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La parola, leggera come una piuma o affilata come una pietra tagliente
Editoriale della Domenica, 17 Marzo 2019.La parola deve essere imbevuta di verità per assumere l'importanza che il contesto le assegna. Il tempo consolida la fiducia nella persona quando la parola è tenuta in vita dalla sorgente della verità, smarrirla, è un attimo, un battito d'ali
La parola deriva dal latino parabola. Quado quando viene pronunciata disegna una traiettoria, al pari di un proiettile, che dipende dalla forza espressa e dal peso condizionando l'altezza e la distanza della caduta.
Una parola espressa con dolcezza diventa lieve e pronta a raggiungere in volo gli strati alti dell'atmosfera, sospinta dal vento caldo della verità in attesa di posarsi sulle ali dell'anima, oppure diventare pietra tagliente, con la faccia aguzzina, e disegnare una traiettoria di breve durata per raggiungere gli strati più intimi dell'essere umano, offuscando la luce dello Spirito.
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La parola è il mezzo con il quale l'uomo si relaziona con il mondo circostante attribuendo agli oggetti della realtà un valore simbolico legato al contesto, al significato e al suo significante. L'azione della parola è sempre legata al contesto ambientale e al suo limite informativo che visti nel loro insieme, condizionano fortemente l'azione messa in atto dalle persone nel loro atto comunicativo, ovvero il trasmettere e ricevere informazioni tra di loro.
Il contesto, in generale, svolge soprattutto la funzione di arricchire e completare il senso del linguaggio e suggerisce all'individuo la scelta di una parola rispetto ad un'altra. La parola ha un peso, può essere una piuma, e posarsi lievemente sulle ali dell'anima, o una pietra tagliente in grado di oscurare la luce dello Spirito. Il contesto si può ampliare o restringere secondo le esigenze presenti nell'interazione comunicativa.
Il senso precisa la direzione che l'interlocutore deve seguire per comprendere e si completa con le diverse sfumature create dall'applicazione particolare di una parola posta in una cornice specifica: tutto ciò che "circonda" una data parola, la situazione, i vincoli culturali, contribuisce al completamento del significato. Fondamentale è sempre la pertinenza, legata al contesto, intesa come l'insieme delle condizioni, delle opportunità e dei vincoli, spaziali, temporali, relazionali e culturali presenti in un qualsiasi scambio comunicativo. La parola è l'espressione autentica della verità. Il venir meno a questa condizione, afferma Socrate, significa applicare l'arte del compromesso e questo non fa bene alla parola e nemmeno all'arte del proferire.
La parola deve essere imbevuta di verità per assumere l'importanza che il contesto le assegna. Il tempo consolida la fiducia nella persona quando la parola è tenuta in vita dalla sorgente della verità, smarrirla, è un attimo, un battito d'ali. Il significato rimanda al contenuto espresso con la parola, il significante rimanda all'insieme dei segni visivi e fonetici che riportano al significato. Ad esempio: alla lavagna è riportata la parola gatto.
La parola viene impiegata come vettore per spiegare alle persone in ascolto il significato visivo della parola gatto, in questo caso attraverso un disegno essenziale del gatto. Nel nostro caso, il significato è il concetto mentale che rimanda al gatto. Il significante è l'espressione vocale del gatto, (la parte fisicamente percepibile che corrisponde all'insieme dei segni visivi e fonetici che riportano al gatto). La parola come si vede agisce sul piano dell'espressione e del contenuto entrando in modo diretto a contatto con tutti gli organi di senso della persona che in base alle condizioni definite dal contesto, e dalla sua situazione psicofisica, accoglie la parola assegnando valori completamenti differenti in base alle circostante, mettendo in atto reazioni positive, negative o neutre. La scelta della parola è fondamentale per stabilire la nascita, la continuità o l'uscita di scena da qualsiasi atto comunicativo.
La parola mette in azione le persone, agendo sulla funzione referenziale che riguarda il contesto, sulla funzione emotiva, sulle funzione conativa, che usa le espressioni per convincere l'interlocutore, sulla funzione poetica per donare alla parola l'effetto e in ultimo sulla funzione metalinguistica che rimanda alla spiegazione.
La parola deriva dal latino parabola e ha lo scopo di semplificare espressioni complesse e articolate e nel tempo ha dato vita alla parola balistica, che sappiamo essere una branchia della fisica che studia il moto di un proiettile. La parabola conduce a immaginare la traiettoria disegnata da una parola quando viene emessa e quando viene ricevuta da un interlocutore, al pari di un proiettile il cui risultato finale dipende dalla forza di gravità e dalla forza impressa nella fase di sparo. La parabola già alla fine dell''800 ha iniziato a vedersi applicata nelle costruzioni e in modo particolare nei ponti trovando oggi espressioni di autentica bellezza e rarità architettonica.
La parola quando viene pronunciata disegna una traiettoria che dipende dalla forza espressa e dal peso che viste nel loro insieme, determinano l'altezza e la distanza della caduta. Una parola espressa con dolcezza diventa lieve e pronta a raggiungere in volo gli strati alti dell'atmosfera, sospinta dal vento caldo della verità in attesa di posarsi sulle ali dell'anima.
La verità è l'energia che tiene in vita la parola. Una stretta di mano, che vale oltre la parola scritta o pronunciata, dove il significato e il significante si uniscono nel segno della fiducia. Le traiettorie variano in base alle parole. Piume che diventano pietre taglienti con le facce aguzzine che disegnano una traiettoria di breve durata per raggiungere taglienti gli strati più intimi dell'essere umano, offuscando la luce dello Spirito.
Un terremoto che spazza via le consapevolezze tenute in vita dalla forza della verità alimentando la spirale del disagio, e della fiducia in se stessi e negli altri. Un labirinto dove le parole perdono il loro significato etimologico incapaci di dare risposte ai mille perché. Spesso non ci sono risposte. Cercarle, significa perdere tempo per l'impossibilità di calarsi nell'anima altrui.
Occorre dare prova di sé e iniziare a disegnare una nuova parabola dove la parola è al centro dell'atto comunicativo in grado di educare le persone all'uso umano della parola stessa. Solo in questo modo potremo fare emergere la sua verità.
Prof. Guido Zaccarelli
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Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
Riferimenti sitografici:
https://www.wikipedia.org/
https://www.itals.it/nozion/noza.htm
https://fabiogabetta.wordpress.com/2009/12/27/socrate-e-platone-reificazione/