Giusy Gil Mammana Parisi

Il bibliotecario francese: cap. XXXIX

2019-11-20 23:49:15

Siamo in pieno mediogioco e due dei cavalli, tanto quanto entrambi gli alfieri del bianco, non se la stanno passando molto bene.Bianchi o neri che siano.Ma gli alfieri bianchi non cadranno, contano sulla protezione del loro re, tutt'altro che passivo, nè intento a farsi proteggere dagli altri pezzi.

CAP. XXXIX parte prima

Robert e Trent camminavano uno accanto all'altro nella strada polverosa che li avrebbe ricondotti al Centro, ognuno assorto nei propri pensieri.

Il primo aveva il cuore diviso tra due preoccupazioni. La prima riguardava le investigazioni di Augustus Lafayette. Né lui né i suoi amici avevano idea di quale piega stessero prendendo, nè di quali mezzi l'anziano si stesse servendo. Ma questo era il meno. Dopotutto aveva a lungo ignorato come si svolgesse l'andamento delle stesse indagini riguardanti la vicenda che lo aveva visto coinvolto l'anno precedente. Il bibliotecario non gli aveva rivelato alcun dettaglio, se non a caso chiuso. Ora però, nell'attuale circostanza, Trent li aveva visti tutti assieme e forse avrebbe mangiato la foglia. Stavolta le investigazioni di Lafayette potevano andar male. Cosa avrebbe risposto adesso, se il medico avesse cominciato a fargli domande? Cosa era andato a fare in quella locanda, se sapeva che Adriana e Nico non avevano lasciato il paese e perchè Augustus Lafayette, fino a pochi giorni avanti simpatico portinaio diurno del Centro Arcoiris, avesse a che vedere con loro. Il bibliotecario non aveva detto ai suoi amici che nessuno avrebbe dovuto vederlo insieme a loro, pena il fallimento delle sue indagini? Perché mai Trent si era infilato nella locanda di Habanita? Certo, Robert riconosceva che aveva preso prontamente le difese di Adriana e Nico. Se non ci fosse stato lui, quei camionisti ubriachi avrebbero potuto far loro del male, prima dell'arrivo di Lafayette. Quanto all'anziano poi, era davvero una fonte di sorprese. Se prima Robert dubitava, ora riteneva molto probabile che il bibliotecario agisse sotto mentite spoglie. Forse era un federale americano, pur di origine francese,  coinvolto in affari internazionali. Però ottenere la cittadinanza americana era sempre stato farraginoso, e a quei tempi, poi, neanche a parlarne. Come avrebbe fatto? Mah. 


CAP. XXXIX parte seconda

Poi arrivava l'altro cruccio. Non era stato in grado di muovere un dito durante l'aggressione. Se Adriana e Nico avessero dovuto contare soltanto su di lui...meglio non pensarci più. E anche se Robert li aveva messi in condizione di rivedere Alberta libera presentandoli ad Augustus Lafayette, nel momento peggiore era rimasto a fissare il pavimento e il soffitto, mentre Trent rischiava di farsi ammazzare per la donna che lui amava e per suo fratello. E poi venivano i suoi sotterfugi. Tra tutti gli infermieri del Centro Arcoiris, Robert era forse l'unico al quale non era sfuggito nulla dell'incresciosa situazione che si era creata tra Adriana, Trent e Malinka, a causa dell'incompetenza dell'haitiana. Perché lui, a differenza di tutti gli altri operatori sanitari, quando finiva il turno non trascorreva mai del tempo in camerata oppure nella hall, fosse per giocare a scacchi, a dama o semplicemente per chiacchierare con gli altri. Continuava ad aggirarsi assieme ai colleghi del turno successivo per i corridoi dei ricoverati, che lasciava solo per andare a mangiare e dormire. Robert preferiva conoscere gli altri osservandoli durante il lavoro e non chiacchierandoci a tu per tu. Non desiderava, a seguito di una domanda di troppo sul suo conto, rivelare così su due piedi di essere un Sempreverde. Si era innamorato di Adriana sin dal suo arrivo e non era il caso che lei sapesse subito di quella sua appartenenza a un'associazione tanto austera. Soltanto con il tempo. Perché qualora lo avesse accettato, avrebbe avuto l'obbligo di diventare una Sempreverde anche lei. Era il regolamento e lui non poteva farci niente. Grazie ai suoi continui andirivieni, Robert era giunto alle stesse conclusioni di Alberta riguardo alla morte del tenente Rios, ma né allora né in precedenza, pur conoscendo le manchevolezze e l'inettitudine di Malinka, si era azzardato ad avvisare degli strani accadimenti il direttore o forse meglio uno dei medici di cui avrebbe potuto fidarsi, specialmente il cardiologo e l'ortopedico, con cui l'infermiera haitiana aveva civettato, sapendo perfettamente che nè uno nè l'altro avevano minimamente gradito le avances della ragazza. Almeno avrebbe potuto provarci, anche se non gli avessero creduto. Cosa però poco probabile. In ogni caso non rischiava priorio nulla, se vi avesse tentato. Ma se la direzione sanitaria avesse allontanato Malinka per le sue incompetenze, Trent sarebbe rimasto libero e allora forse avrebbe potuto innamorarsi di Adriana...e Robert non voleva correre il rischio! Quando il bibliotecario gli aveva chiesto perché non avesse raccontato quanto aveva rilevato a chi di dovere, aveva confezionato la scusa di avere la certezza di non essere creduto da nessuno, specie se per nessuno s'intendesse il professor Archibald Podger. Il che era anche in parte vero. Ma non era tutto.

