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La “Casa dei Tre Òci“

2021-09-10 19:59:20

La “Casa dei Tre Òci“: la sua storia dal 1913 con Mario De Maria e cos'è oggi. Conoscete questa bellissima “Casa“?

Conoscete la “Casa dei Tre Òci”? Io l’ho vista per la prima volta due anni fa a febbraio grazie ad un amico del luogo, che mi ha fatto conoscere scorci da me sconosciuti in una città da me visitata diverse volte. Grazie a lui ho potuto scoprire ed ammirare la bellezza di questa “Casa”:

LA "CASA DEI TRE ÒCI"


Cosa significa “òci”?

Prima di tutta andiamo a vedere cosa significa il termine “òci” che è il plurale di “òcio”. In dialetto veronese il termine “òci” si traduce in “occhi”.

Nel caso della “Casa dei Tre Òci”, il termine “òci” sta a significare delle grandi finestre ogivali.

"Òcio” (finestra ogivale)  -  Particolare


Cos'è la "Casa dei Tre Òci”?

La “Casa dei Tre Òci” è uno dei più affascinanti edifici veneziani in stile neogotico e una splendida testimonianza dell’architettura veneziana di inizio 1900.

L’edificio è a tre piani. L’importanza del piano nobile dell’edificio è sottolineata dalla presenza delle tre grandi finestre detti appunto “Tre Òci”. Al secondo piano, centralmente, è presente una bifora incorniciata da decorazioni neogotiche.

Bifora neogotica”  -  Vista sul Bacino di San Marco


Dove si trova?

Come avrete capito, la “Casa dei Tre Òci” si trova a Venezia, sull'isola della Giudecca.

Le tre grandi finestre “òci” al primo piano hanno la vista sul Canale della Giudecca e sul Bacino di San Marco.

Vista sul Canale della Giudecca


Di fronte si trovano la Piazza ed il Palazzo Ducale, una zona di eccezionale interesse storico, artistico e monumentale, vicino all’isola di San Giorgio, alla Chiesa del Redentore, di fronte alla Punta della Dogana e a Ca’ Giustinian, non lontano dall’Arsenale e dai Giardini della Biennale.


La storia della "Casa dei Tre Òci”

La “Casa dei Tre Òci” fu disegnata dall’artista Mario De Maria, noto anche con lo pseudonimo Marius Pictur. Fu costruita nel 1913 sull’isola della Giudecca al centro del bacino di San Marco, in un momento storico in cui l’isola della Giudecca era un luogo privilegiato per la costruzione di nuovi complessi architettonici e residenziali.

E’ nata come casa–studio di Mario De Maria (1852-1924), pittore ed architetto italiano, che la progettò e seguì i lavori di realizzazione.

In seguito divenne l’abitazione del figlio Astolfo (1891-1946) con la moglie Adele. Dopo la morte di Astolfo, la moglie Adele si sposò con Giulio Macchi ed ospitarono figure di fama internazionale come Vittore Grubicy, Hundertwasser, la figlia di Peggy Guggenheim, Morandi, Fontana e Dario Fo che la usò come laboratorio per il suo “Arlecchino” del 1985.

Mario De Maria (1852-1924)  -  Adele ,moglie del figlio Astolfo (ritratto del 1942)


La “Casa dei Tre Òci” è stata da sempre luogo di produzione artistica, luogo di incontro e di scambio culturale, studio per gli artisti che partecipavano alla “Biennale” e spazio ospitale per gli intellettuali di passaggio a Venezia.

La “Casa dei Tre Òci” conobbe un periodo di declino che interessò l’isola della Giudecca e ne uscì nel 2000 quando la Fondazione di Venezia l’acquistò attraverso la sua società Strumentale Polymnia e la sottopose ad un lungo ed impegnativo restauro.


La “Casa dei Tre Òci” oggi

Nel 2007 la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Veneto ha riconosciuto la “Casa dei Tre Òci” un “bene di interesse storico e artistico”.

La “Casa dei Tre Òci” è stata finalmente riaperta al pubblico nel 2012.

Oggi la “Casa dei Tre Òci” è uno spazio culturale dedicato in particolar modo alla fotografia ed all’arte contemporanea. E’ frequentato ogni anno da oltre 90 mila visitatori. La prestigiosa sede ospita infatti mostre di fotografia italiana e straniera ed anche mostre di arte contemporanea.



Sale che ospitano mostre di fotografia


Al suo interno si può consultare parte del patrimonio della Fondazione di Venezia:

  • Il “Fondo Fotografico De Maria”: oltre alle 230 stampe fotografiche all’albumina ed alle 11 stampe fotografiche cianotipiche realizzate da Mario De Maria, si aggiungono oltre 4.500 stampe nella sezione contemporanea, 1.500 fogli provino a contatto, negativi fotografici e diapositive; anche migliaia di scatti della vita pubblica e privata di Adele, vedova di Astolfo figlio di Mario De Maria, insieme al suo secondo marito Giulio Macchi (immagini dei costumi, della storia e della cultura italiana fra gli anni cinquanta e la fine degli anni settanta
  • Il “Fondo Italo Zannier”: si tratta dell’archivio fotografico di Italo Zannier (1932-vivente) che è stato il primo docente di “Storia della fotografia” in Italia, archivio di cinquant’anni di lavoro come fotografo, storico e critico di fotografia; comprende 1700 scatti realizzati fra l’ottocento ed i giorni nostri con tutte le tecniche fotografiche ed una biblioteca specializzata con circa 12000 opere
  • Si possono visitare inoltre le “Stanze De Maria”, le due stanze dedicate alla famiglia De Maria e la testimonianza in tre dimensioni della vita veneziana.


by Stefania Gelmetti