Giusy Gil Mammana Parisi

Il bibliotecario francese: cap. XXXVII

2019-11-05 00:57:18

Ecco la bella vista sul cortile della locanda di Habanita che il bibliotecario vede dal suo studio.Un posto davvero "idilliaco".In questa fase del gioco 3 pedoni neri sono stati mangiati e ora il re bianco deve disbrigare noiose incombenze,non ultima un cavallo al margine come per l'acqua l'argine.

CAP. XXXVII parte prima

Quando Augustus Lafayette era entrato nella locanda, non s'era per nulla stupito della scena che gli si era parata innanzi. Se Adriana e Nico erano scesi, sperava ci fosse un motivo valido. Di sicuro per chiedere qualcosa al ben poco accomodante locandiere, con l'ovvio risultato di fare un buco nell'acqua. Comunque, quello non era un buon momento per fare domande ed elargire rimproveri, a tali incombenze avrebbe pensato in seguito. Era ora di agire e in fretta. Quando ebbe atterrato i tre uomini per bene, vide ritornare il locandiere accompagnato dalla moglie. I due, che avevano assistito alla scena di poc'anzi attraverso i vetri di una finestra chiusa della loro casa, che permetteva di controllare quanto avveniva nell'osteria della loro locanda, presero il consueto posto alla reception. Vedendo alcune sedie rotte e un paio di tavoli rovesciati e ammaccati, la signora cominciò a lamentarsi. -E adesso chi ci paga i danni?

-Sta zitta!- la rimproverò il marito, ancora spaventato e temendo oscure conseguenze dalle sonore lamentele della consorte, ma non meno preoccupato della moglie per il pregiudizio alla già precaria osteria. Lafayette, per tutta risposta, sollevò da terra il più grosso dei tre camionisti, intontito come gli altri dai colpi presi e con due bottoni in meno nella camicia. Reggendolo forte per le spalle, cominciò a gridare ordini.

-Allora, hai sentito la signora?

Quello voleva protestare, ma un calcio negli stinchi lo fece desistere. Controvoglia mise mano al portafogli che teneva in una delle tasche posteriori dei jeans logori e ne tirò fuori duecento pesos.

-Tutto qui?- urlò il bibliotecario. -Vedi di non farmi perdere la poca pazienza che mi rimane. 

Nel frattempo uno degli altri due compagni fece per alzarsi da terra, ma per una veloce pedata dell'anziano crollò nuovamente. Il terzo uomo non si azzardava a muoversi. A questo punto, il camionista trattenuto da Lafayette si affrettò a tirar fuori altri duecento pesos. In tutto, il prezzo per il doppio dei materiali danneggiati.

-Così va molto meglio- approvò l'anziano. Poi, rivolgendosi ai locandieri, gli disse:

-Adesso, voi due chiamerete subito la polizia civile. Ma badate bene, dovete chiedere specificamente che venga il comandante in persona. Direte che è il signor Augustus Lafayette a richiedere proprio la sua presenza sul posto: dunque se in questo momento non si trova al comando, i suoi ufficiali lo faranno venire di proposito. Avete ben capito? Non una parola in più né una in meno di quanto vi ho detto. Per telefono, nessun accenno ai fatti occorsi, per quelli me la sbrigo io. 

Il bibliotecario sapeva bene che il comandante della polizia civile era uno dei pochi delle forze armate del luogo a non essere corrotto, anche se suo malgrado a volte scendeva a compromessi. Comunque sia non si trattava di un uomo prepotente e prevaricatore, solito calpestare ogni minimo diritto dei cittadini, come alcuni suoi agenti e ufficiali facevano ogni volta che se ne presentasse l'occasione. Dopo il dovuto interrogatorio, avrebbe spedito quegli uomini in prigione, senza accettare somme di denaro per lasciarli liberi a circolare e fare altri danni, alla pari di certi suoi sottoposti. I camionisti che si fermavano ad Habanita provenivano in genere da paesi confinanti che finanziariamente stavano un po' meglio di La Floresta. Quindi, quando trasportavano le loro merci, si portavano dietro somme di denaro che spesso ai poliziotti locali facevano gola. E siccome si trattava quasi sempre di uomini dalla dubbia moralità e dall'ancora più dubbia fedina penale, erano ritenuti alla stregua di mazzette ambulanti. Ma stavolta non sarebbe andata così. Il locandiere aveva già messo mano al telefono, quando Lafayette si rivolse ai quattro che non si risolvevano a muoversi di un millimetro, anche se per diverse ragioni. Adriana e Trent continuavano a guardarlo sbalorditi, Nico era incosciente e Robert sembrava smarrito in un altro mondo. Ricominciò a impartire ordini. 

-Signor Brooke, se non è troppo impegnato a osservare le irregolarità del pavimento o del soffitto, può aiutare il suo collega a portare il ragazzo in camera. Non sembra avere una bella cera. 

