Founder Junior
Mitologia, Origini, Storia
Dalla mia tesina "Un albero, un frutto, una storia" preparata per essere ammessa alla "Commanderie des Cordons Bleu de France". Un percorso in sintesi sulla storia millenaria dell'ulivo e del suo frutto.
L'Ulivo, pianta leggendaria di cui si parla fin dall'inizio dei tempi, sta risvegliando negli ultimi anni notevole interesse da parte di studiosi, dietologi e scienziati, da poter parlare di riscoperta dell'ulivo che forse e' la prima delle piante di cui l'uomo ha conosciuto e apprezzato le proprietà.
Dell'ulivo si parla in segno positivo di pace e di bene: con la sua fisionomia contorta e nodosa ed il suo frutto generoso, l'ulivo e' legato al benessere e alla storia dell'uomo da suggestive tradizioni contadine e all'idea del divino
Si legge nel Genesi "…Attese 7 giorni e fece uscire la colomba dall'Arca. E la colomba tornò a lui sul fare della sera, con un ramoscello di ulivo nel becco. Allora Noe' comprese che le acque si erano ritirate….."
Era così terminato il castigo divino, e l'onnipotente lo annunciò con un ramo d'ulivo a significare la speranza, la bellezza, la sapienza e la giustizia.
Secondo la mitologia greca Zeus stabilì che la terra sarebbe stata donata a chi tra gli Dei avesse proposto il dono più utile all'umanità. Atena scosse la terra con un colpo di lancia e fece nascere l'Ulivo: Zeus decretò la Dea vincitrice.
Il simbolo dell'ulivo si ripete in modo costante in tutte le culture antiche. Ercole discese negli inferi con il capo cinto di ramoscelli d'ulivo e secondo la leggenda il sudore della sua fronte avrebbe reso più chiaro il colore delle foglie sul lato inferiore, mentre le fiamme avrebbero scurito quello superiore.
Ed ancora: gli atleti vincitori alle Olimpiadi venivano incoronati con l'ulivo; nella religione ebraica con l'olio di oliva si consacravano i Re di Israele. Nella religione cristiana l'esistenza terrena e' consacrata da questo unguento nel battesimo, con l'olio della Cresima si entra a far parte dell'esercito di Cristo, con l'olio del viatico ci si presenta al cospetto di Dio.
Anche la religione cristiana si e' quindi appropriata di questo simbolo. L'Orto degli Ulivi di Gerusalemme, il luogo in cui Gesù soffrì per l'umanità intera, e' un esempio di profondo significato che questo albero aveva raggiunto nelle popolazioni dell'area mediterranea. Ancora oggi a distanza di millenni con la domenica delle Palme la religione cristiana mantiene la tradizione di usare il simbolo dell'ulivo come offerta votiva.
L'ulivo appare anche raffigurato nelle pitture egizie e nelle tombe dei faraoni, assieme ad anfore d'olio quali provviste indispensabili per l'aldilà.
Grande fu dunque l'importanza dell'ulivo e dell'olio nel culto delle religioni antiche: come alimento, unguento, farmaco, fonte di luce e simbolo di fecondità e di purificazione
Ma qual'e' l'origine di questa pianta tanto immortalata?
Per alcuni studiosi sarebbe originaria della zona tra il Pamir ed il Turkestan: numerosi reperti archeologici ci parlano della sua presenza in Asia Minore già 3000 anni a.C.
Per altri invece sarebbero le pendici meridionali del Caucaso la terra di origine di questa pianta.
Ad ogni modo quale che sia la sua regione di nascita, la pianta si diffuse per mare in tutto il bacino mediterraneo, passò quindi in Egitto, Nord Africa, Spagna, Grecia, Sicilia, Sardegna, Italia meridionale.
Sembra che l'ulivo sia stato introdotto in Italia dai Fenici e dai Greci, fondatori di numerose colonie nel meridione, e qui esteso poi nell'Etruria.
Parlare della storia di questa pianta millenaria significa tracciare il cammino dell'uomo dai tempi mitici fino ad oggi, epoca in cui viene considerata il simbolo della civiltà mediterranea e l'artefice dell'intelligenza e della creatività dei popoli mediterranei.
Se con lo studio e la ricerca si e' riusciti a individuare la terra natale dell'ulivo, stabilire chi sia l'inventore dell'olio e' molto più incerto. Virgilio attribuisce il merito a Pallade e Atena, mentre Cicerone ad Aristeo. Ad ogni modo l'ulivo ed il suo frutto ebbero larga diffusione nelle zone temperate, caratterizzando il paesaggio dell'area mediterranea con la sua chioma argentea ed il tronco nodoso e contorto sul quale sembra incisa la sofferenza della storia umana.
Risalendo la lunga strada dell'olio sono stati rinvenuti reperti di frantoio in Palestina e perfino noccioli di oliva a Tirinto, a Micene e nelle necropoli etrusche.
Il commercio dell'olio aveva assunto molta importanza nell'antichità, tanto che venivano armate apposite navi, dette annonarie, atte a trasportare le anfore dentro cui veniva conservato l'olio.
Con l'invasione dei Barbari in Italia, l'attività produttiva dell'olio scomparve quasi del tutto. Nel Medioevo quasi unici coltivatori di ulivi furono i monaci ed alcuni Feudi di media collina.
La coltivazione dell'ulivo segnalò l'attività principale in Puglia e nelle regioni limitrofe.
Ma la storia dell'olio incontrò ancora mutamenti verso il XVI secolo a causa di continui problemi politici e di guerre.
Fu comunque la Toscana sotto l'amministrazione medicea, splendida e lungimirante, che favorì questa coltura, dando l'avvio a quella che sarà una delle risorse principali della regione.
La coltivazione dell'ulivo e l'estrazione dell'olio furono alternativamente considerate, abbandonate, riscoperte ed ancora emarginate fino al 1944 quando Re Umberto con un decreto ne vietò l'abbattimento e segnò la definitiva rivalutazione della pianta e del suo frutto, l'olio extravergine di oliva, per le proprietà fisiche e chimiche di fondamentale importanza per il nostro organismo.