Intenzioni

Definire una intenzione per l’attività che dovrò andare a svolgere è un piccolo trucco che ho letto in un libro anni fa e che, da quando lo utilizzo, la mia produttività è aumentata al pari dell’energia e del piacere nello svolgere un compito con una riduzione proporzionale dello stress associato a quel compito.

Sia che si tratti di una attività che amo fare sia che si tratti di un qualcosa che detesto, sia che si parli di un obiettivo macro che micro, stabilire l’intenzione mi permette di ottenere migliori risultati mantenendo alti i livelli di energia.

Partiamo, però, dall’inizio.

Intenzione : “orientamento della coscienza verso il compimento di un’azione”, significa definire cosa si vuole provare o ottenere con l’attività in cui ci si impegnerà. Cosa si vuole portare in quella attività o quale il risultato desiderato.

L’intenzione è qualcosa che precede l’obiettivo. L’obiettivo è il risultato che voglio raggiungere, è lo stato desiderato, l’intenzione è il come voglio raggiungerlo.

Dunque, se per esempio, mi metto a studiare per l’esame di maturità, fermo l’obiettivo di superare l’esame con un determinato voto, posso stabilire le seguenti intenzioni:

porsi queste domande, ed ascoltare le risposte che arrivano dal proprio inconscio, dà una forte spinta di energia.

Stessa cosa si può fare per ogni attività cui ci approcciamo.

Per esempio la sera, quando torno a casa, prima di entrare in casa, faccio un bel respiro, rilascio le tensioni e mi pongo domande del tipo:

Non so ripetere quello che mi rispondo o descrivere come mi comporto, certamente in famiglia si sono accorte di questo mio cambio di energia ed approccio… con beneficio di tutti.

Quindi stabilisci una intenzione prima di iniziare una attività, e poi svolgila portando in essa l’intenzione generata, non te ne pentirai.

Ulteriore beneficio? Migliora i livelli di energia.

Stabilire un’intenzione significa, necessariamente, svolgere una attività alla volta. Stabilire l’intenzione è escludere dalla propria vita il falso mito del multitasking. Il cervello umano - sì anche quello femminile - non è strutturato per il multitasking.

Il mito del multitasking deriva dall’impressione di svolgere una pluralità di attività in contemporanea. In realtà, a fare attenzione, si fanno una pluralità di attività in sequenza, attraverso il c.d. task switching, ovvero il cambio di attività. Che è ciò che realmente stanca la mente; ogni attività richiede uno sforzo differente del nostro cervello, livelli di concentrazione e attenzione differenti oltreché attivazione di aree differenti. La gestione di questi cambi repentini determina la stanchezza mentale.