Giusy Gil Mammana Parisi

Il bibliotecario francese: cap. LX

2019-11-26 01:25:17

In questo cap. troviamo, per curiosa combinazione degli eventi, Lafayette a tavola non solo assieme al collaboratore Oscar, ma anche con Adriana, Robert e Trent, ciascuno rappresentato dal pezzo di scacchiera che gli si confà. Ma sarà una cena austera, da autentici frati trappisti. Perchè? Leggete.

CAP. XL parte prima

Adriana sapeva bene che Augustus Lafayette aveva ragione da vendere e non si faceva illusioni. Ma era comunque doloroso. Trent stavolta si era messo in gioco e aveva rischiato per lei e anche per Nico, ma era impegnato con un'altra, amava Malinka e questo lo capiva. La amava al punto da abbassarsi a commettere crimini per lei, anche se non poteva essere vero amore, ma un'ossessione schiavizzante, proprio come diceva il bibliotecario. In ogni caso Adriana non si sarebbe mai messa in mezzo ad una coppia, non avrebbe mai fatto agli altri quello che non voleva fosse fatto a lei, neppure davanti a persone meschine e vuote come Malinka. Quel che era giusto andava osservato verso chiunque avesse di fronte. Lei e Nico erano stati allevati da Alberta, che insegnava loro ad amare cristianamente il prossimo, chiunque fosse. E anche se Trent fosse ancora in tempo per accorgersi che i suoi sentimenti morbosi per Malinka gli avrebbero fatto solo danno, non era opportuno aspettare indefinitamente che accadesse. Attendere quanto, poi? Un mese, sei mesi, due anni, per sempre? Poteva succedere come no. E anche se davvero improbabile, anche Malinka poteva poi cambiare in meglio e quindi costruire con Trent un'unione serena e duratura. Quindi Adriana doveva andare avanti con la sua vita, indipendentemente da quello che Trent avesse fatto con la propria. Ma era così difficile non cadere preda dello sconforto. Difficile dimenticare il dolce abbraccio di quella sera in cui aveva coraggiosamente lottato per proteggerla. Difficile dimenticarlo, soprattutto ora che lo vedeva ogni giorno.

Trent aveva mantenuto la promessa fatta ad Adriana, sin da quella turbolenta sera che aveva portato i medicinali e la flebo per Nico, assieme a Robert. E aveva trasportato suo fratello incosciente in biblioteca. Quella sera, una volta sistemato e medicato suo fratello, si erano ritrovati curiosamente tutti assieme a cenare nel piano di sotto della biblioteca. Il signor Lafayette si era reso conto che nessuno di loro aveva mangiato nulla da parecchie ore e aveva fatto portare la cena per tutti dai locandieri, tenendo in caldo quella di Nico per quando si sarebbe risvegliato. Soprattutto Adriana e Trent avevano trascorso una giornata terribile e pur essendo quest'ultimo di tempra forte e avendo acquisito parecchia resistenza grazie a sport pesanti praticati per molti anni, era oramai a pezzi e al ritorno al Centro avrebbe dovuto probabilmente affrontare Podger, che non lo avrebbe lasciato dormire prima di aver disputato alcune delle solite partite a scacchi. Meglio se chiunque di loro avesse messo qualcosa nello stomaco. Ma aveva dato precise diposizioni sulla cena.

-A quest'ora siete tutti distrutti e dovete mangiare qualcosa. Soprattutto voi due- disse indicando Adriana e Trent. -E non provatevi ad accampare la scusa di non voler disturbare, che con me non funziona.

Per la verità, nessuno aveva intenzione di schermirsi, tutti erano sfiniti e affamati.

-Cenerete con me e il signor Oscar, ma badate bene, sono un anziano piuttosto pretenzioso e attaccato all'etichetta e quando mangio in biblioteca detesto le chiacchierate a tavola. Non sono conformi allo spirito di quiete del luogo e mi fanno perdere l'appetito. Dunque si mangia tutti zitti, senza fiatare, che non voglio sentir volare una mosca. E decido io dove andrete a sedervi. Io me ne starò a capotavola e voglio accanto a me il buon vecchio Oscar da una parte e la signorina Mascarenhas dall'altra. Voi due, invece- rivolto a Trent e Robert -all'altro capo del tavolo. Quando poi avrete terminato, ognuno alla svelta alle proprie occupazioni, che a sparecchiare ci pensa il signor Oscar, è lavoro suo.


CAP. XL parte seconda

Una volta arrivati a tavola i piatti, dopo essere questi passati per qualche strana e misteriosa ragione per lo studio del bibliotecario, si erano seduti tutti in assoluto silenzio. Adriana si era sentita piuttosto confusa, non fosse per la presenza, oramai per lei rassicurante, di Augustus Lafayette. Meglio così, che il bibliotecario l'avesse voluta accanto a sè. La vicinanza di Trent era per lei alvo di sentimenti contrastanti e ansietà e per qualche ragione sia lui che Robert non smettevano di fissarla. Ma il bibliotecario se n'era accorto. -Che c'è da guardare con tanta insitenza? Le occhiate curiose a tavola non mi fanno perdere soltanto l'appetito, ma anche la poca pazienza che mi resta. Che ognuno guardi unicamente la propria cena, se no m'indispongo!

