Guido Zanchin

Founder Senior

Chi ha paura del lupo cattivo?

2019-09-01 13:44:28

Giudizio? What' that?

 Proprio come la paura del lupo cattivo, la paura del giudizio viene “installata” già in tenera età: “Se non fai così diventerai come….” “Se farai ancora così il papà e la mamma non ti vorranno più bene” “ Se non mangi non crescerai e nessuno sarà tuo amico” e via terrorizzando. Ecco che il “futuro adulto” inizierà a mettere in atto quella che sarà una vera e propria dannazione, che l’accompagnerà in tutte le aree della sua vita sociale: la ricerca dell’approvazione.

 La paura del giudizio è in assoluto quella più diffusa su tutto il pianeta, viaggiando trasversalmente sia tra epoche che culture, viene a dirci quanto sia anche oggi diffusa.

Un giudizio che peraltro inseguiamo fin da bambini perché, come detto più sopra, sentivamo il bisogno di ricevere  riscontri positivi dai nostri genitori per cercare di proteggere la nostra autostima dalla frustrazione.

Per ricevere un giudizio positivo da parte degli altri è indispensabile appagare le loro aspettative

Fondamentalmente, alla base della ricerca dell’altrui giudizio positivo, c’è anche la paura del rifiuto o della non accettazione. Si paventa, in questo modo, il pericolo di una vita non reale, distante dal vero sé, cercando di aderire alle richieste e/o attese dell’altro, recitando così parti o ruoli non aderenti al proprio sè.

Cercare l’altrui approvazione è un lavoro spesso sfiancante, un investimento di energie, che, secondo il mio modesto parere, potrebbero essere utilizzate meglio  per realizzare le nostre vere risorse interiori.

Elemosinare l’approvazione degli altri potrebbe portare a perdere il Vero Sé

Non è improbabile generare un circolo vizioso che potrebbe portarci a cercare ancor più giudizi benevoli adattandoci sempre più alle loro aspettative.

In questo modo ci si avvicina  ad una sorta di sgretolamento della personalità: sottoposta a maschere e travestimenti potrebbe essere impossibile che possa espandersi e crescere.

Il passo per allontanarci dal proprio sé e non essere autentici, oltre che con gli altri, anche con sé stessi, a questo punto, è davvero molto breve. La nostra vita e le nostre attività potranno essere fortemente condizionati dall’ altrui giudizio, segno evidente di una scarsa stima verso di sé e che esercitiamo verso noi stessi un giudizio.

Qualcuno dirà: mi riconosco in questa dinamica ma non riesco a liberarmene, come faccio?

Così, d’acchito ti direi: “Iscriviti ad uno dei miei corsi!” In effetti tra il leggere ed il fare c’è di mezzo il mare! Quello che leggi nei miei articoli, io spero con tutto il cuore, può talvolta aiutarti ed  aprirti gli occhi, ma poi non è detto che tu riesca, da solo, a portare a termine i tuoi propositi senza l’aiuto di un professionista. Occorre molta volontà, e non sempre basta.

Ecco i miei consigli per aiutarti a cominciare ad agire:

Comincia con gradualità, occorre gradualità, un po' per volta, a ritrovare la capacità e la voglia di farti delle domande, magari, meglio, quando sei solo e davanti allo specchio. Preparati prima, con calma, sbàrbati, ( per le donne truccati o il suo equivalente) vestiti, o almeno non metterti in canotta e mutande. Sii l’immagine migliore di te insomma.

Comincia a rispondere con sincerità e genuinità a queste domande, una alla volta. Una sola ogni volta che ti metti davanti allo specchio:

  • Come mi sento?
  • Cosa vorrei da me stesso?
  • Di cosa sento bisogno?
  • Cosa cerco?
  • In relazione ad un’altra persona: Che persona è? Che rapporto vuole instaurare?

Per cominciare può bastare

             Poi:

  • Comincia ad esporre le tue idee, sempre gradualmente, una volta al giorno, sapendo che avranno un giudizio, non importa fallo! Vedrai che non saranno tutti negativi
  • Non è possibile eliminare il nostro giudice interiore, spesso la voce genitoriale, ma puoi cambiarlo, sempre gradualmente, sii più gentile e meno severo con te stesso.
  • Distingui le critiche manipolative da quelle costruttive, occorre attenzione: le prime creano imbarazzo, senso di colpa, inadeguatezza, comunque generano quasi sempre ansia. Le seconde al benessere, al miglioramento, anch’esse potrebbero generare qualche disagio. Individuarle e separarle è la cosa più importante che puoi fare per te stesso. Chiariscile, esternale, parlane ad alta voce in modo da renderli consapevoli. E’ il primo passo per liberarsene!

D’ora in poi, probabilmente distinguerai i tuoi bisogni...

...da quelli non tuoi, che ti servono, cioè, solo per avere attenzione o approvazione.

Scoprirai che non sempre gli altri ti giudicano, spesso è solo una tua paura.

Forse finalmente restituirai convinzioni a cui hai aderito senza convinzione.

Un percorso di crescita, questo, che Berne chiamava “revisione copionale”.

Spero di esserti stato d’aiuto, ma se ancora non riesci, non esitare a contattarmi, qui sul mio canale.