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Il “Parco Giardino Sigurtà’” - più di 600 anni di storia

2021-01-29 09:47:16

Il “Parco Giardino Sigurtà“ - più di 600 anni di storia: percorriamo insieme le tappe, le varie famiglie e dal 1407 l'inizio della proprietà da parte della famiglia Sigurtà con il Dottor Giuseppe Carlo Sigurtà

IL "PARCO GIARDINO SIGURTÀ"

Il “Parco Giardino Sigurtà” è un vero e proprio paradiso, un’oasi di verde a Valeggio sul Mincio, in provincia di Verona. Si estende su 60 ettari che mese per mese seguono la ciclicità delle fioriture i trasformano dando espressione alla fioriture.

Esiste dal 1407 e vanta quindi una storia lunga più di 600 anni. Percorriamo insieme le tappe…..



La storia del Parco: dal 1407 ad oggi

Famiglia CONTARINI (dal 1407 al 1436): “Brolo cinto de mura”

Tutto è iniziato il 14 maggio del 1407. Durante la dominazione veneziana di Valeggio sul Mincio, il patrizio Gerolamo Nicolò Contarini acquistò l’intera proprietà agricola che nei documenti del tempo era definita “brolo cinto de mura”. Si trattava di un insieme di terre coltivate con foraggi, racchiuse all’interno di un’alta e sicura muraglia, dove accanto sorgeva una casa circondata da un grazioso giardino.

È da qui che risalgono le antiche origini del Parco Giardino Sigurtà.

La storia del brolo continua e nel 1417, per dare lustro alla sua proprietà, il nobile Contarini fece costruire, su un edificio già esistente, una "Domus Magna". La struttura era caratterizzata da uno stabile principale, dove viveva la famiglia Contarini, e da abitazioni minori destinate ai dipendenti che lavoravano le terre.

Dopo 29 anni, i figli del nobile Gerolamo Nicolò Contarini, nel 1436 vendettero la tenuta alla famiglia Guarienti.




Famiglia GUARIENTI (dal 1436 al 1616)

LA famiglia Guarienti ne rimase proprietaria per ben 180 anni, fino al 1616. Durante questo periodo si mantenne la struttura agricola della proprietà; appezzamenti di terreno furono destinati alla coltivazione di foraggi, altri a frutteti ed altri ancora a bosco dal quale si ricavava la legna, ed inoltre una zona di caccia per i Guarienti. Lo spazio del giardino iniziò ad ingrandirsi per volontà dei nuovi padroni.





Famiglia MAFFEI (dal 1616 al 1836): il diritto di prelevare acqua dal fiume Mincio ed il giardino all’inglese di Ippolito Pindemonte

L’anno 1616 segna il passaggio della proprietà dalla famiglia Guarienti alla famiglia Maffei, alla quale rimase per ben 210 anni e con la quale si ebbero grandi e significativi cambiamenti alla proprietà. Il Conte Canonico Antonio nel 1693 fece costruire, al posto dell’antica “Domus Magna”, una nobile e maestosa dimora - Villa Maffei, affidando il progetto ad uno dei più prestigiosi architetti del tempo, Vincenzo Pellesina (1637-1700).

Villa Maffei

Nel 1699 il Conte Canonico fece richiesta di poter attingere acqua dal vicino fiume Mincio e questo diritto di irrigazione consentì agli inizi dell’Ottocento l’ampliamento della piccola oasi pre-esistente.

Il Marchese Antonio Maffei (1759-1836), amante dell’arte, del bello e dei giardini, decise di trasformare i 22 ettari della proprietà in un giardino all’inglese.

La scelta dello stile fu influenzata dal poeta Ippolito Pindemonte che nel 1792, ospite dello zio il Marchese Antonio Maffei, vide nella proprietà una tipica atmosfera romantica all’inglese. Da questo incontro nacque l’impronta romantica al giardino di Valeggio sul Mincio: accanto a cespugli, alberi e distese verdi, nel bosco fu costruito un tempietto neo-gotico (oggi chiamato Eremo di Laura), il Castelletto del medesimo stile ed inizialmente adibito a “Sala d’Armi” e successivamente luogo di tavole rotonde, e la Grotta, un luogo “semplice, negletto e rustico” perfetto per la conversazione, la lettura e la musica.