CAP. XXXIX parte terza

Durante i due giorni che erano seguiti all'ingresso di Adriana e Nico nella locanda di Habanita, Robert aveva poi evitato accuratamente di imbattersi in Héctor a causa della sua coscienza sporca. Quest'ultimo, attualmente al corrente della loro triste vicenda, avrebbe potuto preavvisare personalmente il signor Lafayette del caso occorso all'Arcoiris affinchè Nico e Adriana non perdessero altro tempo prezioso nell'attesa che lui fosse libero dagli impegni lavorativi. Il guardiano notturno non avrebbe sollevato sospetti se si fosse allontanato dal Centro con la sua macchina, specie se di giorno. E in base a quanto aveva poco prima ascoltato dal signor Lafayette, pareva che il portinaio venezuelano godesse di privilegi che gli avrebbero potuto permettere anche l'allontanamento dal Centro durante il suo orario di lavoro. Ma Robert gli aveva detto una piccola bugia e cioè che Augustus Lafayette era già stato avvisato da lui durante la sua ultima visita alla biblioteca. Il motivo? Relegare Salinas in secondo piano per apparire quale unica ancora di salvezza agli occhi di Adriana. Ora sperava che Héctor, per qualche malaugurata combinazione in cui potesse cadere il discorso, non rivelasse al bibliotecario la bugia. Conoscendo il signor Lafayette, raccontargli tutta quanta la verità sul suo agire, con tanto di motivazioni non esattamente lodevoli, avrebbe significato scadere del tutto nella sua stima, sempre che non l'avesse preso a pedate. L'anziano si fidava di Robert, ma con riserva e mantenendo una certa distanza. C'era poi da temere che Lafayette fosse in qualche modo venuto a sapere della sua appartenenza ai Sempreverdi, con il cui operato era fuor di dubbio che non concordasse. Infatti sembrava proprio che non avesse approvato il suo comportamento di quella sera. Senz'altro aveva pensato che non avesse spina dorsale. E quanto ad Adriana? Come avrebbe fatto ora a dichiararle il suo amore, una volta che la vicenda che stava facendo diventare tutti matti si fosse conclusa? Ora che di certo considerava Trent, e a ragione, il suo eroe. Si era battuto impavidamente per lei, poi l'aveva abbracciata e la ragazza non l'aveva respinto! Quali speranze aveva Robert oramai? Che guaio, che guaio!


CAP. XXXIX parte quarta

I pensieri di Trent seguivano un filo ben diverso. Robert avrebbe potuto risparmiarsi una buona dose di grattacapi, perché il suo compagno non aveva la minima intenzione di fargli domande indiscrete. Riconosceva di non averne il diritto. L'avere difeso Adriana e Nico da un'aggressione non lo inorgogliva. Lo faceva solo sentire sollevato perché così aveva la sensazione di avere lavato, anche se solo in minima parte, le sue colpe. Da allora in avanti avrebbe voluto essere sempre presente per Adriana, per Nico e anche per Alberta, che per colpa sua si ritrovava detenuta in un carcere pericoloso, appoggiarli ogni volta che ne avessero avuto bisogno. Ma doveva partire con Malinka. Si doleva di non poter scegliere la donna da amare con la ragione anziché con il cuore. Se fosse riuscito a farlo, avrebbe scelto una persona come Adriana. Una ragazza matura e coraggiosa che non era tornata alla sua comoda vita europea, una volta messo piede fuori dell'Arcoiris, ma si era adattata allo squallore di quella città per amore di Alberta. E considerava il suo lavoro da infermiera una vera e propria missione. Trent aveva potuto vedere con quanta diligenza e abnegazione svolgeva i suoi compiti. Eppure c'era stato un momento in cui aveva davvero pensato di lasciare l'arrivista e ambiziosa Malinka e approfondire la conoscenza con Adriana. Era un mattino in cui gli era sembrato, anche se per poco, di riuscire a vedere in modo diverso tutto intorno a sè. Adriana era nel suo studio, stavano guardando il panorama caraibico dalla finestra in un momento di tranquillità. Ricordava di averle accarezzato i capelli. Forse l'aveva fatto in un momento di impulso, nemmeno lui sapeva perché. Forse proprio in quel momento stava vedendo ogni cosa più chiaramente, ma purtroppo i suoi sentimenti ossessivi per l'haitiana avevano alla fine prevalso. Augustus Lafayette non si sbagliava affatto: l'amore di Malinka era interessato, mentre quello di Adriana era sincero. La prima amava il denaro facile e il prestigio sociale, mentre la seconda non era neppure a conoscenza della smisurata ricchezza della sua potente famiglia. E quella sera, pur avendone ogni diritto, non aveva mostrato il minimo risentimento nei suoi confronti. Lo aveva perfino ringraziato per averla difesa e non aveva respinto il suo abbraccio, anzi lo aveva ricambiato! Forse lo amava ancora, a dispetto di tutto? Ma la bellezza esotica e prorompente dell'haitiana lo aveva ammaliato fino a renderlo schiavo e non era in grado di liberarsi da quel giogo. Riconosceva che Adriana possedeva una bellezza diversa, molto più discreta, che si notava più nel suo carattere che non nei lineamenti, comunque fini e delicati, ma Malinka lo aveva stregato. Non riusciva, per lo meno non ancora, a rendersi conto che l'amore vero non è un'infatuazione puramente emotiva, del tutto priva di qualsiasi base solida. Vero era che voleva allontanarsi dall'ottica di alcuni membri della sua famiglia, per i quali nello scegliere una persona da sposare contavano soltanto il prestigio sociale e il dio denaro...proprio come per la sua ragazza!  Non condividendo la posizione dei genitori e di suo fratello, aveva scelto con il cuore anziché col portafoglio. Ma anche il cuore umano è ingannevole, specie se si chiudono gli occhi della ragione di fronte a obiettivi e indole malvagi.