Giusy Gil Mammana Parisi

Il bibliotecario francese: cap. XIX

2019-08-02 00:06:35

Scusate l'attesa, cari camers, ero alle prese con un problema tecnico. Ma ora il cap. XIX è arrivato e qui conoscerete Augustus Lafayette in prima persona anzichè un flashback. Questo è uno dei cap. più lunghi, lo sviluppo ha richiesto più elaborazione, dunque prendetevi tutto il tempo necessario.

CAP. XIX parte prima

Robert riuscì a tornare dai suoi amici soltanto due giorni dopo, a causa di una delle solite emergenze verificatesi all'Arcoiris. Per andare in biblioteca a conoscere l'uomo che rappresentava una speranza per Alberta, Adriana e Nico indossarono gli unici abiti puliti che erano loro rimasti. La locanda non faceva servizio lavanderia. L'unica soluzione che avevano trovato era lavare i vestiti sotto la doccia, servendosi solo dell'acqua. Il sapone di marsiglia, che così come tutti i volontari avevano ricevuto all'Arcoiris, dovevano risparmiarlo per lavarsi. Non erano arrivati ad Habanita portandosi dietro chissà quali effetti personali, i loro bagagli dovevano essere limitati per regolamento. Gli spazi del Centro non dovevano essere ingombrati. I prodotti per la pulizia personale, così come i farmaci, li ricevevano direttamente al Centro. E ora Adriana e Nico non avevano neppure un soldo per comprare un nuovo pezzo di sapone in una delle bancarelle che in quella città rappresentavano i pochi esercizi commerciali. Sembrava prospettarsi per loro un periodo di miseria, fatiche e stenti, ai quali due ragazzi provenienti da una famiglia alquanto ricca non erano ovviamente abituati. Per non parlare del fatto che senza un centesimo in tasca non era possibile vivere in alcun paese, per quanto disagiato.


CAP. XIX parte seconda

Si avviarono dunque di buon mattino verso la biblioteca, che si trovava nello stesso quartiere della locanda, a pochi metri di distanza. Era costituita da un vecchio edificio a due piani collegati tra loro da una scala di ferro battuto. Il pian terreno conteneva due grandi scaffali in cui erano riposti libri scolastici e un lungo tavolo rettangolare circondato da sedie, il tutto in stile arte povera. La maggior parte dei frequentatori della biblioteca era costituita da alcuni studenti dell'unica scuola di Habanita perché solo lì avevano accesso ai libri. La città non aveva una libreria e anche se l'avesse avuta non sarebbe servito a nulla. Le famiglie degli scolari erano troppo povere e non avrebbero certo potuto permettersi la spesa dei libri. Un altro assiduo frequentatore della bibliotca era l'insegnante, poi venivano il sindaco e i funzionari del suo staff. Questi ultimi consultavano anche i libri posti negli scaffali del secondo piano, che andavano ben oltre le semplici nozioni scolastiche: manuali di statistica, economia, diritto, storia e letteratura. C'era perfino qualche opera scacchistica, utilizzata dal maestro di scuola. Alcuni libri di letteratura straniera tedesca, francese, americana e inglese erano disponibili in lingua originale, ma neppure gli abitanti della città più istruiti, quali il sindaco e l'insegnante, conoscevano una lingua diversa dallo spagnolo. E nessuno, comprese le autorità amministrative locali, aveva idea della provenienza di quei preziosi libri. Nessun abitante di Habanita si era mai sognato di possedere materiale simile. Ma Robert una certa idea se l'era fatta: dovevano appartenere al bibliotecario, che aveva deciso di ampliare il materiale del povero edificio evitando nel contempo di figurare come il generoso donatore. 

-Buongiorno infermiere Brooke- salutò il guardiano dalla sua piccola postazione all'ingresso. Era evidente che Robert era uno dei frequentatori abituali della biblioteca, anche se non assiduo a causa degli impegni del suo lavoro volontario. 

-Possiamo vedere il signor Lafayette?- chiese Robert al guardiano.

L'uomo alzò la cornetta di un telefono che aveva un aspetto simile agli apparecchi esistenti in Europa durante il secolo delle due grandi guerre mondiali, eventi che oltre mezzo millennio prima avevano sconvolto il continente. Attualmente, telefoni come quello figuravano soltanto nelle illustrazioni dei libri di storia. Una storia che ad Habanita quasi nessuno conosceva.  

