Giovanna Palazzo

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Massimo Ranieri: «A Natale capivo quanto fossi povero»-Massimo, se le dico Natale

2020-12-28 16:01:38


«“Natale in casa Cupiello”. Ha presente la commedia di Eduardo De Filippo? Ecco, la stessa povertà. Mi ricordo però che eravamo uniti, una vera bella famiglia. Nel freddo, perché non c’era il riscaldamento e si viveva col braciere sotto la tavola. Da mangiare ce n’era poco, molto poco. Un piatto di pasta,

, un pezzetto di capitone perché non era caro. Il panettone non potevamo permettercelo. A Sant’Anna di Palazzo, nella zona di Napoli dove vivevamo, c’erano le bancarelle con il pesce prelibato, i saraghi, i merluzzi… ma era qualcosa che non ci riguardava».

-È per questo che il Natale non lo festeggia?
«Nella mia vita non ricordo i festeggiamenti per il Natale: era una roba da ricchi e noi non avevamo niente. Come l’albero di Natale, chi l’ha mai avuto? Mio padre amava il presepe, ne faceva uno piccolino, ma l’albero costava troppo. Però cantavamo “Tu scendi dalle stelle” tutti insieme, con le stelline in mano.

-Di regali neanche a parlarne…

«I regali non entravano proprio nella nostra vita. La povertà è anche questo. Ricordo che mamma mi mandava da mio zio a chiedere se aveva mille o duemila lire da prestarci, e lui: “Guaglio’ vabbuo’. Ma ci sono pure le tremila lire dell’altra volta…”. Il “regalo” era quando ci facevano il prestito. O quando “segnavano”: un chilo di pasta o due uova… a pagare passavamo poi».

-Massimo, non è possibile che non le sia mai stato fatto un regalo, anche piccolo.

«Beh sì. C’era la calza della Befana che trovavamo appesa in cucina. Eravamo otto fratelli, dentro non c’era granché: quattro caramelle, due cioccolatini… Quello era il regalo del periodo delle Feste».

-Però un albero di Natale nella sua vita ce l’ha avuto. È nella foto…

«Era il 1968, il primo Natale che passavo a Roma. Da Sorrisi mi proposero: “Facciamo un servizio fotografico con l’albero di Natale”. E io: “Nun lo tengo”. “Ci pensiamo noi” risposero. E mi hanno portato quell’albero già bello e addobbato. Io mi sono messo in posa là vicino. Poi l’albero me lo hanno lasciato… (ride)».

-Come trascorrerà questo Natale?

«Stavolta in famiglia a Napoli. Noi fratelli viviamo in città diverse e per l’occasione ci ritroveremo».

-Con un bel cenone?

«Certo! È una specie di rivalsa sulla povertà. Per un giorno possiamo godere di una cosa che ci è stata negata tanti anni fa. E stavolta oltre al capitone ci saranno pure gli spaghetti alle vongole e il pesce che compreremo alle bancarelle di Sant’Anna di Palazzo (sorride)! Sapesse quanto mi piace perdermi tra il profumo, il calore, l’amore, la gioia, l’allegria che si respira in quella strada, che è quella dove io andavo a scuola e dove poi lavoravo da bambino come fruttivendolo»

-da un intervista su "Sorrisi e Canzoni di Stefania Zizzari a Massimo Ranieri