Giusy Gil Mammana Parisi

Perchè Orgoglio e pregiudizio è la mia ispirazione n. 3: ATTO TERZO

2020-03-31 02:30:22

Scusate tanto, cari lettori, ma tra i mille motivi d'ispirazione, avevo fatto che scordarmi il più importante: l'eccezione alla regola e ora mi trovo qui a porre rimedio. Quanto all'immagine qui sopra (pixabay free), non vi sembra che calzi con la descrizione dei parchi e giardini di Pemberley?

REALISMO...CRUDO O NON CRUDO? 

I lettori più romantici apprezzeranno e spero anche quelli meno...

Come dicevo, Jane Austen fu una scrittrice realista. Il solo rigetto della corrente romantica che le fu contemporanea ne è prova lampante. Ciononostante, il realismo austeniano non si spinge mai alla crudezza, anzi, si può dire che riserva ai suoi beniamini quel che comunemente possiamo definire l'eccezione alla regola. Possiamo parlare di eccezione alla regola perchè il lieto fine con cui si concludono i suoi romanzi non è (nè era allora) del tutto impossibile nella realtà, ma tali accadimenti si verificano (e verificavano), per come si suol dire, soltanto una volta ogni morte di papa. Non accadeva certo tutti i giorni (così come non accade ora) che una signorina a modo, onesta, intelligente e simpatica come Elizabeth Bennet incontrasse un Mr Darcy. Anzi, secondo le fonti storiche, nel periodo georgiano britannico soltanto una donna su 5 aveva di fatto la reale possibilità di sposarsi. Le guerre napoleoniche avevano decimato gli uomini, che dunque si contavano in numero particolarmente ridotto. Jane Austen decise che le sue predilette rientrassero non soltanto nel numero delle accasate, ma anche di sistemarle fin troppo bene (quell'una su 5 che riusciva a sposarsi, avrebbe forse mooolto più facilmente incontrato un signor Collins o proprio nel migliore dei casi, un Mr Bingley). Soprattutto Elizabeth, dato che da oltre 200 anni Mr Darcy è l'uomo che fa girare la testa a intere frotte di donzelle (se andate a guardare i portali dedicati alla letteratura austeniana, quale che sia la lingua d'uso, ve ne accorgete -"Mr Darcy me mueve el piso", ho letto di un'ispanica, loool!- ). E a dispetto del fatto che non esiste, o meglio, che esistette nella mente di una delle più grandi autrici d'Europa come frutto della sua arte. E a dispetto del fatto che non è perfetto (e d'altra parte chi lo è, specie nella realtà?), no, Mr Darcy non lo è. All'inizio incontriamo un giovanotto snob, che disprezza la frequentazione di chiunque non ritiene alla sua altezza (o per lo meno di poco al di sotto, dato che è comunque il migliore amico di Bingley, che non vanta alcuna parentela aristocratica, anche se molto ricco) e vanta pretese di non poco conto. Ma è generoso e benevolo con chiunque lavora per lui, un fratello molto affettuoso ed è capace di riconoscere i suoi errori. E'capace di emendarli e cambiare in meglio, circostanza di certo non comune. E non ha vizi di sorta. Era solo questione di tempo affinchè Elizabeth se ne rendesse conto, mentre nel contempo, a sua volta faceva ammenda per i propri pregiudizi e altri atteggiamenti non esattamente lodevoli. 

Parallelamente, nonostante il realismo crudo di cui ho infarcito Il bibliotecario francese (come scrittrice, sono realista cruda, a differenza di zia Jane, ma dopotutto lei non fu autrice di gialli con tanto di assassinio), ho alla fine deciso per un epilogo mooolto meno crudo con tanto di larga concessione per Adriana Mascarenhas quasi tal quale Jane Austen fece con Elizabeth Bennet. Dico quasi perchè il mio epilogo è sfumato e termina con una telefonata anzichè con una cerimonia di nozze e un happy end tout court (ma dopotutto, un giallo è sempre un giallo, no?). Ho preferito lasciare all'immaginazione dei lettori quanto seguirà alla telefonata, ma si può dire che tanto Adriana quanto Elizabeth costituiscono l'eccezione alla regola in parallelismo. Perchè l'eccezione e non la regola, vi chiederete ora. La risposta è forse la stessa che Jane Austen avrebbe potuto darvi: poichè il grigiore della realtà supera spesso e volentieri la letteratura e le arti, perchè non lasciar dissipare le nubi in queste ultime di quando in quando? Il lettore attento non ne trarrà certo spunto per confondere l'eccezione con la regola, ma riuscirà ad apprezzarne la creazione artistica in quanto tale.