Giusy Gil Mammana Parisi

Il bibliotecario francese e altre storie: cap. VIII

2019-05-11 22:23:55

Come quando si suol dire dalle stelle alle stalle, i due fratelli portoghesi si ritrovano ben presto rinchiusi dietro un posto come questo per un crimine che non hanno commesso. Ma chi ha ucciso il tenente Rios e perchè? Alla fine del capitolo seguono ulteriori ragguagli sulla dengue.

CAP. VIII parte prima

Sola, rinchiusa in una umida cella ove nidificavano insetti di vario genere, ricettacolo di numerosi batteri, Adriana piangeva, confusa e smarrita. Sentiva ancora il braccio dolorante per la stretta di Laurentino e male alla schiena per gli strattoni subiti. L'abito di lino verde che indossava si era stropicciato e sporcato nella vettura. Una volta arrivati al comando, i poliziotti avevano separato lei e Nico, rinchiudendoli in celle diverse, in attesa di essere interrogati. Quei poliziotti sembravano oltremodo pericolosi. Li accusavano della morte di un loro superiore, per il quale mostravano un profondo rispetto, forse anche affetto. Il tenente Rios, paziente ricoverato al Centro Arcoiris per via della dengue, era una figura relativamente importante che godeva di privilegi sociali di un certo peso. Se veramente erano convinti che avessero commesso tale crimine, i due fratelli potevano bene aspettarsi che gliel'avrebbero fatta pagare cara. E convinti lo erano, dato il trattamento che lei e Nico stavano ricevendo. Il tempo passava e continuavano a trovarsi rinchiusi senza che venisse loro portato cibo né acqua. E un digiuno prolungato in un paese tropicale come La Floresta avrebbe presto fatto scemare le forze anche in due giovani sani e pieni di vita come loro. Doveva essere già pomeriggio e dall'alba di quel giorno nessuno dei due aveva mangiato nulla. E Adriana aveva perduto l'incontro della sua vita. Pianse ancor più copiosamente al pensiero che non avrebbe mai più visto Trent. Lei e suo fratello, pur non colpevoli, sarebbero finiti in un carcere dal quale molto probabilmente non avrebbero fatto ritorno, essendo comprensibile che in un posto come Habanita le indagini per i delitti si svolgessero in maniera approssimativa. Da un momento all'altro era passata dalle stelle alle stalle per un'accusa arbitraria senza capo né coda. Perché la polizia era giunta alla conclusione che lei e Nico avrebbero ucciso il tenente Rios? Come e quando quest'ultimo sarebbe morto? L'ultima volta che l'avevano visto, nel turno lavorativo del giorno prima, era davvero malconcio a causa della dengue, ma vivo e assolutamente non in pericolo di morte. Nel giro di dieci giorni sarebbe guarito, una volta terminato il trattamento adeguato. E una volta dimesso, osservando qualche settimana di riposo, sarebbe tornato in forma come prima, così come gli altri pazienti colpiti dalla malattia. Ben presto avrebbe ripreso servizio. Ma se davvero era morto e allora la morte doveva essere avvenuta durante la sera precedente o la notte, perché accusavano lei e Nico, che neppure erano di turno in quel momento? Come e perché lo avrebbero ucciso? Non aveva senso! Loro non erano criminali, erano infermieri volontari che avevano lasciato le loro comode dimore e una vita confortevole per raggiungere un paese disagiato e pieno di insidie, per amore di esseri umani meno fortunati di loro. Cos'era successo in realtà? Queste e altre domande senza risposta circolavano per la testa di Adriana. Quando la vennero a prendere per interrogarla era già pomeriggio inoltrato. La ragazza era sfinita dalle disavventure di quella giornata, dalle lacrime, dalla fame e dalla sete. 