Tuttavia, nonostante il poeta veronese considerasse il giardino di concezione "romantica all'inglese", il Marchese Antonio Maffei nel suo testamento del 1836 lo descrisse ancora come un semplice "brolo cinto de mura".

Nel tanto amato giardino di Valeggio sul Mincio, Ippolito Pindemonte compose anche un epigramma che recita così: "Sì Dilettosa Qui Scorre La Vita / Ch'io Qui Scrupolo Avrei Farmi Eremita", componimento che è stato inserito nella sua raccolta "Poesie Originali" e che oggi, per ricordare la sua illustre presenza, si può leggere su di una pietra collocata nel bosco a lui dedicato, all'interno del Parco Giardino Sigurtà.



Famiglia NUVOLONI (dal 1836 al 1929)

Nel 1836, alla morte del Marchese Antonio Maffei, l'intera proprietà passò ad una delle quattro figlie di nome Anna che sposò il Conte Filippo Nuvoloni: dopo 210 anni si interruppe così la stirpe Maffei ed ebbe inizio quella dei Nuvoloni che durerà per 93 anni.

Cartolina storica del 1859

Il passaggio di proprietà ed il susseguirsi di guerre e battaglie (battaglie di Solferino e San Martino – 1859), portarono l’intera zona al declino ed alla rovina.

La famiglia Nuvoloni segnò l’inizio del declino del giardino che peggiorò nel 1902 quando le due figlie di Giuseppe Nuvoloni divisero per la prima volta la proprietà in due parti.

Cartolina storica del 1918



Maria PAULON Sangiovanni (dal 1929 al 1941)

Nel 1929 però la proprietà verrà ricompattata e venduta a Maria Paulon, moglie di Cesare Sangiovanni un medico del luogo, che ne rimase proprietaria per 12 anni.

 

Famiglia SIGURTA’ (dal 1941 ad oggi)

La primavera del 1941 segnò l’inizio della proprietà da parte della famiglia Sigurtà. Il Dottor Giuseppe Carlo Sigurtà, industriale farmaceutico nato a Castiglione delle Stiviere (Mantova) acquistò il terreno ed iniziò la grandiosa opera di riqualificazione del parco ristabilendo l'antico splendore. Il giardino non fu soltanto abbellito ma aumentò di dimensioni: dai 22 ettari originari assunse nel tempo le dimensioni attuali di 60 ettari.


Dott. Giuseppe Carlo Sigurtà (23 maggio 1898 – 10 agosto 1983)



















Nella direzione del Parco, Carlo Sigurtà fu affiancato dal nipote e figlio adottivo Enzo Inga Sigurtà (10 dicembre 1927 - 10 aprile 2009), professore universitario e psichiatra.

Il 19 marzo 1978 il Parco aprì le sue porte al pubblico.

Dopo la morte di Carlo Sigurtà nel 1983, la famiglia Sigurtà si è impegnata al mantenimento ed al rinnovo dell'intero parco: nel 1990 è stata realizzata la Meridiana Orizzontale che sorge sul belvedere di Giulietta e Romeo e nel 2011 è stato inaugurato il Labirinto, un percorso che si snoda su una superficie di 2.500 metri quadrati e che accoglie 1.500 esemplari di piante di Tasso.

Meridiana orizzontale  -  Labirinto


Il 10 aprile 2009 morì Enzo Inga Sigurtà che a sua volta ha lasciato in eredità ai figli Magda e Giuseppe che continuano con dedizione a far conoscere questo parco, per proseguire il lavoro svolto dai loro antenati.

Al Dott. Carlo Giuseppe Sigurtà è stato dedicato un monumento in bronzo, opera dello scultore Dante Carpigiani.

"Giuseppe Carlo Sigurtà 1895-1983

Artefice di questo complesso ecologico"




























































Ci auguriamo che la famiglia Sigurtà continui con le sue future generazioni a perseverare la proprietà di questo parco in tutta la sua grandezza e bellezza.

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by Stefania Gelmetti