Giusy Gil Mammana Parisi

Il bibliotecario francese: cap. XXXVIII

2019-11-15 00:04:48

In arrivo, come promesso, il cap.XXXVIII. Il dilemma dei cavalli è tutt'altro che concluso, il gioco ha ha preso una piega che definire curiosa è dire poco. Ma i nostri protagonisti sono in ansia per Nico affetto da dengue, mentre il circospetto e burbero Lafyette manifesta atteggiamenti paterni...

CAP. XXXVIII parte prima

Messo delicatamente a letto Nico, d'istinto Trent abbracciò Adriana e la ragazza non potè fare a meno di sentirsi felice e protetta. Il disappunto che ultimamente aveva provato per essere stata ingannata nella peggior maniera dall'uomo che tanto amava era sparito. Ma subito dopo l'estasi pensò che non fosse giusto, Trent era impegnato, amava un'altra, la sua fidanzata! Da parte sua, il medico si domandò cosa avrebbe pensato il bibliotecario se li avesse sorpresi. Lo avrebbe creduto falso e doppiogiochista? Stavolta non c'erano secondi fini, era sincero e voleva veramente offrire affetto e protezione ad Adriana. Robert, sulla soglia della camera, li aveva guardati avvilito, ma a causa dei precedenti momenti turbolenti trascorsi e la giostra di emozioni che ne era conseguita, non se ne accorsero né l'uno né l'altra. Quanto a Nico, giaceva incosciente.

Adriana chiese a Robert se avesse con sè qualche medicinale per suo fratello, mentre Trent lo visitava. Nico aveva la febbre altissima e temeva che non avrebbe passato la notte.

-Purtroppo le nuove partite di farmaci arriveranno solo domani, ero venuto per dirtelo- si amareggiò l'infermiere Brooke.

-Io ho ancora la mia scorta per intero. Vi porterò subito  tutto quello di cui avete bisogno. Farò il possibile per te e per Nico- disse Trent prontamente. Avvertiva il peso di tutte quelle circostanze infelici, compresa la dengue che il ragazzo aveva contratto e anche la pessima sistemazione in quella stanza tutt'altro che confortevole. L'Arcoiris non era invaso dalle aedes aegypti come quella stamberga e c'erano molte meno probabilità che il ragazzo venisse punto. Si sentiva sprofondare per il dolore e il rimorso e voleva rimediare. Nico non doveva morire per causa sua. 

Adriana lo guardò speranzosa. Trent non poteva essere veramente una canaglia. Quantomeno non del tutto. 

-Trent, a Nico serve anche una flebo con il siero per la dengue. Ma non so se sia possibile fare uscire quei dispositivi da...

-Tranquilla! Te li farò avere- Rivolgendosi poi a Brooke: -Robert, la prima cosa che faremo una volta arrivati al Centro, sarà recarci in magazzino a prendere quanto dovuto. Poi tu mi aspetterai in cortile, in maniera che nessuno del personale sanitario ti veda, mentre io andrò a reperire la mia scorta di paracetamolo e codeina, ti raggiungo e torniamo qua. Se Podger starà circolando per il presidio, manderò un infermiere a distrarlo, in modo che non si accorga di nulla. Meglio se qualcuno che gioca a scacchi.

-Il professore preferisce giocare con te. Dubito che riusciresti a liberartene- mormorò l'infermiere Brooke, sperando in tal maniera di destabilizzare Trent, piuttosto che preoccuparsi per il cattivo esito dell'operazione per via di Podger. Ciononostante, l'ipotesi era plausibile. Ma il medico non era a corto di idee. 

-Me ne rendo conto. Dirò a Podger di scaldarsi a tavolino con lo scacchista di turno perchè avrei dimenticato un lavoretto nel mio studio che proprio non può aspettare. 

-E lui si accontenterà?

-Si, se gli dico che una volta terminato il lavoro, andrò a giocare con lui.

-E come farai poi a uscire dal tuo studio senza che dalla hall il professore ti veda dirigerti fuori dal Centro?

-Facile. Anzichè dalla porta, uscirò dalla finestra, così sarò subito in cortile, ti raggiungo e corriamo qua. 

-E se dovesse capitare un'emergenza?- domandò poi Robert. Anche quella era un'ipotesi plausibile. Le emergenze all'Arcoiris erano ordinaria amministrazione.



