Giusy Gil Mammana Parisi

Il bibliotecario francese e altre storie: cap. VI

2019-04-29 15:14:19

Siamo arrivati al sesto capitolo, che potrebbe far pensare ai lettori che si tratta di un rosa anzichè un giallo, ma niente affatto: è in realtà il preludio al totale ingiallimento che avverrà soltanto nel capitolo succcessivo. Seguono poi altre nozioni sulla dengue.

CAP VI parte prima

Il gruppo di anziani non rappresentò l'unico caso di dengue ad accorrere al presidio sanitario. Durante le settimane successive arrivarono il maestro della scuola elementare, un consigliere comunale e anche un poliziotto, un uomo che godeva di una certa considerazione sociale e di qualche privilegio in più rispetto agli abitanti del luogo che vivevano di pesca o svolgevano manodopera non qualificata. Si chiamava Francisco Rios ed era un tenente della polizia civile. I colleghi dell'arma che lo avevano portato all'Arcoiris si erano mostrati eccessivamente preoccupati e ansiosi riguardo alla buona riuscita delle cure, perfino in misura superiore rispetto a quanto non fecero i parenti del consigliere comunale. O quelli del maestro. Ma la dengue era una malattia di non difficile cura, non c'era ragione di preoccuparsi un gran che, aveva spiegato loro il direttore in persona. Nel giro di dieci giorni tutti i pazienti sarebbero guariti.

Durante l'inizio dell'epidemia di dengue Nico arrivò al Centro, ma Adriana non poté presentargli Trent come il suo fidanzato ufficiale. Purtroppo ancora soltanto come il supervisore dell'Arcoiris. Data l'emergenza (o almeno quello fu il motivo addotto da Trent per giustificare la sua scarsa cortesia nei confronti del ragazzo), i convenevoli furono sbrigativi e talmente formali da apparire bruschi. Nico venne inserito nel turno assieme a sua sorella e a Malinka e non tardò un giorno a rendersi conto dell'imperizia della collega e della solerzia di sua sorella nello svolgere buona parte dei compiti di competenza dell'infermiera haitiana, onde evitare penose conseguenze. La dengue, comunque, non destava davvero grandi allarmismi: la situazione era sotto controllo, specie se gestita da infermieri qualificati e intelligenti.

Adriana riteneva che ora, con la presenza di Nico, sarebbe stato tutto più facile e non soltanto nel lavoro. Ci sarebbe stato abbastanza tempo affinchè lui e Trent stringessero amicizia. Senonché, sembrava che anche suo fratello, tanto quanto Alberta, nutrisse dubbi e sfiducia verso l'internista californiano. Non gli era piaciuto sin dal primo incontro, ma non tanto per l'atteggiamento del supervisore all'atto di conoscersi, quanto per una sensazione indefinita. Qualcosa gli aveva detto che non ci si poteva fidare di lui. Si era poi accorto ben presto che Trent copriva le lacune di Malinka affibbiando a sua sorella la responsabilità dei disservizi cagionati dall'incompetente ragazza. E a un certo punto cominciò ad affibbiarla anche a lui, quando non perfino a qualche altro collega che si trovasse nei paraggi, pur non di turno. 


CAP. VI parte seconda

Quei giorni non stavano portando nulla di promettente. Ma quando un mattino presto Trent chiamò Adriana inaspettatamente nel suo studio, la ragazza ebbe di che rallegrarsi. Il giovane aveva l'aria stanca e sembrava provato, come se avesse lavorato tutta la notte. Ciononostante si mostrò gentile, anche troppo, più di quanto non fosse mai stato e senza offuscarsi durante la conversazione, come piuttosto spesso accadeva. 

-Adriana, avrei un favore da chiederti. A causa di un piccolo errore informatico ho compilato un quadro di turni che risulta diverso da quello concordato tra noi. So che oggi tu e Nico dovevate fare dalle otto alle sedici, ma potreste per favore sostituirvi a Robert e Mark nel pomeriggio? Almeno il quadro sarà veritiero. Davvero, non so come mi sia sfuggita un'inesattezza del genere, non è da me.

Adriana non sarebbe mai stata capace di dirgli di no e poi che male c'era in uno scambio di turno con i colleghi americani? 

-Sicuro Trent, ora vado ad avvisare Nico che faremo il pomeriggio. 

-Non è necessario, gliel'ho detto io poco fa. Ma non mi sembra che tuo fratello abbia preso bene il cambiamento come te, anche se ha accettato. Per la verità non credo di essergli molto simpatico. 