-Signor Brooke, lei può salire, ma i suoi amici debbono aspettarla qui, a meno che non siano interessati a uno dei volumi del piano superiore.

-D'accordo- rispose il ragazzo e poi, rivolgendosi ai compagni che avevano assunto un'aria preoccupata, li rassicurò:-Non temete, gli parlerò io, tra poco vi riceverà. Non allarmatevi per il suo fare burbero, una volta che lo avrete davanti. L'importante è che siate onesti e sinceri con lui e vedrete che vi sarà di aiuto.

Circa mezz'ora dopo, quando oramai Adriana e Nico avevano perso ogni speranza, Robert fece capolino dall'ultimo gradino della scala.  

-Venite ragazzi, il signor Lafayette vi aspetta.

-Possono salire?- chiese il guardiano dalla sua postazione.

-Si Oscar, ha detto che li riceve.


CAP. XIX parte terza

I due fratelli salirono al piano di sopra speranzosi, ma non senza sentire una certa apprensione. Per essere un semplice bibliotecario, quell'uomo si stava comportando come un personaggio illustre. E quando lo ebbero davanti, constatarono che il suo aspetto incuteva un certo timore reverenziale. Non che fosse un uomo imponente, anzi appariva come un individuo molto comune, ma c'era qualcosa in lui di indefinito che metteva soggezione. Dimostrava un'età imprecisata tra i cinquanta e i settant'anni. Era alto, ma non molto robusto e aveva il viso segnato da rughe profonde. Era vestito alquanto disordinatamente e interamente di grigio: grigie le scarpe, grigi i pantaloni e indossava una camicia a quadri in due sfumature di grigio. Anche  i capelli erano grigi, corti, ma non rasati, leggermente spettinati. Guardandolo si aveva però l'impressione che proprio in quel disordine che ostentava vi fosse una certa ricercatezza. Indossava impenetrabili occhiali scuri, dunque era impossibile guardarlo negli occhi. Fece entrare i tre amici nel suo ufficio, un locale che oltre a una sedia, un paio di sgabelli e una scrivania di legno al centro della stanza, aveva le pareti interamente rivestite di armadi, ognuno zeppo di libri. Augustus Lafayette si sedette alla scrivania e fece cenno ai due fratelli di accomodarsi sugli sgabelli. Robert rimase all'impiedi. Cominciò con fare monotono e apparentemente annoiato: -E così siete davvero in un bell'impiccio. Il signor Brooke mi ha raccontato in quale guaio vi siete cacciati e del prezzo che la vostra amica starebbe pagando per voi. Ora voglio la vostra versione dei fatti e per intero.

CAP. XIX parte quarta

Dal tono della voce sembrava che non vedesse l'ora che se ne andassero, nonostante stesse loro chiedendo formalmente di esporre l'accaduto. Quello era l'uomo che li avrebbe aiutati? Adriana e Nico pensarono che il signor Augustus Lafayette fosse la tipica persona che sviluppasse antipatie a prima vista. Neanche Robert doveva essergli molto simpatico. Se fossero stati amici non lo avrebbe chiamato in maniera così formale, "signor Brooke". Tuttavia lo aveva liberato da una prigionia immeritata, e a detta dell'infermiere, il bibliotecario era l'unica via d'uscita per Alberta. Perciò si fecero coraggio. Cercando di ignorare il disagio e tenendo a mente i consigli di Robert, gli raccontarono tutto quanto, sin dall'inizio. Dall'arrivo di ciascuno di loro fino all'ultimo giorno all'Arcoiris. Del lavoro al Centro, degli orari che osservavano e dei rapporti con ogni membro dello staff. L'anziano volle anche sapere come trascorrevano il tempo libero tutti i volontari, direttore sanitario compreso. Quest'ultimo ne aveva a volontà, di tempo a disposizione. E giocava a scacchi tutte le volte che poteva. Specie con Trent. Lafayette chiese finanche dello svolgimento e dell'esito delle partite e chi giocava contro chi, ma nessuno dei due fratelli era uno scacchista, dunque su questo punto in particolare non erano certo di grande aiuto. 

