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4 step prima di un Colloquio ad alto impatto emotivo
Quando ci prepariamo ad una "conversazione difficile" ci preoccupiamo molto di quello che dobbiamo dire e come lo diremo, cercando di tenere a freno le emozioni... Quello che facciamo prima del colloqui è spesso più importante, per l'esito desiderato, rispetto a quello che diremo.
È comprensibile essere preoccupati dei colloqui ad alto contenuto emotivo cui siamo o saremo coinvolti. Che sia un esame, un colloquio di lavoro, un licenziamento o altro, quando la posta in palio emotiva è elevata l’ansia da prestazione, su cosa dovremo dire, spesso prende il sopravvento.
Di solito, ahinoi, quanto più è importante la questione tanto più facciamo peggio. Auto-sabotando i nostri risultati.
Quando non sogniamo la bacchetta magica per superare il problema, desideriamo trovare un consiglio, un trucco, una tecnica per padroneggiare la prova verbale. Siamo alla ricerca di risposta a domande del tipo:
Preparare il “cosa” dire ed il "come" dirlo è molto importante, ma non sono gli unici aspetti a determinare gli esiti, anzi.
Ciò che influenza maggiormente l’esito del colloquio non è tanto come userai la bocca bensì cosa fai prima di aprirla.
Quindi ecco 4 passi per preparare al meglio i colloqui ad alto contenuto emotivo.
1) Chiarisci i tuoi obiettivi (a medio e lungo termine)! Quando siamo sotto stress o ci sentiamo minacciati la reazione istintiva è la c.d. “fight or flight response”, il combatti o fuggi, vincere o evitare conflitti. Questa reazione si focalizza sul breve termine, per “preservare il presente”; così facendo viene ipotecato il futuro perché non si considerano gli effetti di secondo ordine.
Quindi quando sai che dovrai affrontare un colloquio importante, la prima cosa da fare per prepararti è chiarire i tuoi obiettivi. Per farlo puoi usare la matrice in calce all'articolo.
Considerando questi aspetti aumenta il grado di concentrazione, determinazione e calma, perché chiarire le proprie motivazioni ed i propri obiettivi permette di collegarsi profondamente ai propri valori e desideri, i veri driver di ogni conversazione complessa.
2) Gestisci le emozioni e dai spazio a quelle utili. La reazione combatti o fuggi è il risultato di un vero e proprio sequestro emozionale, nel quale a guidare le azioni, i pensieri e le parole sono, appunto, le emozioni; spesso emozioni quali rabbia o paura che ci portano a porci sulla difensiva.
Raramente questo conduce a conversazioni produttive.
Come è stato scoperto, le emozioni sono predizioni fondate sulle sensazioni che stiamo provando, quindi è molto raro che le emozioni abbiano effettivamente a che fare con ciò che l'altra persona sta dicendo o facendo; in realtà sono il risultato delle storie che ci raccontiamo.
Quindi il secondo passo nella preparazione di un colloquio ad alto impatto emotivo è:
- Considerare le sensazioni che stai provando;
- riconoscere la storia che ti racconti;
- cambiare i ruoli all’interno della storia, tu: da vittima a protagonista – l’altro: da cattivo ad essere umano;
- chiediti "Cosa sto facendo finta di non sapere?" e "Perché una persona normale fa ciò che sta facendo?"
Questo permette di mettersi nei panni degli altri, passo fondamentale per vivere emozioni positive in supporto a colloqui efficaci.
3) Parti dai fatti e dati oggettivi. Iniziare un colloquio ad alto impatto emotivo partendo dalle proprie conclusioni tratte secondo il proprio ragionamento è la migliore premessa una rapida degenerazione.
Dico quello che penso --> Tu dici quello che pensi --> Start & Reapet e nessuno si ascolta.
Fare i compiti a casa, ovvero raccogliere i fatti oggettivi elimina la possibilità che l’altro contesti quanto viene riportato. Le conclusioni sono soggettive, i fatti ed i dati oggettivi.
Condividi i fatti ed i dati che hai raccolto, spiega la logica che hai usato per arrivare alle tue conclusioni, potrà non condividere le tue conclusioni ma hai dimostrato rispetto (uno dei 6 bisogni umani) e puoi continuare riconoscendolo/a (altro bisogno umano).
4) Resta aperto/a. Nei colloqui ad alto impatto emotivo è fondamentale ascoltare l’altro ed essere pronti a riconsiderare le nostre conclusioni di fronte a dati, fatti o logiche differenti alle nostre e migliorative delle nostre conclusioni.
Essere aperti e riconoscere l’altro non è sintomo di debolezza, è dimostrazione di vero potere. Il Vero Potere non ha bisogno di imporsi con la forza, viene riconosciuto attraverso il rispetto.
Sii presente, ascolta consapevolmente l’altro ed impara… se del caso, lasciati persuadere.
Aggiungere anche questa preparazione garantisce gli esiti sperati?
No, troppe variabili in gioco.
Quello che permette è affrontare i colloqui difficili, le “difficult conversation” con la giusta dose di tensione ed energia, aumentando le possibilità di ottenere ciò che vogliamo.