Giusy Gil Mammana Parisi

Il bibliotecario francese: cap. XLVIII

2020-02-07 01:44:05

Cavallo penitente...avrà realizzato che la sua leggerezza poteva indebolire il bianco, consegnando il miglior tratto al nero, rischiando la coppia di alfieri e la torre rimasta in gioco? Ecco la struggente lettera di Trent per Adriana. Agli amanti dei grandi classici ricorderà vagamente...qualcosa?

CAP. XLVIII parte prima

Carissima Adriana, perdonami se mi prendo l'ardire di scriverti. Quando leggerai questa lettera io sarò già lontano, ma se potessi, correrei a inginocchiarmi ai tuoi piedi e chiederei così perdono a te, a tuo fratello e anche ad Alberta, per come mi sono comportato. Anche se non mi crederai, posso assicurarti che non avevo vere e proprie intenzioni di danneggiarvi. Sono cresciuto in una famiglia che mi ha viziato eccessivamente, dove tutto mi era dovuto, anche se mi sono state impartite un'educazione e una morale assoutamente rispettabili. Che però puntavano soltanto a mantenere me e i miei fratelli fuori dai guai, non a preservare anche gli altri. Con l'inganno vi ho rubato le chiavi degli armadietti per sostituire le aspirine che Malinka aveva somministrato al tenente Rios. Mi vergogno immensamente delle mie ignobili azioni, il rimorso si era impadronito di me non appena commesso il fatto, ma l'amore che provo per lei era riuscito a superare perfino i miei sensi di colpa e la vergogna. Oramai so che quello che mi lega a Malinka è un sentimento malsano e ossessivo, ma non sono a tutt'ora in grado di liberarmene, pur desiderandolo con tutta l'anima. Forse è dovuto anche al fatto che mi sento in qualche modo responsabile dell'incompetenza di Malinka, perché l'idea del volontariato a La Floresta era stata mia. La mia famiglia era assolutamente contraria al fatto che la sposassi e se l'avessi fatto avremmo dovuto cominciare da zero contando solo sulla mia attività di medico. Per me era più che sufficiente, la mia specializzazione mi garantisce uno stipendio molto alto, ma a lei non bastava. Vuole la vita lussuosa caratteristica degli appartenenti all'élite americana. So che adesso mi considererai uno sciocco per aver voluto portare avanti una relazione in cui sono perfettamente cosciente che la mia ragazza, invece di me, ama il mio status di origine e avresti tutte le ragioni del mondo per farlo, perché è proprio quello che sono. 

Avevamo bisogno di trascorrere un periodo di sei mesi come volontari nel settore sanitario in un paese disagiato, perché questi sono requisiti che occorrono per ottenere il visto di residenza a Estrella del Sur, dove stiamo emigrando. Oltre al possesso dell'equivalente di cinquemila dollari americani a richiedente, che nell'isola hanno un valore inestimabile, dovuto al tasso di cambio altissimo con il dollaro. Uno dei pochi paesi dove Malinka avrebbe la vita lussuosa che ha sempre sognato, a fronte di un investimento che altrove sarebbe irrisorio. Ma non sapevo che non è una vera infermiera. Mi aveva mentito sul punto. Il signor Augustus Lafayette mi ha informato di avere scoperto che ha un diploma e una laurea falsi, compratile da suo padre, che anni fa era un benestante proprietario alberghiero. Da qui la sua incapacità, che a dire il vero non sapevo spiegarmi, ma coprivo scaricando ignobilmente la responsabilità su di te e Nico, quando non su altri colleghi. E' incredibile come neppure le sue menzogne, che sono costate la vita a un ignaro paziente, siano riuscite a indurmi a lasciarla, come qualsiasi uomo sensato avrebbe fatto. E venendo al requisito dei diecimila dollari, io avevo speso quasi tutto quanto avevo per mantenere l'ambiziosa famiglia di Malinka in California. Dunque mi serviva altro denaro. Quello della vincita del torneo internazionale di scacchi di La Copa. Adesso sai perché trascorrevo a tavolino tutto il tempo che potevo. Ma mi era fin troppo arduo riuscire a battere quello che si sarebbe rivelato il mio avversario finalista, il professor Podger, Grande Maestro Internazionale di scacchi. Finchè non è intervenuto il nostro bibliotecario, al quale era bastato poco per riconoscere le mie debolezze e quelle del professore. E non solo a scacchi. Il signor Augustus Lafayette è l'uomo più geniale che abbia mai conosciuto in vita mia, forse l'unico al mondo in grado di battere piuttosto facilmente il professor Archibald Podger alla scacchiera. Tu e tuo fratello a quest'ora saprete che ha ottenuto la mia confessione su un piatto d'argento in cambio delle sue lezioni di scacchi, mirate alla mia vincita del torneo internazionale di La Copa.