-Fa niente, mi informerà Héctor Salinas, lui si che gioca.

Adriana, nonostante il dolore e la vergogna nel ricordarlo, narrò timidamente del suo illusorio rapporto con Trent, che aveva portato lei e suo fratello all'arresto per un reato che non avevano commesso e Alberta a una falsa confessione per scagionarli. Ma non sapeva da dove cominciare per illustrare al bibliotecario il momento in cui l'uomo che amava le aveva sottratto la chiave dell'armadietto dei farmaci. Continuò allora Nico, raccontando delle conclusioni alle quali era giunto e terminando con la narrazione del furto della sua, di chiave. Ascoltando quest'ultima vicenda, la bocca di Augustus Lafayette accennò a un mezzo sorriso tra l'ironico e il beffardo, scoprendo una dentatura bianchissima e inusualmente in perfette condizioni per un uomo d'età presumibilmente non miliardario.

-Un trucco banale, vecchio di secoli, quello della macchia di caffè. E come ha sottratto la sua chiave, signorina Mascarenhas?- domandò ad Adriana con fare indagatore. Sembrava un falco sul punto di attaccare la preda di turno.

-Ecco...- Nonostante l'imbarazzo, la ragazza si provò a rispondere, ma l'uomo la fermò prima che iniziasse a raccontare. -Lasci perdere, riesco a immaginarmelo perfettamente senza che mi sveli i particolari. 

Adriana si sentì sprofondare per la vergogna e arrossì visibilmente.  

-Bene, così vorreste il mio aiuto per liberare la vostra amica che si trova in carcere al posto vostro.

-Per un fatto che né Alberta e neppure noi abbiamo commesso. Fino a poco fa speravo che potessimo uscirne, anche se con immensa difficoltà, con la testimonianza del magazziniere, che ha proprio visto il supervisore rovesciarmi un bicchiere di caffè e poi cercare di ripulirmi. Come se le macchie di caffè possano scomparire semplicemente strofinandoci sopra un fazzoletto. Ma l'ultima volta che l'abbiamo incontrato, quell'uomo ha avuto un atteggiamento per nulla amichevole nei nostri riguardi e credo poi che Trent, approfittandosi in seguito dell'infermità mia e di mia sorella, abbia fatto sparire questo seppur debole indizio -si rattristò Nico.

Augustus Lafayette rise.

-Che cosa mi tocca ascoltare! Miei cari ragazzi, anche se quell'operaio vi fosse affezionato, a cosa servirebbe la sua testimonianza se non a fare ridere la procura? Sbaglio o mi avete detto che la vostra amica vi ha scagionati autoaccusandosi? Ora, se tirate fuori questa storia, dopo le risate iniziali voi due sarete di nuovo nel mirino delle autorità e con l'andazzo della giustizia di questo paese, seguendo una strada che definire tortuosa è dire poco, andrà a finire che vi arresteranno di nuovo, senza peraltro rilasciare la vostra collega. Lasciatevelo dire, per il momento dimenticatevi di questo cimento alla caffeina e lasciate fare a me, che conosco il fatto mio. In Danimarca o in Norvegia  funzionerebbe, verrebbe accettato come indizio per effettuare indagini approfondite, ma qui a La Floresta no. La giustizia è sommaria. Troppa corruzione. Ma dovete sapere, cari ragazzi, che i miei servigi costano cari.


CAP. XIX parte quinta

Adriana e Nico si guardarono. Entrambi indossavano le loro catenine d'oro. Come in un gesto di comune accordo, se le tolsero e le porsero all'anziano.

-E' tutto quel che ci resta- mormorò Nico. Quelle catenine erano un regalo dei genitori per la loro nascita e ai due ragazzi costava non poco, in termini di valore affettivo, separarsene. Ma se potevano servire per aiutare Alberta erano disposti al sacrificio.

Augustus Lafayette sembrò interessato al ciondolo che pendeva, identico, in ciascuna. Riportava le iniziali LL. Una cosa che né Adriana né Nico avevano mai capito. La loro madre si chiamava Renate Côrte-Real e il padre Alfredo. Nessuno in famiglia aveva nomi con le iniziali LL. Una volta avevano chiesto spiegazioni sui ciondoli ad Alberta, che aveva peraltro confermato quanto diceva la padrona di casa, cioè che si trattava di un ninnolo come qualunque altro e invitandoli a non pensare affatto a una semplice lettera dell'alfabeto.