La ragazza si sentì sciogliersi.       

-Trent, Nico doveva essere solo stanco, ai primi tempi non è facile adattarsi ai nostri ritmi, ma vedrai che con il tempo diventerete grandi amici. Gli parlerò io, anzi vado subito a cercarlo.


Trent sembrò alterarsi, ma fu questione di un attimo. Si ricompose immediatamente e il suo sguardo divenne serio e diretto.                                          -No, ascolta, per quello c'è tempo, ma ora volevo approfittare della tua mattinata libera per chiederti se... -. Si fermò un attimo e le prese la mano. Adriana sentì i battiti del suo cuore accelerarsi. 


-Dimmi Trent-. Lo guardò intensamente, perdendosi nei suoi begli occhi azzurri. -Se... vorresti fare una passeggiata con me in spiaggia. Ho ancora un po' di lavoro qui in studio, ma appena mi libero mi piacerebbe trascorrere del tempo con te. Dobbiamo parlare, ma finora non ne abbiamo mai avuto il tempo.


Adriana si sentì al settimo cielo, non riusciva a credere che fosse vero! Trent voleva passare del tempo con lei e non sulla scacchiera! Di sicuro le stava chiedendo di uscire con lui per dichiararsi. La tristezza degli ultimi giorni, la punta di gelosia nei confronti di Malinka per il timore che alla fine il medico si decidesse per lei, i rimproveri che per gli errori dell'infermiera haitiana subivano lei, suo fratello e qualche volta altri colleghi, tutto venne dimenticato. 


Mentre le teneva ancora la mano, Trent la prese tra le braccia, si chinò sul suo viso sottile e la baciò delicatamente sulle labbra. Per un attimo Adriana sentì il mondo fermarsi e le stelle vorticare in cielo. 


-Aspettami in spiaggia davanti alla scogliera, ti raggiungerò là tra poco.


                                                                                  -



CAP. VI parte terza

Tutto quello che la ragazza voleva era trascorrere del tempo con Trent, iniziando quello che avrebbe dovuto essere un futuro meraviglioso.


Ma non lo vedeva molto in forma, davvero, forse lui non stava bene e lei non intendeva essere egoista.                                         


-Trent, mi sembri stanchissimo, non stai bene forse?                     


-No, tranquilla, ho avuto solo più lavoro del solito, così ho fatto fino a notte fonda. 


-Non preferiresti allora andare a riposare? 


Lui le lanciò uno sguardo languido.


-Non ti va di passare qualche ora passeggiando sulla spiaggia insieme a me? -Trent, lo voglio più di ogni altra cosa, ma non posso essere egoista. Dalle quattordici in poi e come minimo fino alla mezzanotte avrai un turno pesante e ti vedo veramente sfinito.


-Ma niente mi farebbe più felice in questo momento di uscire con te, non riuscirei affatto a riposarmi se rimandassimo.


Adriana non stava più in sé dall'allegria e in fondo era grata che lui, nonostante le difficoltà, fosse riuscito finalmente a trovare del tempo da dedicarle.  


-Si, Trent- gli rispose allora con aria sognante.


PRECISAZIONE

Come dicevo nel testo introduttivo, non fatevi ingannare, cari lettori, al Centro Arcoiris niente è come sembra...proprio niente. Ma mi fermo qui a scanso di spoiler. Come promesso due post fa, seguono ulteriori nozioni sulla dengue, malattia tropicale che ha fatto la sua prima comparsa nel cap. IV.

LA DENGUE: atto secondo

La dengue comunque non è una malattia di per sè mortale, quantomeno nel centro, sud e sud-est brasiliano, dove da alcuni anni le campagne di sensibilizzazione e i provvedimenti governativi ne hanno ridotto drasticamente la pericolosità (ma per i pazienti anziani, bambini, cardiopatici e portatori di diabete le complicazioni organiche sono dietro l'angolo e dunque saranno necessarie attenzioni mediche più marcate in questi casi), anche se dai sintomi parecchio debilitanti: febbre alta, nausea e vomito, chiazze rosse tipo morbillo, dolori alle articolazioni, spossatezza, dissenteria e malessere generale. Viene alleviata con siero applicato attraverso flebo nei pronto soccorsi, quantomeno in Brasile nei luoghi in cui sono presenti strutture sanitarie sia private che pubbliche. Il paziente deve essere idratato parecchio. Ma attenzione, quella appena descritta è la dengue comune. Parlerò più avanti della forma davvero pericolosa, per qualunque paziente, di questa malattia: la dengue emorragica.