Giuseppina Margio

Al pub questa sera è entrato un anziano signore. "È da solo?" Ho chiesto non vedendolo in compagnia di nessuno. "No, non sono mai solo." Ha risposto battendosi la mano dal lato del cuore. Ho sorriso gentilmente, ma non avevo davvero capito cosa volesse dire. "Prego, venga con me." Gli ho detto accompagnandolo ad un tavolo per due. "Due minuti e le porto il menù." "Non preoccuparti, prendo un panino." "Un panino con cosa?" "Eh... Non mi ricordo." Ha sorriso timidamente. "Lo sa mia moglie cosa c'è dentro. Vedi, prima non c'era questo pub, ma c'era un piccolo caffè. Lei lavorava lì dentro, faceva la cameriera come te. Venivo tutte le sere solo per vederla ed essere servito da lei. Ci ho messo un anno e tre mesi, prima di dirle che mi ero innamorato. E lo sai che mi ha detto quando le ho chiesto di uscire con me, la prima volta?" "No, cosa?" "Ce ne hai messo di tempo! Era un tipo tosto mia moglie. Quella sera stessa ho pensato: io a questa me la sposo. E me la sono sposata veramente." "Che cosa bella! Ma sua moglie ora dov'è?" Ho chiesto guardandomi intorno. "Sta lì." Ha detto indicando il soffitto, ma meglio dire che stava indicando il cielo. "Ah, mi dispiace. Sono stata inopportuna. Non avevo capito che..." "Non ti preoccupare. Sono tre anni ormai che se ne è andata, ma io vengo sempre qui una volta all'anno e festeggio per entrambi il nostro anniversario. Lei prendeva sempre un panino. Lo dividevamo perché a me non piace mangiare nei locali. A me piaceva mangiare a casa mia quello che cucinava lei. Era una cuoca con i fiocchi!" "Posso immaginare." "E tu sai cucinare?" "Me la cavo." "Brava, brava." "Lo sai che cosa mi dispiace assai, però?" "No. Cosa?" "Non averla mai portata al cinema." "A sua moglie piaceva andare al cinema?" "Non lo so. Non l'ho mai accontentata e questo è il mio rammarico. Tu ce li hai i rammarichi?" "Qualcuno mi sa di sì." "Male. Molto male, piccerè. Devi rimediare ora che lo puoi fare... Ma lo sai perché non la portavo?" "No, perché?" "Perché mia moglie era chiacchierona." "E quindi?" "Stare in una stanza per due ore a guardare un film senza sentirla parlare... mi volevi far morire? Io non ci sapevo stare senza la sua voce." "Oh..." "Tu ce l'hai chi ti sta sempre ad ascoltare?" "No, veramente no." "È un peccato. Penso tu abbia molto da dire. Tieni un bel sorriso, ma c'hai gli occhi tristi come me." Ho annuito senza dire nulla stavolta. "Comunque piccerè, me lo porti il menù? Io non mi ricordo che panino prendeva sempre mia moglie, se lo leggo però, mi ricordo. Io mi ricordo ancora tutto di lei." Ecco, io vorrei un amore così. Che abbia sempre voglia di ascoltare ciò che ho da dire. Un amore che si ricordi di me anche a distanza di tempo. E questa sera, dopo tanto, ho sentito che l'amore vero, non è andato veramente perduto.

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Giuseppina Margio

Non ci sono parole .... un immagine meravigliosa!!

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Giuseppina Margio

Non erano niente quei due ma quando si guardavano qualcosa in loro cambiava. Lui sorrideva e lei non era più lei. Il mondo ad un tratto era meno pesante e tutto era più leggero. Lui le metteva serenità, e per quegli attimi, la vita era davvero bella.

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