CAP. VIII parte seconda

Nico, da parte sua, rinchiuso in un altrettanto precario stanzino, rifletteva più obiettivamente di sua sorella. Innanzi tutto sapeva che un medico o un infermiere non potevano essere arrestati in ogni caso di morte del paziente. Solo in caso di uccisione premeditata o diretta. Oppure per negligenza, imprudenza o imperizia, ma non se un paziente fosse morto nonostante il professionista avesse fatto tutto il possibile. Vero era che si trovavano in un paese del terzo, anzi quarto mondo, in cui la corruzione sia politica che tra le forze dell'ordine regnava sovrana tanto quanto l'ignoranza, ma certe norme basiliari e coerenti del diritto penale erano seguite in tutto il continente americano. Gli arresti arbitrari e assolutamente immotivati erano retaggio delle aree più arretrate dell'Africa e dell'Asia, come raccontava sua madre, forte della sua laurea in scienze politiche. Inoltre esistevano a tutt'ora malattie non sconfitte neppure dalla moderna medicina e nei paesi disagiati ancora si moriva per malanni facilmente curabili nel primo e pure nel secondo mondo. Vi erano poi complicazioni che fuoriuscivano dalle più grandi competenze mediche. Ma comunque di dengue non si moriva più, se adeguatamente trattata. Tale malattia cagionava disagi notevoli, ma nel momento attuale era facilmente curabile anche a La Floresta, perfino ad Habanita, in presenza di personale preparato e trattamenti specifici. Il Centro Arcoiris era assolutamente in grado di tenere la malattia sotto controllo, quindi il tenente Rios avrebbe dovuto guarire a trattamento ultimato. Nico, il giorno prima, cioè l'ultima volta in cui aveva visto il paziente, non sospettava un probabile né possibile decesso. Certo, se la dengue si fosse rivelata emorragica, in assenza di soccorso il paziente sarebbe morto in breve tempo. Forse la malattia si era complicata durante la sera o la notte precedente, quando né lui né Adriana erano di turno. Toccava ai colleghi accorgersene e all'eventuale medico presente di intervenire. Se poi nonostante la loro dedizione il paziente fosse comunque deceduto per complicazioni sopravvenute, per cui la medicina nulla poteva, non doveva essere formulata nessuna accusa. Se ritenevano responsabili lui e sua sorella, non restavano da analizzare se non due ipotesi.

