Gli artisti del suono e la potenza della preghiera
Ho sempre pensato che gli artisti del suono e della musica, detti anche musicisti, vivano in un’altra dimensione, in una diversa realtà, più elevata delle quotidiane miserie umane, e quando ci si trova coinvolti in questa loro diversa dimensione per la bellezza dell’esecuzione di un brano musicale o di una canzone non si può che provare un’intensa commozione...
... un incanto dello spirito che non si prova di fronte ad altre espressioni artistiche, più potente ancora cioè dell’incanto di fronte ad una meravigliosa opera d’arte nella propria bellezza statica, fissata nella scultura o nella pittura.
Mi è capitato oggi di riflettere ancora su questo artista della voce, il kazako Dimash Qudaibergen, con un’estensione che va dal basso profondo all’acuto farinelliano, che si esibisce nel suo brano/preghiera che lo ha reso celebre, in questa invocazione che raggiunge i confini più remoti dell’universo, una preghiera vera e vissuta, non rivolta a chi non esiste, perché va oltre ogni creazione e ogni ipotizzato creatore, per una spiritualità profonda e perfettamente ancorata alla razionalità e al senso di vivere in armonia con l’universo. E questa spiritualità profonda la si trova tanto in artisti famosi quanto in artisti sconosciuti, come l’avvenente violinista ucraina che si esibiva ieri in a Rapallo, proprio qui sotto casa, con il suo trascorso di fuga dalla guerra, che trasformava le vissuta tragedia ancora scolpita nei suoi verdi occhi in suono, in un pellegrinaggio tra le città liguri che ci dice che niente è scontato e che è ancora tutto da costruire per l’umana convivenza nel nostro pianeta.
Ho ancora il cuore spezzato nel vedere, tra le note del violino, le devastanti scene di guerra trasformate in musica. E così proseguo nella mia vita privilegiata, con gli occhi ancora umidi e con un nodo alla gola che si fa preghiera muta ma non meno intensa e piena di speranza. #cantoeincanto #NoWar
Rapallo, 4. 7.2022 Giovanni F⚡F Bonomo