Giovanni Bonomo

L’importanza, oggi più che mai, del pensiero critico

2023-02-11 08:33:10

Oggi siamo inondati, grazie ai nuovi media e allo sviluppo delle tecnologie di telecomunicazione digitali, da continue informazioni, ma non siamo ancora capaci di distinguere quelle vere da quelle false. Questo dipende spesso dalla carenza di istruzione e dalla mancanza di “pensiero critico”.

“Scio me nihil scire”, diceva Socrate, rendendosi conto, già a quei tempi, che lo scibile umano è tendenzialmente illimitato. Figuriamoci oggi. Il guaio è che molti abitanti del pianeta Terra sono ignoranti senza imbarazzo, non sono cioè affamati di cultura e di conoscenza, preferendo adagiarsi su verità di comodo. Chi ritiene di non essere privo di qualcosa non desidera, infatti, ciò di cui non crede di aver bisogno. Complice di questo atteggiamento neghittoso sono le religioni, che hanno sempre frenato il progresso scientifico fornendo già risposte prefabbricate più o meno tranquillizzanti. Non a caso alla base della costituzione del Centro Culturale Candide è la diffusione del libero pensiero e del pensiero critico.


La consapevolezza di non sapere spinge invece alla ricerca e alla conoscenza. E una prima forma di “pensiero critico” è il rendersi conto che nessuno di noi è portatore di verità assolute, che nessuno può arrogarsi il compito di infondere conoscenza agli altri, potendo tutti esprimere un'opinione. Anche se tale conquista teorica del libero pensiero, che mette in primo piano l’individuo, avvenuta con la Rivoluzione Francese e poi con l’Illuminismo, a tutt’oggi non si è ancora pienamente realizzata.


Il pensiero critico va oltre il libero pensiero ed è la condizione prima della crescita umana, è la nostra unica tutela contro l'illusione, l'inganno, la superstizione e la non conoscenza di noi stessi e del mondo che ci circonda. Tale pensiero diventa indispensabile ora più che mai, data la quantità enorme di informazioni che ci sommerge e le molteplici notizie da cui siamo bombardati. Per questo diventa indispensabile domandarsi il perché e che cosa stia dietro le idee che diamo per scontate, o di un atteggiamento o di un costume consolidati, valutare che cosa influenza o potrebbe influenzare un pensiero o un comportamento, utilizzare prospettive visuali diverse che ci consentano di analizzare fatti o valutare opinioni diverse dal pensiero dominante, ricercare le ragioni e le giustificazioni, ad esempio, di una credenza… per scoprire che forse starebbe bene solo in cucina


Altrimenti non siamo nemmeno liberi di scegliere. Perché se siamo in grado di comprendere le informazioni e di distinguere quelle vere da quelle false, possiamo poi anche rivendicare la trasparenza delle informazioni e opporci ad ogni censura: sarebbe inutile avere accesso alle informazioni se non siamo poi capaci di elaborare o dare un significato corretto a quelle. Mi rendo conto che è utopistico pensare che le nostre scelte possono essere completamente libere da condizionamenti esterni: basterebbe almeno, però, comprendere ciò che le influenza, come le influenza e perché. Solo sviluppando un adeguato senso critico il “pluralismo informativo” dei nuovi media e di Internet può salvarci dalle favole, dai miti, dalle idolatrie, dalle false informazioni, solo così la nostra opinione può formarsi sulle opinioni altrui, in modo consapevole. Se di una “verità” siamo convinti starà poi a noi essere convincenti.


Spesso la convinzione invece di già sapere, assieme all'illusione di essere liberi, ci impedisce di mettere in discussione le nostre convinzioni, ci rende arroganti, e nello stesso tempo deboli. Questa debolezza si manifesta soprattutto nel rifiuto di riconoscere di essere in errore, e anche nel vedere le opinioni differenti dalla nostra come sbagliate, anziché diverse. Consideriamo ignorante, stupido o in mala fede chi è in disaccordo con noi, invece di riconoscere che potrebbe essersi formato quella differente opinione avendo dati di base diversi dai nostri e avendoli elaborati e compresi in modo diverso.


Per proteggere la nostra illusione di essere liberi e di (già) sapere, ci nascondiamo dietro un pensiero altrui, preferibilmente maggioritario, se non dominante, presentiamo e leggiamo solo i dati e le opinioni che rafforzano la nostra idea, escludendo tutto ciò che potrebbe confutarla. Così incrementiamo le nostre illusioni, ma rinunciamo a sempre di più alla libertà e alla conoscenza, permettendo ad altri di mantenere un immeritato potere e di ottenere degli ingiusti vantaggi. Siamo noi i primi a impedirci di acquisire conoscenza e consapevolezza, e in definitiva di acquisire più libertà.


Per dirla con Stefano Elio D’Anna (in La Scuola degli Dei, European School of Economics edizioni, 2002) "Nessuna politica, religione o sistema filosofico può trasformare la società dall'esterno. Solo una rivoluzione individuale, una rinascita psicologica, una guarigione dell'essere, uomo per uomo, cellula per cellula, potrà condurci verso un benessere planetario, verso una civiltà più intelligente, più vera, più felice" perché nulla può cambiare se non è prima l'uomo stesso a cambiare dentro di sé. Solo con un atteggiamento umile ma operoso e con un pensiero libero ma critico possiamo, di fronte all’immensità dell’universo notiziale, comprendere i singoli fatti e le varie informazioni formandoci un’opinione libera e consapevole.


 Milano, 11 febbraio 2023

Avv. Giovanni Bonomo - Centro Culturale Candide  


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