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CINEMA/ Tutte le donne di Tinto Brass: oltre 50 anni di film e vita vissuta...

2019-09-07 22:03:18

A 86 anni Tinto Brass, ripresosi dopo il ricovero all'ospedale dello scorso mese di luglio, festeggia gli oltre 50 anni di carriera cinematografica con la bella moglie Caterina Varzi. A lei, Tinto Brass ha deciso di delegare le scelte più importanti, quando non potrà più farle lui.


Tinto Brass, il maestro del cinema erotico italiano.

Tinto Brass, all'anagrafe Giovanni Brass, nasce a Milano il 26 marzo 1933, da una famiglia di remote origini austriache, nipote del pittore goriziano Italico Brass, ma si trasferisce presto a Venezia. Iscrittosi nel 1951 all'Università di Padova alla Facoltà di giurisprudenza, nel 1955 chiese e ottenne il congedo per quella di Ferrara, dove si laureò nel 1957 con una tesi sui "Rapporti di lavoro con imprese della produzione cinematografica" (relatore Carlo Lega). 

Appassionato di cinema più che di diritto, sul finire degli anni Cinquanta trascorse un biennio come archivista alla "Cinémathèque" di Parigi, avvicinandosi agli ambienti della nascente Nouvelle Vague. In seguito tornerà in Italia come aiuto-regista di Alberto Cavalcanti.

Già assistente di maestri del cinema come Roberto Rossellini e Joris Ivens,  esordì nella regia con il lungometraggio In capo al mondo (1963), apologo sul disagio giovanile, del quale curò anche la sceneggiatura e il montaggio. Con una sorta di "anarchismo umoristico", il film narrava i disagi di un giovane che stenta a integrarsi nella società, ma questa insofferenza verso il potere e le sue istituzioni non venne apprezzata dai censori dell'epoca, che gli imposero di rigirare la pellicola da capo. Per tutta risposta Brass le cambiò solo il nome (Chi lavora è perduto), rendendo ancora più esplicito il messaggio politico-sociale.

Ma divenne soprattutto famoso a partire dagli anni Ottanta, con tutta una serie di pellicole dedicate alle diverse visioni dell'erotismo. Film indimenticabili, per altrettante favolose attrici che hanno lasciato segni indelebili nell'immaginario maschile collettivo.

I titoli più famosi diretti da Tinto Brass e le relative attrici

1964 – La mia signora è un film collettivo diretto da Tinto Brass, Mauro Bolognini e Luigi Comencini ed interpretato in tutti e cinque gli episodi, da Alberto Sordi e Silvana Mangano.

1964 – Il disco volante è un altro film diretto dal regista Tinto Brass. La trama utilizza l’elemento fantascentifico – la venuta di extraterrestri – per una satira di costume sulla società italiana dell’epoca. Protagonisti: Alberto Sordi e Silvana Mangano.

1966 – Col cuore in gola, è un film diretto da Tinto Brass. È stato liberamente ispirato dal romanzo “Il sepolcro di carta” di Sergio Donati. Con Ewa Aulin.


1980 – Action, è un film diretto da Tinto Brass. Con Susanna Javicoli.

1983 – La chiave è un film erotico diretto dal regista Tinto Brass. Basato sul romanzo omonimo dello scrittore giapponese Tanizaki Jun’ichirō. La chiave ebbe un grande successo al botteghino (grazie anche alla popolarità di alcuni dei suoi interpreti, tra cui spiccò la protagonista femminile Stefania Sandrelli) e non mancò di suscitare scandalo e accesi dibattiti. Ricevette giudizi contrastanti, ma ancora oggi viene considerata da molti la pellicola più riuscita di Brass.


1985 – Miranda è un film diretto dal regista Tinto Brass. Il film prende liberamente spunto dalla commedia di Carlo Goldoni, La locandiera, la cui protagonista si chiama per l’appunto Mirandolina. Con Serena Grandi.