CAP. VIII parte terza

Riguardo alla prima, qualcuno al Centro poteva avere ucciso volontariamente la vittima, con o senza premeditazione. Ma come e perché? E allora per sfuggire alla legge gli sarebbe parso comodo affibbiare la colpa a due colleghi in quel momento a riposo. Ma il discorso non poteva reggere, a meno che tutti i colleghi che svolgevano lo stesso turno dell'assassino fossero suoi complici. In un ambiente abbastanza contenuto non poteva essere altrimenti. Comunque nessuno dei volontari, in tutta franchezza, aveva le caratteristiche dell'assassino squilibrato. Anche se aveva giudicato qualcuno di loro altamente inaffidabile sul piano personale, erano tutti persone sensate e ottimi professionisti...tranne una persona. Certo, ovviamente, naturalmente. E quindi rimaneva l'ipotesi della colpa per incompetenza, imprudenza o imperizia, se non addirittura quella dell'omissione di soccorso. Il ragazzo a quel punto capì perchè lui e sua sorella non erano neppure venuti a sapere a tempo debito del decesso di un paziente. Il compito di informare spettava al supervisore e per Nico era chiaro il perchè Trent non l'avesse fatto. Le circostanze gli erano state complici. Adriana, Niko e Malinka avevano staccato dal lavoro alle sedici e non essendo avvenuto nulla, almeno in apparenza, che imponesse uno straordinario, lui e sua sorella si erano ritirati in camerata, mentre la haitiana stava senz'altro aggirandosi per i corridoi del primo piano per bazzicare lo studio medico di Trent, sempre che lui non avesse avuto troppi pazienti da visitare. Nico e sua sorella si erano fatti una doccia e poi avevano trascorso qualche ora con il loro e-reader, immersi nella lettura (sempre e quando sua sorella, pur con l'e-reader in mano, non stesse una volta di più fluttuando per il mondo delle nuvole a sognare il suo improbabile principe azzurro). Nel frattempo il personale del turno serale era sceso e quello che avrebbe fatto la notte dormiva. Alberta quel pomeriggio era occupata a pulire l'altolocato appartamento di Podger. Un'operatrice socio-sanitaria qualificata non avrebbe dovuto occuparsi delle pulizie, ma data l'esiguità del personale addetto a tale compito, al Centro anche gli operatori socio-sanitari se ne dovevano far carico di quando in quando. Specie se si fosse trattato delle stanze del direttore, che esigeva sempre non meno del meglio sul mercato. Adriana e Nico avevano poi cenato al refettorio. In quel momento erano presenti soltanto loro, Malinka e il personale addetto alla cucina. Poco dopo la cena fratello e sorella erano andati a dormire, dato che avrebbero dovuto svegliarsi presto l'indomani. E nel frattempo era morto un paziente, ma la direzione, e soprattutto la supervisione, avrebbero deciso di non sollevare un polverone. Già, perchè se il decesso era avvenuto a causa di un'incompetenza sanitaria, Nico era quasi certo a chi tale condotta andasse attribuita. Anche se al momento non avrebbe saputo dire come esattamente potevano essersi svolti i fatti. Ma a quel punto impallidì, perché quel pensiero gli presentò con nitida chiarezza che se si fosse confermata tale ipotesi, cioè la più probabile e coerente con l'accaduto, sia lui che Adriana erano perduti, perché in tal caso sarebbe stato impossibile reperire anche una sola prova che non fosse loro sfavorevole. Mise nervosamente una mano nella grande tasca del suo camice e allora ebbe un sussulto. Non ebbe però neppure il tempo di formulare ulteriori pensieri logici, perché nel frattempo erano arrivati due poliziotti per condurlo all'interrogatorio.


Dalle stelle alle stalle

Ovvero come due ricchi borghesi, ragazzi di buona famiglia che hanno trascorso l'intera esistenza tra libri e attività scolastiche, senza mai neppur lontanamente cacciarsi nei guai, avendo da sempre condotto una vita quasi monacale, si ritrovano arrestati per omicidio, rischiando la prigione perpetua, dato lo scenario distopico in cui si svolgono i fatti. E date le condizioni socio-economiche di La Floresta, chissà lo stato delle carceri! Quante possibilità avranno Adriana e Nico di sopravvivere? Le immagini di cui sopra, tratte da pixabay, li raffigurano come li immagino ora, nelle loro celle, ma seguendo un filo di ragionamenti del tutto differente. In quanto Adriana non ha idea del perchè le circostanze abbiano preso la piega che hanno preso e piange la perdita di Trent, suo fratello riflette razionalmente. Ma se anche Nico si avvicinasse alla verità, come potrà dimostrare alla polizia che lui e sua sorella non hanno niente a che fare con l'omicidio del loro superiore?

Iniziativa prevenzione dengue

Poichè questa malattia pervade l'e-book, continuano in tema i ragguagli sul punto. Le amministrazioni comunali brasiliane, per lo meno in aree anche soltanto discretamente sviluppate, come la zona del sud-est, di quando in quando inviano alcuni funzionari a effettuare controlli di casa in casa. Lo scopo è quello della prevenzione della dengue, infatti vengono controllati i lavandini al fine di sincerarsi che non siano otturati e dunque l'acqua non vi ristagni attirando le zanzare aedes aegypti. Vengono poi controllate aree casalinghe quali verande sul retro delle abitazioni, dove possono essere presenti secchi d'acqua, che magari i proprietari possono avere dimenticato di svuotare. Questo accade se dopo aver lavato i pavimenti ci si dimentica di buttar via l'acqua utilizzata allo scopo. Mai conservarla supponendo che possa servire per svolgere altre incombenze domestiche. Se non immediatamente riutilizzabile, meglio non correre rischi e disfarsene quanto prima.