CAP. XXXVII parte seconda

Robert arrossì dalla vergogna. Sapeva di non essere stato di alcun aiuto per Adriana e Nico. Vero che in vita sua non aveva mai saputo cosa volesse dire battersi e le aveva sempre e solo prese, vero che oramai era un Sempreverde, però in quel momento capiva fin troppo bene che scompariva di fronte ad Adriana, a Nico e sicuramente anche di fronte ad Augustus Lafayette. In quanto Trent, pur di difendere la donna che lui amava, a quanto pareva era perfino disposto a farsi ammazzare. Robert no. La sua ideologia pacifista, che trovava oltremodo comoda, lo riconosceva, aveva prevalso. Ma la magra figura che ne era risultata non era comunque il peggio. Adriana avrebbe mai accettato come compagno di vita un uomo assolutamente incapace di proteggerla? Specie dopo una scena simile? No di certo, adesso avrebbe avuto un ulteriore e valido motivo per amare Trent. Robert non poteva fare a meno di confrontarsi con il medico californiano senza rendersi conto di uscirne perdente sotto qualsiasi punto di vista. Quando ogni mattina si guardava allo specchio, si sentiva pervaso dallo sconforto. Tra lui e Trent non c'era paragone. Vero era che non riteneva Adriana una ragazza superficiale che si lasciasse guidare dalle apparenze, ma la differenza tra i due era veramente abissale e la donna che amava in fondo era un essere umano anche lei, con le sue debolezze. Brooke era alto quasi quanto il supervisore internista, ma la loro similitudine finiva lì. In presenza di Trent chiunque impallidiva e Robert non poteva evitare di riconoscerlo. Neanche la differenza in termini professionali passava inosservata. Il suo rivale era un brillante medico specializzato e lui un semplice infermiere, per quanto ora la sua professione fosse considerata prestigiosa. Fisicamente, c'era poi da stendere un velo pietoso: Trent era di fisico asciutto, con i lineamenti del viso ben definiti e i capelli biondi e lisci sempre in ordine, mentre lui era in forte sovrappeso, con il doppio mento e capelli mossi disordinati che svolazzavano qua e là. Non poteva rasarli e men che meno lasciarli crescere, perché doveva mantenere lo standard richiesto dall'associazione Sempreverde, che imponeva austerità sotto ogni aspetto che riguardava l'intera vita degli associati. Quanto al sovrappeso riconosceva di averci messo parecchio del suo. Ma perché da piccolo i genitori gli avevano permesso di ingozzarsi di cibo spazzatura a piacimento? Era già stato abbastanza fortunato a non diventare diabetico, dunque di che stupirsi se oramai poteva scordarsi per sempre un fisico longilineo, per quanto sana fosse ora la sua dieta? Una tirata d'orecchi e un paio di sculaccioni sarebbero serviti al caso. Ma oramai era tardi...

-Signor Brooke!-. Augustus Lafayette stava gridando imperiosamente. 


CAP. XXXVII parte terza

Il bibliotecario non desiderava certo che la polizia arrivasse mentre Robert si crogiolava in malinconiche fantasticherie. Gli altri si erano già ritirati, scomparendo al piano di sopra e fuori dalla vista di chiunque. Trent aveva portato in braccio Nico incosciente fino in camera. Il comandante non sarebbe arrivato da solo, ma con una pattuglia e non era il caso che quest'ultima si imbattesse in Robert e lo avesse interrogato sull'accaduto. Non dovevano sapere della presenza dei Mascarenhas, specie se tra di loro ci fosse stato Laurentino Suárez. All'esporre dettagliatamente i fatti avvenuti alla locanda avrebbe pensato Augustus Lafayette, rivolgendosi unicamente al comandante. Quest'ultimo gli doveva dei favori, dunque avrebbe acconsentito alle sue richieste di bypassare l'ordinario procedimento che prevedeva l'interrogazione al comando di polizia di tutti i presenti al fattaccio, accontentandosi invece dell'esposizione  del bibliotecario. Che il comandante sapeva non avrebbe fatto una piega. Augustus Lafayette voleva evitare a tutti i costi che Nico e Adriana tornassero in quel postaccio e il comandante avrebbe capito. Inoltre voleva loro evitare le noie e le ansie del doversi recare a testimoniare nel processo penale che avrebbe seguito i fatti. E non soltanto perchè capiva che quei ragazzi necessitavano quiete, ma anche perchè il tribunale responsabile del processo a seguire si trovava a La Pinta. Augustus Lafayette doveva tenerli lontani da quella città: lo aveva promesso ad Alberta Moreira. Vero era che in tal caso i tre criminali sarebbero stati accusati soltanto di ubriachezza in luogo pubblico seguita da distruzione di beni del locale e non della tentata aggressione alla signorina Mascarenhas, ma in un posto come La Floresta ne avrebbero avuto per anni. Se poi la perquisizione che avrebbe avuto luogo nei loro camion avesse rilevato, come c'era ben da aspettarsi, trasporto di materiale illecito o di contrabbando, la pena comminata dal giudice avrebbe superato i vent'anni di reclusione. Date le circostanze, Lafayette avrebbe evitato anche l'interrogatorio dei locandieri, di Trent e di Robert. Quest'ultimo, mortificato dal rimprovero del bibliotecario, si scosse dal torpore e dalla malinconia che avevano preso il sopravvento su di lui e raggiunse gli altri. Dopodiché l'anziano volle sapere dai locandieri la ragione per cui i ragazzi erano scesi di sotto.Il motivo doveva essere quello di domandar loro qualcosa di importante. Augustus Lafayette non era ancora a conoscenza del fatto che Nico avesse contratto la dengue, perchè il martedì, suppostamente giorno di chiusura della biblioteca, Adriana e suo fratello non dovevano recarvisi per le solite pulizie e per mettere in ordine i libri.

-Ditemi la verità-. Il bibliotecario non si fidava troppo di loro. 

I due comunque non mentirono. Non era certo facile ingannare il signor Lafayette. E poi loro gli dovevano parecchio, senza di lui avrebbero avuto il locale distrutto, niente risarcimento danni e in più i criminali che frequentavano la locanda sarebbero probabilmente rimasti in libertà, dopo avere sborsato una cospicua mazzetta agli agenti di polizia civile corrotti di Habanita.

Nel frattempo, da fuori si udì il rumore di una sirena. Era arrivata la polizia. Evidentemente il comandante si trovava in servizio, per riuscire a intervenire tanto prontamente. 

-Ora andate a casa, me la sbrigo io con le autorità- ordinò loro seccamente. 

I locandieri obbedirono senza fiatare.