No, questo ancora non lo avevano saputo. Non ce n'era stato il tempo. O forse Lafayette era stato troppo parco di spiegazioni perché non amava affatto vantarsi. Forse non era un bibliotecario vero, forse era un pesce grosso, sotto le cui mentite spoglie batteva un umile cuore d'oro.

CAP. XLVIII parte seconda

Se così non fosse andata, avrei comunque inviato per iscritto al Pubblico Ministero di La Pinta la mia confessione, una volta giunto a Estrella del Sur, in modo che liberasse Alberta. Non avrei voluto iniziare la mia nuova vita lasciando marcire in carcere nessuno di voi. E non lo dico per ripulirmi la coscienza, so che questo non sarebbe stato affatto sufficiente e non soltanto perchè qualcosa avrebbe potuto non andare per il verso giusto, se la mia confessione non fosse arrivata a tempo debito per trovarvi tutti incolumi. Non sarebbe comunque stato affatto sufficiente a compensarvi per per il vostro arresto e la vostra reputazione macchiata fosse anche solo per pochi mesi o giorni. Il solo fatto di essere stato capace di architettare un piano simile fa di me un abietto criminale. Il signor Lafayette mi ha fatto riflettere parecchio, è stato l'uomo da cui ho imparato molte cose in sole tre settimane, molto più di quanto i miei genitori mi abbiano insegnato durante tutta la mia vita. Lui ha ragione nel ritenere che Malinka abbia fatto di me uno schiavo. Quello che sono diventato lo dimostra. Ha avuto ragione quando mi ha detto senza mezzi termini che non merito l'amore di una ragazza come te, ma una persona come Malinka, che alla fine sarà la mia rovina. Però credimi, se fossi stato capace di scegliere con la ragione e l'intelligenza la donna da amare, avrei voluto te e non lei. Non meritavo la gentilezza che mi hai dimostrato quella sera alla locanda, soltanto il tuo disprezzo, eppure il tuo nobile animo ha prevalso sulla mia bassezza. Se solo non amassi Malinka quanto la amo! Perdonami se questo sentimento davvero ossessivo che provo per lei ti ha fatto e forse ti fa ancora soffrire. Spero tu conosca al più presto un uomo che ti ami quanto io amo lei e ti renda felice. Chiunque al mondo dovrebbe sentirsi onorato di poterti stare accanto, per la persona meravigliosa che sei. Se un giorno potrò riparare a tutto il male che ho fatto a te, a tuo fratello e anche ad Alberta, e spero sinceramente che me ne sia concessa l'opportunità, lo farò con immensa gioia. Ti saluto augurando a tutti e tre ogni bene, chiedendovi umilmente perdono.

Trent McCallister


-Tieni, falla sparire- disse frettolosamente Adriana, porgendo il foglio a suo fratello. 

-Come ha detto il signor Lafayette, una volta letto, dimenticare. Punto.

-Così deve essere.

Sta bene che abbia chiesto perdono e riconosciuto i suoi sbagli, encomiabile, noi lo perdoniamo, ma poteva risparmiarsi di ricordarci quanto ama Malinka, fu quanto pensarono entrambi i fratelli. E a dispetto della consapevolezza che lei era unicamente interessata al suo status. Dalla lettera si capiva bene che Trent doveva essere il rampollo di un miliardario americano, ma era pronto a farsi spennare da un'oca giuliva senza batter ciglio. Non ebbero però il tempo di lamentarlo, perché sentirono Alberta bussare alla porta della loro camera.

-Scusatemi ragazzi, spero non avervi interrotto.

-Tranquilla Alberta, abbiamo concluso. Non abbiamo più ragione di rimanere rinchiusi qui- disse Adriana in tono piatto. Non era il caso di mostrare alcuna emotività, atteggiamento che di certo avrebbe nociuto al suo fermo proposito di consegnare all'oblio autore e lettera.

-C'è qui Robert, è passato a trovarci. Ha chiesto di parlare da solo con te, mia cara.

Nico trasalì. Sin dall'inizio non gli erano sfuggiti i sentimenti del ragazzo per sua sorella, anche se Robert non era mai entrato in confidenza con lui fino a manifestarglieli palesemente.

-Sorellina, non prendere decisioni affrettate- le sussurrò.

Nico ricordava che Adriana tempo addietro gli aveva detto di volersi dedicare interamente al suo lavoro da infermiera, mantenendosi per sempre alla larga da relazioni sentimentali. Ma era una decisione presa in un momento di rabbia e delusione verso l'uomo che amava e che l'aveva vilmente ingannata, non certo il frutto di una riflessione a mente fredda, maturata in tempi ragionevoli. E ora gli veniva il dubbio che sua sorella potesse commettere un altro deplorevole errore: quello di accettare un uomo con cui non era certo che avrebbe raggiunto una vera e propria intesa e soltanto per ripicca nei confronti di un altro che amava davvero, ma stava con la donna sbagliata. Da parte sua Alberta nutriva gli stessi timori, anche se cercava di non farli trapelare, dominandosi.