In ogni caso, l'anziano non volle prenderle. Dopo avere attentamente esaminato gli oggetti in questione, disse loro:-Valgono soltanto un paio di giorni del mio lavoro. Tenetevele pure. E mi raccomando di non circolare con gioielli indosso. Habanita è pericolosa, dunque vietato ostentare, anche se si tratta di oggetti di scarso valore commerciale. Brooke non ve l'ha detto? 

Ora i due fratelli si trovavano in un altro pasticcio e ben poco li confortò il fatto di potersi tenere le catenine. 

-Robert- cominciò Nico arrossendo. -Ascolta, in questo momento non abbiamo neppure un centesimo, se tu o Héctor potete prestarci il denaro necessario ti prometto che lo restituiremo con tanto di interessi, una volta che in Portogallo ne verremo in possesso. Credimi, non io e mia sorella non abbiamo mai preso nulla in prestito e ti assicuro che è una cosa che non farei se ad averne bisogno fossi io. Ma per una persona cara in un frangente come questo non posso farne a meno-. Che gli costasse formulare una simile richiesta era evidente. Nico non amava essere di peso per gli altri, desiderava solo essere di aiuto al prossimo. In questa sua caratteristica si insinuava una punta di orgoglio, difetto che però cercava di correggere, pur non senza difficoltà. Lui e sua sorella erano stati istruiti da Alberta a esaminarsi e correggersi costantemente. Ma questa volta, trattandosi di un'emergenza di enorme portata, riconosceva di avere bisogno dell'aiuto economico altrui, anche se gli costava molto ammetterlo.


CAP. XIX parte sesta

Augustus Lafayette squadrò Adriana e Nico da dietro i suoi misteriosi occhiali.

-Miei cari ragazzi, il signor Brooke fa il volontario da oltre un anno e da allora non mette piede in America. Vive senza un soldo: né pesos né dollari. Oramai avrà dimenticato perfino di che colore sono le banconote in qualunque valuta. Quanto al signor Salinas, per miracolo ha trovato un posto dove riceve vitto, alloggio, un'auto per potersi muovere facilmente tra l'Arcoiris e la farmacia del centro città, dato che deve ringraziare di essere l'unico tra tutti a possedere una patente panamericana, e al bisogno cure mediche gratis, perché in Venezuela non aveva dove cascare morto. E siete cascati male anche voi.

-E' proprio come dice il signor Lafayette- ammise Robert -ma credetemi, se avessi anche un solo penny ve lo darei volentieri.

-Ma com'è possibile che due borghesi come voi abbiano affrontato un viaggio dal Portogallo fin qui completamente al verde?- indagò il bibliotecario. 

Nico non si era mai sentito così umiliato in tutta la sua vita.

-Ascolti signor Lafayette, la colpa di tutto questo è soltanto mia- cominciò Adriana, stavolta con risolutezza.

-Sorellina, lascia perdere... 

-No, Nico, tutta questa storia è colpa mia, se avessi ascoltato Alberta e fossi tornata in Portogallo, quando mi pregava di farlo, a quest'ora non staremmo qui. E se avessi dato retta a te, non avremmo chiamato mamma e papà. Non è giusto che tu e Alberta paghiate per la mia caparbietà e ostinazione. Signor Lafayette, se siamo senza un soldo è dovuto alla mia insistenza nel volere informare della vicenda i nostri genitori, illudendomi che sarebbero intervenuti in favore della donna che di fatto ci ha allevati. Che ci avrebbero dato carta bianca con il conto corrente. Nostro padre è il proprietario della nostra banca e avrebbe potuto contrattare personalmente il miglior avvocato del paese senza neanche scomodarsi a viaggiare fin qua, ma per tutta risposta ha licenziato Alberta e ha bloccato le carte di credito che abbiamo con noi per costringerci a tornare a casa. I nostri genitori credono che ci troviamo ancora al Centro Arcoiris, per avere agito come hanno fatto senza timore di metterci nei guai, perchè se sapessero dove dormiamo ora, conoscendoli, prenderebbero il primo aereo per venire qua e ci trascinerebbero per le orecchie in Portogallo. Temo che in questo momento non riusciremmo neppure a pagarci un misero extra.