Nessuno aveva fiatato, mormorato, nè più osato alzare gli occhi dal piatto. Una cena da autentici frati trappisti. Ovviamente Augustus Lafayette aveva le sue buone ragioni per agire in tal maniera: non intendeva mettere a repentaglio le proprie indagini, sia pure per una parola sfuggita involontariamente o ingenuamente a qualcuna delle parti in causa, dato che oramai, allo stato degli atti, non sia aspettava nessuna mala sorpresa da parte del medico californiano. E voleva evitare ad Adriana l'imbarazzo di quella situazione incresciosa che si era creata.


CAP. XL parte terza

Ora Trent veniva tutte le mattine a visitare Nico, prima di intrattenersi con il bibliotecario nel suo studio. Il primo mattino che avevano trascorso là, Augustus Lafayette, passando accanto ad Adriana mentre Nico dormiva, le aveva detto quasi bisbigliando, per non svegliare il malato e non farsi udire dal medico: -Mi creda, con il tempo lo dimenticherà. Mi dia retta. Ancora per poco, e non lo vedrà più.

Lafayette, almeno nella misura in cui riusciva a dimostrarlo, si stava rivelando sorprendentemente affettuoso, anche se oramai i due ragazzi avevano fin troppe prove della sua benevolenza nei loro confronti. Gli aveva garantito un tetto sulla testa, pane sulla tavola e anche denaro affinchè non mancassero del necessario. Da quando Nico si era ammalato, aveva dispensato Adriana dal pulire la biblioteca, in modo da poter stare vicino al fratello. I letti sui quali ora dormivano nel piano superiore, peraltro molto comodi, come Augustus Lafayette aveva affermato, erano ricavati dalle ampie poltrone poste tra gli scaffali del secondo piano. Il bibliotecario e il guardiano ne avevano portate due al piano di sotto, per se stessi. Anche loro si fermavano a dormire in biblioteca, dicevano, per non lasciare l'infermiera e il malato completamente soli di notte. Nessuno sapeva che Augustus Lafayette di fatto ci abitava e anche Oscar oramai aveva preso l'abitudine di dormirci spesso. La biblioteca era attrezzata per trasformarsi in una casa abitabile ogniqualvolta ce ne fosse stato bisogno, il che peraltro era ordinaria amministrazione. E ad Habanita l'arte di arrangiarsi non era mai troppa.

Quando Nico era sveglio, cioè nei momenti in cui la febbre gli dava tregua,  e si accorgeva della presenza di Trent, lo guardava con stupore misto a diffidenza. Pur nebulosamente, ricordava che alla locanda aveva preso le difese sue e di sua sorella da un'aggressione, quindi gli era riconoscente. Ma temeva che Adriana potesse ancora soffrire a causa sua. Trent da parte sua sembrava sinceramente preoccupato anche per lei, oltre che per Nico. Tutte le volte si offriva di portarle qualunque cosa le servisse, insistendo poi per visitarla per assicurarsi che stesse bene di salute. A volte insisteva tanto che Adriana finiva per cedere. Poi le lasciava farmaci che avrebbero potuto esserle utili. Alla fine entrava puntualmente nello studio del signor Lafayette e fratello e sorella capivano che l'anziano stava ottenendo risultati a beneficio di Alberta, anche se non riusciva loro di immaginare cosa stesse accadendo laddentro. Forse che Trent fosse davvero in preda al rimorso e si fosse pentito sinceramente del suo comportamento, confessando ogni cosa al bibliotecario? Era per questo che adesso si prodigava tanto per loro? 

E quanto ad Alberta, chissà come stava. I ragazzi erano tristi per lei, non erano riusciti a vederla. Sembrava che per un motivo o l'altro Héctor non avesse avuto mai modo di portarli a visitarla. Quello che non sapevano era della promessa che il bibliotecario aveva fatto alla loro tata, di non lasciarli avvicinare alla prigione dov'era rinchiusa. Oltre, ovviamente, a quella di non rivelargli mai di essere la loro vera madre. Il signor Lafayette era un uomo di parola e l'avrebbe mantenuta a tutti i costi.


Piccola precisazione

Riguarda il perchè ho definito la cena dei nostri cari personaggi da frati trappisti. Per chiunque non lo sappia, l'ordine dei frati trappisti impone loro di osservare il più rigido silenzio (cosa che sono venuta a sapere dal film con Vittorio de Sica Pane, amore e..., quello della famosa quadrilogia iniziata con Pane, amore e fantasia, quando al maresciallo Antonio Carotenuto era venuto in mente di diventare un trappista, cosa che alla fine poi non fece). L'unico discorso consentito nel rivolgere la parola agli altri fratelli è, prima di andare a nanna, fratello, ricordati che devi morire (sempre da film Pane, amore e...). Ovviamente, nel caso del bibliotecario, Augustus Lafayette ha le sue ottime ragioni per imporre il più assoluto silenzio...