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L’ALTARE DELLA PATRIA E GIUSEPPE ZANARDELLI - FORSE NON TUTTI SANNO CHE….

2020-04-08 12:50:47

Desidero condividere con voi questo articolo che si distacca dagli articoli che di solito pubblico e che parla di alcuni aspetti in merito alla storia e costruzione dell’Altare della Patria e del Milite Ignoto, aspetti che forse non tutti sanno. Siete curiosi di cosa vi parlerò?

Vi starete chiedendo perché oggi vi parlo di questo monumento che si trova tra l’altro in una location al di fuori delle mie zone di cui generalmente vi parlo. Tra l’altro il tema dell’articolo è un po’ distaccato dai miei argomenti, nel senso che in questo articolo di oggi c’è storia, e non viaggi luoghi natura. Ogni tanto un po' di storia ci sta 😊

Giuseppe Zanardelli: chi è e perché vi parlo di lui?

Giuseppe Zanardelli è nato a Brescia il 26 ottobre 1826 ed è morto a Toscolano Maderno, sul lago di Garda (provincia di Brescia) il 26 dicembre 1903. Laureato in giurisprudenza, è stato un avvocato e giornalista. 

Dopo il Governo Minghetti caduto il 18 marzo 1876, Giuseppe Zanardelli approdò al Governo di Depretis durante il quale fu Ministro dei Lavori Pubblici, ma il 7 novembre 1877 diede le dimissioni. Tornò al Governo il 24 marzo 1878 con Benedetto Cairoli dove diventò Ministro dell’Interno.

Il 24 novembre 1892 fu stato eletto Presidente della Camera durante la XVIII Legislatura del Regno d’Italia e successivamente per la seconda volta il 6 aprile 1897 durante la XX Legislatura del Regno d’Italia. Durante la XXI Legislatura, il 15 febbraio 1901 fu eletto Presidente del Consiglio e lo rimase fino al 3 novembre 1903 quando si dovette dimettere per motivi di salute.

L’Altare della Patria: la storia

Dopo la morte di Vittorio Emanuele II di Savoia avvenuta il 9 gennaio 1878, ci furono diverse iniziative che proposero la costruzione di un monumento che celebrasse il primo Re dell’Italia unita. E’ da Vittorio Emanuele II che il monumento viene chiamato anche “Vittoriano”.

Il 26 marzo 1878 il parlamentare Francesco Perroni Paladini depositò alla Camera dei deputati del Regno d'Italia un disegno di legge il cui obiettivo era quello di costruire a Roma, capitale del Regno, un monumento dedicato a Vittorio Emanuele, Padre della patria.

Il 4 aprile 1878 il governo recepì questa indicazione, precisamente la  persona di Giuseppe Zanardelli che era Ministro dell’Interno del Regno d’Italia in questo periodo del Governo Cairoli I (24 marzo 1878 – 19 dicembre 1878).

Giuseppe Zanardelli depositò un disegno di legge nel Consiglio dei Ministri e la sua proposta fu approvata dal Parlamento del Regno d’Italia il 16 maggio 1878.

I lavori di costruzione iniziarono nel 1885 e si conclusero nel 1935. Il complesso monumentale fu opera degli architetti Ettore Ferrari e Pio Piacentini per quanto riguardò il progetto di massima; Giuseppe Sacconi realizzò il progetto di dettaglio e fu il direttore del suo cantiere di costruzione.

L’inaugurazione ufficiale e l’apertura al pubblico avvenne il 4 giugno 1911, in occasione delle celebrazioni del 50° anniversario dell’Unità d’Italia.

Il Milite Ignoto: come e da dove arrivò a Roma?

Dopo la prima guerra mondiale, il Governo di Giovanni Gentile approvò la costruzione di un altare dedicato a tutti morti caduti e dispersi in guerra per la patria. Perciò, durante i lavori di costruzione del monumento, Giuseppe Sacconi inserì all’interno del “Vittoriano” un altare dedicato alla patria.

Non potevano essere condotti lì tutti gli uomini che non erano stati identificati e perciò fu scelto di seppellire un soldato italiano la cui identità era sconosciuta. 


La salma del soldato fu chiusa in una  bara e fu caricata su un treno che partì da Aquileia per arrivare a Roma.

Ad ogni stazione c’erano tantissime persone che attendevano  per applaudire e dare onore alla salma.

La salma fu sepolta con una cerimonia solenne il 4 novembre 1921 in occasione della Giornata dell’Unità Nazionale. 

Perché l’Altare della Patria è stato costruito in marmo Botticino?

L’Altare della Patria non è stato costruito dal travertino, pietra tipica di Roma utilizzata infatti per gli edifici della capitale.

Per la costruzione del monumento fu usato il marmo chiamato “Botticino”, un marmo con una tonalità bianca ed una leggera tendenza al giallo paglierino.

Il marmo “Botticino” prende nome dal paese in cui si trovano le cave, in cui viene estratto, che si chiama appunto Botticino, si trova in provincia di Brescia che dista circa 500 chilometri da Roma.

Cava di marmo Botticino

La scelta infatti di questo marmo suscitò molte polemiche in quanto la distanza delle cave di Botticino da Roma era giudicata eccessiva, ed inoltre a pochi chilometri a sud-est di Roma nei pressi di Tivoli si trovano le cave di travertino.

Uno dei motivi è stato sicuramente il desiderio di dare onore alla figura di Giuseppe Zanardelli che recepì il desiderio di costruire un monumento a Roma dedicato all’unità nazionale ed alla liberazione dalla dominazione straniera.

Il secondo motivo è stato quello di creare lavoro nelle zone del Nord d’Italia che erano state colpite dalla fame e dalla miseria per la guerra. 

by Stefania Gelmetti