-Buon sangue non mente, borghesi fino in fondo!- Il bibliotecario diede in una sonora risata. -Di quali extra vorreste servirvi nella locanda della città? Idromassaggio, televisore satellitare...

-Signor Lafayette!- lo interruppe la ragazza perdendo improvvisamente il suo fare timido e conciliante. Contrariamente alla sua indole, nella maggior parte delle circostanze alquanto remissiva, Adriana aveva cominciato a reagire con una certa energia, finendo con l'alzare la voce, cosa che non faceva mai di fronte a una persona anziana o comunque autorevole.

-Saremo borghesi, ma non viziati come possiamo sembrare agli occhi di chi non ci conosce. E siamo infermieri professionali. Abbiamo lasciato le nostre comode case per venire in un paese tropicale disagiato, dove siamo esposti a mille infezioni e malattie di vario genere. Non abbiamo sviluppato l'immunità della popolazione locale perché non siamo nati e cresciuti qui, dunque nonostante i vaccini non siamo del tutto protetti. Se dovesse succederci qualcosa, non abbiamo neppure un centesimo per comprarci un'aspirina nella farmacia della città. E per coronamento della situazione, se questa storia non sarà risolta entro dieci giorni, non avremo neppure più un posto dove dormire. Avevamo pochissimo contante con noi, proprio perchè contavamo sulle carte di credito, ora inutilizzabili. E anche perchè ci hanno detto in tutte le salse che qui girare con i contanti è pericoloso per stranieri borghesi, come lei ci definisce. Le poche banconote che avevamo se ne sono andate tutte per pagare la locanda. Robert ci aveva detto di fermarci un mese, ma abbiamo potuto pagare soltanto per due settimane! Delle quali tre giorni sono già volati via.

-Adriana, andiamocene-. Anche la pazienza di Nico aveva superato il limite. -Quest'uomo non è affatto una speranza per Alberta, si sta burlando di noi e forse ci ha ricevuti perché gli mancavano fenomeni da baraccone per il suo personale divertimento. Robert, ti siamo immensamente grati per il tuo interessamento, ma da ora in poi agiremo per conto nostro per risolvere la faccenda. 



CAP. XIX parte settima

Robert li guardò con aria costernata, senza riuscire a dire una parola. Evidentemente non si aspettava che l'uomo che lo aveva salvato riservasse ai suoi amici un trattamento a dir poco scortese. Sapeva quanto fosse burbero, ma non se l'immaginava tanto riottoso. Stavano per uscire dalla porta, ma il bibliotecario non aveva finito con loro.

-E che cosa intendereste fare? Girare per le carceri? Svolgere indagini? Questo non è il Paese di Cuccagna, è pieno di squali affamati e corrotti che vi divorerebbero in quattro e quattr'otto. Lasciatevelo dire: provando ad aiutare la vostra amica con i vostri ideali, non durereste una settimana. In soli dieci giorni poi, dove pensereste voi due di arrivare?- rise Lafayette. 

-Non sembra che abbiamo altra scelta- rispose Adriana seccamente.

-Si che l'abbiamo. Tu torni a casa per la data prevista quando sei partita.

-Non se ne parla neanche! 

-Per una volta soltanto, non puoi fare come ti viene detto?

-Se significa lasciarti solo nell'occhio di un ciclone, allora no! E poi - continuò - non ricordi che tra poco non avremo nemmeno più un tetto sulla testa?-. La ragazza incrociò le braccia e guardò il fratello con fare risoluto.

-Ora fai pure la spiritosa?

-Sentite ragazzi, smettetela di litigare e ascoltatemi-. Augustus Lafayette si era alzato dalla scrivania per venire a piantarsi davanti a loro prima che raggiungessero le scale. 

-Aiuterò la vostra amica. Di denaro non ne parliamo più. Domani stesso andrò a vederla e al mio ritorno mi stabilirò al Centro Arcoiris come guardiano diurno. Stessa procedura utilizzata per Brooke, almeno all'inizio.


CAP. XIX parte ottava

I tre amici si guardarono esterrefatti. Il tono della voce del bibliotecario era cambiato, il cinismo che aveva fino ad allora mostrato si era spento.