CAP. XXXVIII parte seconda

L'idea era a dir poco preoccupante. Anche Nico costituiva un'emergenza. Trent era un medico che non avrebbe mai voluto, in nessun caso, trovarsi costretto a decidere tra la vita di due pazienti. Ma nel caso della dengue un infermiere competente se la cavava benissimo e Robert era piuttosto capace. Sulla competenza di Adriana, non aveva poi alcun dubbio. Ma l'ora si sarebbe fatta ancora più tarda e le strade sarebbero diventate ancora più buie. Ed essendosi oramai accertato che La Floresta era un piccolo paradiso unicamente nelle carte geografiche, non si fidava a far tornare indietro proprio Brooke da solo a piedi. Non restava che una soluzione.

-Tieni, è la mia chiave dell'armadietto dei farmaci. Prendi tutto il paracetamolo e codeina che trovi. Resterò io in cortile ad aspettarti e quando mi avrai consegnato quel che serve a Nico e Adriana, torno qui da solo.

-Che cosa faccio se mi vedono? Di sera tardi c'è sempre qualcuno che bazzica per il ripostiglio degli armadietti e se poi c'è un'emergenza al Centro, figurati se fanno uscire me.

-Inutile perdervi in chiacchiere inconcludenti-. Augustus Lafayette era apparso d'improvviso all'entrata della camera e iniziò a impartire consigli e ordini. -Se non potrete muovervi dal Centro, consegnate tutto a Salinas, che a portare le flebo e i farmaci qui ci penserà lui. E avendo la macchina, correrà più in fretta. 

-Ma Héctor sta per montare di guardia e non potrà muoversi fino a domani- rispose Trent perplesso.

-Si farà un'eccezione. Salinas può ottenere permessi speciali, ma non azzardatevi a fare domande sul punto, nè accennare alla questione con chicchessia-. Più che a Robert, al quale i viavai di Héctor erano alquanto noti, l'avvertimento era diretto a Trent. Forse che neppure il perennemente assonnato guardiano notturno dell'Arcoiris era quello che tutti credevano essere? In ogni caso, il medico avrebbe mantenuto il riserbo, ritenendosi l'ultima persona che avrebbe potuto far domande o palesare questioni inopportune.

-Per la guardia all'ingresso del Centro, buttate giù dal letto quel cretino del magazziniere e fategli prendere il posto di Salinas fino al suo ritorno. E se si azzarda a fare domande, tu che sei il supervisore, fai valere la tua autorità per metterlo a tacere. Se invece vi potrete spostare, buon per voi. Comunque, una volta in magazzino, dottor McCallister, prendi un camice fresco di lavanderia e indossalo, prima di entrare nella struttura sanitaria, che a Podger e ai tuoi colleghi non sfuggirà di certo quello strappo alla camicia, nè quella macchia sui pantaloni e allora non la finiranno più di interrogarti. Nel  frattempo dia questa a suo fratello- si rivolse poi ad Adriana, porgendole una compressa di paracetamolo, ottenuta dai locandieri poco prima.

-Grazie signor Lafayette, lei è davvero un angelo.

-Mi risparmi i convenevoli- tagliò corto l'anziano bruscamente. La ragazza non fece caso ai modi secchi del bibliotecario, che oramai stava imparando a conoscere ogni giorno di più, e  somministrò subito la compressa a suo fratello.

-E voi due cosa fate ancora qui? Forza, fuori, avete un compito da sbrigare.

Robert e Trent non se lo fecero ripetere.



CAP. XXXVIII parte terza

-Questo posto non è più sicuro per voi- commentò Augustus Lafayette. Vi trasferirete stasera stessa nella biblioteca. Nella nuova sistemazione troverete comodi letti al secondo piano, che il signor Oscar preparerà per voi. E un bagno con una doccia perfettamente funzionante, con annessa una piccola lavanderia che dà sulla terrazza. Starete vicino al mio studio. I locandieri vi porteranno tutti i pasti necessari ogni giorno, come del resto fanno con me e il guardiano.

