Giusy Gil Mammana Parisi

Il bibliotecario francese: cap. XXVII

2019-09-06 01:02:22

Eccoci all'ultimo flashback della vita di Alberta. In questo capitolo la vediamo entrare per la prima volta nella lussuosa cameretta dei neonati, pronta a far da tata dedicata ai propri figli, pur di non perderli. Nel prossimo, il bibliotecario inizia a indagare attivamente al Centro Arcoiris.

CAP. XXVII

Alberta ricordava nitidamente il pomeriggio in cui i coniugi Mascarenhas l'avevano per la prima volta lasciata sola nella sontuosa cameretta in cui dormivano i neonati. In uno dei cassetti di un comodino situato tra le due culle, che la donna aveva aperto per passare in rivista abitini e pannolini, c'erano due catenine d'oro con un ciondolo che conteneva le iniziali LL. Aveva guardato con lacrime di gioia i piccolini, che i genitori adottivi avevano chiamato Adriana e Nico, e ringraziato Dio per non averli perduti e per l'esistenza, nel grigiore della presente epoca, di persone coraggiose e abneganti come l'assistente sociale Simone Fraga e i professori Coimbra e Mary White. Alberta sarebbe diventata una tata convivente e in seguito, una volta cresciuti i bambini, sarebbe rimasta come governante della casa. I coniugi Mascarenhas appezzavano l'avere un'impiegata con la qualifica di infermiera, cosa che sarebbe tornata sempre utile a tutta la famiglia. Alberta, con il tempo, non aveva mai voluto risposarsi, perché un nuovo matrimonio le avrebbe impedito di svolgere il ruolo di tata e governante convivente. Non concepiva l'idea di allontanarsi da quella casa e di conseguenza dai suoi figli, che man mano che crescevano le mostravano sempre più amore. Con loro si sentiva felice e appagata e non desiderava affatto un'altra famiglia. In quella casa veniva anche lasciata libera di studiare quanto le piacesse, durante le ore e i giorni di riposo che le spettavano. Alberta amava trascorrere molto tempo sui libri e i signori non avevano nulla in contrario a permetterle il libero uso della biblioteca di famiglia. In quegli anni, oltre ad approfondirsi in svariate discipline, aveva imparato l'inglese e lo spagnolo a livello di madrelingua.

Quando aveva raccontato la sua storia ad Augustus Lafayette, durante la seconda visita del bibliotecario al carcere di La Pinta, non sentiva di aver fatto nulla di straordinario prendendo il posto dei suoi figli in quell'orrenda prigione, ma ricordava sempre con ammirazione e riconoscenza l'attitudine della professoressa Mary White e dell'assistente sociale Simone Fraga. Le riteneva molto più coraggiose di se stessa. Alberta si era messa in gioco per i suoi figli, comportamento a suo avviso del tutto naturale per un genitore, mentre quelle due donne avevano avuto compassione per una persona che non era neppure loro parente. Per lei era quello il vero amore disinteressato.