-D'accordo signor Lafayette. E le promettiamo che appena saremo in Portogallo e avremo messo insieme la somma adeguata, gliela pagheremo con tutti gli interessi del caso- si affrettò a promettere Nico.

-Signor Mascarenhas, o non mi sono spiegato o è sordo da quell'orecchio. Ho detto di non parlare più di denaro o sbaglio? Caro ragazzo, l'orgoglio può essere insidioso tanto quanto la sfrenata ambizione. O quanto l'ingenuità e la smisurata fiducia nel prossimo, specie quando si tratta di un lupo vestito da agnello-. Disse queste ultime parole guardano Adriana, che abbassò lo sguardo, mortificata.

-Ma sono certo che una volta terminata questa terribile storia avrete entrambi imparato parecchio dagli errori del passato. Ora, se ho capito bene avete speso tutto quello che vi rimaneva per pagare la locanda, giusto? Per sole due settimane? E ora mancano solo undici giorni prima che vi sbattano fuori per mancanza di fondi. Miei cari ragazzi, in dieci giorni ci sarà appena il tempo di scalfire la superficie di un caso complicato come il vostro e della vostra amica. Che ne dite allora di guadagnarvi il denaro che vi manca lavorando per la biblioteca? Per aiutare la vostra amica, come dicevo, dovrò trasferirmi al Centro Arcoiris per svolgere le opportune indagini e allora questo posto rimarrà alquanto abbandonato. Oscar, oltre a fare da guardiano e uomo delle pulizie, dovrebbe svolgere anche le mansioni di bibliotecario. Troppo carico di lavoro per lui. Quindi voi due potreste essere di aiuto. Arriverete qui per le nove, cosicché sarete sicuri che anche l'ultimo camionista avrà lasciato la locanda e voi avrete avuto il tempo di far colazione. Comincerete con il rassettare i libri che eventuali visitatori avranno consultato, riponendoli negli scaffali in ordine alfabetico e per materia. Oscar vi spiegherà i dettagli. Presterete la massima attenzione in questo compito, non ammetto sbagli, chiaro? A mezzogiorno tornerete alla locanda per il pranzo. Alle quattordici verrete di nuovo qui per pulire la biblioteca. Oscar lo fa sempre dopo l'orario di chiusura, ma voi non potrete perché la biblioteca chiude soltanto alle diciannove e voi per quell'ora dovrete essere già nella vostra camera da un pezzo. Quindi uscirete di qui alle diciassette, onde evitare qualunque inconveniente. Così potrete pagarvi non soltanto tutto il mese alla locanda, ma trattenervici finché la vostra amica non sarà fuori dai guai. Lavorerete tutti i giorni, tranne il martedì e la domenica, in cui la biblioteca è chiusa.


CAP. XIX parte nona

Dunque Lafayette conosceva tutta la faccenda dei camionisti e dei loro orari di arrivo e  partenza da Habanita, sapeva quanto fossero pericolosi, al punto da non doversi accorgere della presenza dei due ragazzi nella locanda e sembrava essere al corrente di ogni problema di ordine pubblico e sociale del paese. I due fratelli, Nico in particolare, avevano cominciato a chiedersi se davvero fosse un bibliotecario, come poteva riuscire a stabilirsi al Centro come volontario ogni volta che voleva saltando l'intera procedura di accesso. E senza che l'altezzoso professor Podger potesse batter ciglio. Ma alla fine quel che davvero importava era l'accendersi di una speranza per Alberta, per quanto ancora vaga. L'indomani l'anziano l'avrebbe vista. Adriana e Nico, pur temendo un netto rifiuto, lo pregarono di portarli con sé. Lo rassicurarono che non si trattava di una scusa per rimandare il lavoro, erano davvero angosciati per la triste condizione della loro tata. Dopodiché sarebbero andati ogni giorno in biblioteca a fare il loro dovere.

-Mi dispiace ragazzi. Se volete davvero aiutarla è preferibile che nessuno vi veda assieme a me, nei limiti del possibile. Ma potreste andarci con il signor Salinas. Forse potrò organizzarvi un trasporto con lui un martedì. E un'ultima cosa, che vale per tutti e tre voi: non dovrete mai aprire la bocca con nessuno riguardo a questo nostro incontro. Recepito il concetto?