie colpite dal disastro di Beirut. Come mai questa decisione?
AS: Sono rimasto colpito da quello che è successo, e così ho deciso di organizzare una raccolta fondi tramite i contributi di chi acquisterà le copie del mio libro destinate a questo scopo (sono circa una ventina). Ero indeciso tra lo Yemen (dove il Covid-19 e la guerra stanno avendo ripercussioni drammatiche sulla popolazione civile) e Beirut. Alla fine ho optato per il Libano. Non ho un contatto preciso: devolverò semplicemente attraverso un bonifico attraverso la pagina del sito di Save the Children creata appositamente dall’associazione per aiutare chi è rimasto colpito dalle recenti esplosioni.
R: E l’esperienza radiofonica come è stata? Era il tuo esordio?
AS: Sì, infatti inizialmente sono stato combattuto se accettare o meno. Io sono impacciato, a volte “mi mangio le parole” quando parlo, ho un marcato accento pugliese, e chi più ne ha più ne metta. Alla fine però mi sono convinto perché l’ispirazione su cosa inventarmi è stata immediata. Perciò ho pensato che qualcuno dall’alto me lo stava chiedendo e l’obiettivo era importante. Per questo motivo ho accettato, e devo dire che in fondo non è andata poi così male.
Una lettura di speranza in un mondo che ne ha tanto bisogno.