1987 – Capriccio è un film (liberamente tratto dal romanzo “Lettere da Capri” di Mario Soldati) diretto da Tinto Brass. Ha lanciato Francesca Dellera.

1988 – Snack Bar Budapest è un film (liberamente tratto dal romanzo omonimo di Marco Lodoli e Silvia Bre) di Tinto Brass interpretato da Giancarlo Giannini e Raffaella Baracchi.

1991 – Paprika è un film (liberamente tratto dal romanzo Fanny Hill di John Cleland) diretto da Tinto Brass e interpretato da Debora Caprioglio.

1992 – Così fan tutte è un film di commedia erotica all’italiana diretto da Tinto Brass, ispirato all’omonima opera di Mozart. Protagonista Claudia Koll. Attrice che dopo questo film, smise di recitare, per darsi prima alla vita monacale e poi al teatro e alle opere sociali.

1995 – Fermo posta Tinto Brass è un film commedia/erotico diretto da Tinto Brass. Il film è diviso in 9 episodi, completamente slegati tra loro. Con Sara Cosmi.

1998 — Monella è un film diretto da Tinto Brass, con Anna Ammirati.

2002 — Senso ’45 è un film diretto da Tinto Brass. Il film si ispira a una novella di Camillo Boito, già adattata in passato da Luchino Visconti nel film Senso. Brass ambienta la sua pellicola durante gli ultimi anni del fascismo. Con Anna Galiena e Gabriel Garko.

2003 – Fallo! è un film diretto da Tinto Brass. Con Maruska Albertazzi, Sarah Cosmi, Angela Ferlaino, Grazia Morelli, Federica Palmer, Raffaella Ponzo.


Ed infine l'attuale moglie di Tinto Brass: Caterina Varzi

Dopo oltre una settimana di apprensione per la sua salute, Tinto Brass, 86 anni, maestro del cinema erotico italiano, è stato dimesso dall’Ospedale Sant’Andrea di Roma. Lo scorso 9 luglio infatti era stato ricoverato d’urgenza dopo un malore (si era parlato di un’ischemia) nella sua villa di Isola Farnese. Gli era salita improvvisamente la febbre e la moglie Caterina Varzi aveva chiamato i soccorsi. Brass era stato ricoverato in terapia intensiva, con prognosi riservata.

Con una nota, il regista ha fatto sapere di stare bene e di essere prossimo al recupero completo: ha voluto ringraziare il personale sanitario che si è occupato di lui, oltre che le persone che gli sono state vicino in questi giorni difficili.


«Dove c’è un grande amore c’è una grande forza, mia moglie Caterina mi ha dato e continua a darmi la gioia di vivere», ha scritto. «Posso ancora dire che il senso della vita è essere presenti per godere di ogni istante». A Brass sono arrivati anche gli auguri di completa guarigione da parte dell’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato. «Voglio anche ringraziarlo per le belle parole espresse nei confronti della struttura e dello staff sanitario che lo ha avuto in cura».

Nove anni fa, il 16 maggio del 2010, il regista, vedovo, da undici anni, di Carla Cipriani e padre di Bonifacio e Beatrice, fu colpito da un ictus e perse la memoria, che poi recuperò completamente. E fu proprio in quei momenti che si rafforzò il legame con Caterina, che rimase con lui fino alla dimissione. Ex avvocata e ricercatrice universitaria con la passione della psicanalisi, era stata protagonista di un suo cortometraggio, Hotel Courbet: lui la chiamava «musa ermeneutica». Si sposarono il 3 agosto di due anni fa.

A lei, Tinto Brass ha deciso di delegare le scelte più importanti, quando non potrà più farle lui: «Nel caso in cui io non sia più in grado di badare a me stesso Caterina sceglierà per me la cosa giusta. Le consegno la chiave della mia vita, sicuro che la girerà al momento giusto». Il regista ha sempre dichiarato di voler essere libero di decidere di porre fine alla sua vita, «prima di perdere la dignità». Ma, per fortuna, non ce n’è stato bisogno.