Quel bibliotecario era pieno di sorprese. Sarà che Augustus Lafayette e forse anche il signor Oscar avevano l'abitudine di dormire nella biblioteca, anziché nelle loro case, dato che vi venivano tenuti due letti, dei quali peraltro i due ragazzi non avevano mai avvertito la presenza, quando pulivano e ordinavano l'edificio? E i visitatori avrebbero sopportato la presenza di nuovi abitanti del luogo, di cui uno ammalato e attaccato a una flebo? Per quanto la dengue non fosse una malattia contagiosa, chiunque avesse messo piede alla biblioteca non si sarebbe certo sentito a proprio agio di fronte a una simile situazione, con le sale del piano superiore improvvisate a mo' di ospedale. Come avrebbero potuto consultare i libri senza che la loro presenza li infastidisse?

-Signor Lafayette, ma...come... - Adriana non sapeva come fargli quelle domande senza sembrare indiscreta o peggio, ingrata. Il bibliotecario stava facendo per lei e per suo fratello le veci di un padre, ma non gli piaceva gli venissero fatte domande non assolutamente indispensabili.

-Se si preoccupa per i visitatori della biblioteca, non ne ha alcun motivo. I più assidui frequentatori ci vengono al massimo una volta alla settimana. E poi da domani la biblioteca sarà chiusa per lavori interni.

Augustus Lafayette sembrava riuscisse a leggere nel pensiero. In realtà si trattava di senso pratico non comune, unito alla grande conoscenza di caratteri, interessi e personalità umane che il bibliotecario possedeva.

La chiusura della biblioteca per lavori interni era una scusa ordinaria di cui l'anziano si serviva ogni volta che per una ragione o l'altra aveva bisogno di disporre dell'intero edificio senza condividerlo con altri che non fossero Oscar, che non doveva mai domandare nulla riguardo a qualsiasi improvviso cambio di routine, ma soprattutto la sua vecchia conoscenza Héctor Salinas. Quest'ultimo in particolare, più che un semplice conoscente, era per lui un alleato prezioso in qualsiasi indagine gli capitasse di svolgere, anzi, ben volentieri capitava che fosse proprio Salinas a procurargliene. Anche se i più vedevano in lui soltanto un umile guardiano notturno volontario di un'istituzione benefica, un insignificante uomo di mezz'età perennemente in procinto di appisolarsi, pur vantando qualche capacità scacchistica. In realtà, neppure Héctor Salinas risultava quel che appariva all'esterno, avendo davvero parecchio in comune con Augustus Lafayette. Capitava che i due si vedessero al riparo da occhi e orecchie indiscreti e ben volentieri il motivo consisteva nel discutere assieme i dettagli di questa o quell'indagine, dividendosi i compiti. Perfino la fede era qualcosa che entrambi condividevano e quando non si incontravano per ragioni lavorative, lo facevano per il loro servizio religioso, che svolgevano al pian terreno della biblioteca durante i giorni di chiusura, ora al mattino, ora al pomeriggio, in questo caso rendendone partecipe anche Oscar.

Lafayette chiamò il guardiano della biblioteca da un cellulare moderno, una vera rarità in quel luogo, per dargli le disposizioni in favore dei due nuovi ospiti. 

-Ora non ci rimane che aspettare i nostri giovani volenterosi, che altrimenti non saprebbero dove siamo spariti, se trovassero la stanza vuota. 

Adriana ora sentiva lo sguardo fisso e penetrante del bibliotecario su di sé, nonostante quei suoi  occhiali scuri. Capì che stava per arrivare un avvertimento.

-Signorina Mascarenhas, mi ascolti bene ora-. Il tono di voce di Augustus Lafayette era diventato amichevole, quasi paterno. -Mi rendo conto che dopo l'episodio di stasera i suoi sentimenti verso Trent McCallister potrebbero riaffiorare. Sarebbe comprensibile, lo ammetto, dopotutto era consapevole di rischiare grosso per proteggere lei, il signor Mascarenhas e se possibile anche quello smidollato di Brooke da tre delinquenti pericolosi. Mi rendo conto che entrambi i fratelli siete inclini non soltanto al perdono, ma anche alla riconciliazione, ove possibile. E questa è una qualità positiva. Ma almeno per ora si fermi al perdono. Non dia nuovamente il suo cuore a un uomo soggiogato da una schiavitù, perché Trent McCallister non è libero da un sentimento morboso che lo manovra a piacimento. Lei merita molto più di questo.