Giusy Gil Mammana Parisi

E se voi foste un pezzo della scacchiera, quale sareste?

2019-10-17 17:25:54

No, questa non รจ l'ennesima interruzione del giallo. Quantomeno non la solita interruzione, dato che il tema centrale sono proprio loro, gli scacchi. Anzi, l'intera vicenda potrebbe rappresentare tranquillamente una partita, esserne un'allegoria. Seguono alcune regoline e chicche scacchistiche.

PEDONE

In una scacchiera sono presenti 8 pedoni bianchi e 8 neri. Si dice che il pedone sia il pezzo più umile della scacchiera. Perchè è quello che può muovere solo in avanti e di una sola casa (tranne alla prima mossa, in cui può andare avanti di due case (a proposito, si chiamano case i 64 spazi bianchi e neri della scacchiera). Attenzione, a seconda del tipo di apertura, non sempre è però conveniente che un pedone muova di due case. Il pedone è spesso sacrificabile, sia per avanzare nel gioco che per evitare di perdere un pezzo più quotato. Ma se riesce a portarsi in ottava fila, cioè l'ultima, invadendo le case dell'avversario, può diventare il pezzo quotato che preferisce. Solitamente il pedone è promosso a regina, ma a seconda del tipo di finale, per dare matto al re, potrebbe perfino essere meglio promuoverlo a cavallo, a causa del particolare movimento di quest'ultimo pezzo. 

Nel mio giallo i pedoni possono essere rappresentati dai pietosi agenti di polizia civile di Habanita (che non verranno mai promossi a regina, lol!), dal magazziniere del Centro Arcoiris e dall'ausiliario di infermeria che l'anno precedente aveva fatto finire in galera Robert Brooke.

ALFIERE

E' uno dei due pezzi leggeri della scacchiera (l'altro pezzo leggero è il cavallo). Ha più valore del pedone e meno della torre (anche se a seconda del tipo di partita può rivelarsi più decisivo di quest'ultima). Gli alfieri, così come i cavalli e le torri, viaggiano in coppia (nel senso che ce n'è due per ogni giocatore). L'alfiere può muovere di quante case preferisce, purchè non intralciate da pezzi che possano minacciarli. Il movimento è sia in avanti che all'indietro, ma solo in diagonale e ciascuno soltanto nelle case del colore di partenza. Gli alfieri si chiamano campochiaro e camposcuro (il campochiaro è quello che percorre le case bianche e il camposcuro quello che percorre le nere, indipendentemente dal colore del pezzo, alfiere bianco o alfiere nero). La coppia di alfieri, se si sanno usare bene, può trasformarsi in un'arma micidiale in grado di dar matto.

Nel giallo, i due alfieri bianchi sono rappresentati da Adriana e Nico (no, Adriana non è la regina bianca, anche se potrebbe essere forte la tentazione dei lettori nell'associarvela, lol!). Perchè alfieri? Ad Habanita sono due piccoli pesci in un mare grande e pieno di squali, ma la loro stazza non è quella di pedoni (anche se apparentemente li si potrebbe scambiare per tali a causa della loro statura fisica). Il loro coraggio non è di scarso valore: hanno lasciato le comodità di una vita da ricchi che il papà banchiere e la mamma commerciante rinomata gli assicuravano, per andare a soccorrere il loro prossimo necessitato in terra straniera e disagiata. Ma quale è l'alfiere campochiaro e quale il camposcuro? Il campochiaro è Nico. E' alquanto orgoglioso, ma onesto e lungimirante. Ha ereditato il gran senso pratico della madre biologica, Alberta. Anche Adriana è onesta, ma a differenza del suo gemello, è ingenua e sognatrice. Caratteristiche atte a cacciare facilmente in trappola. Sicuramente le ha prese  più dal padre biologico (il purtroppo defunto Lourenço Lampreia) che dalle fandonie, pardòn, le favolette che a entrambi da piccini raccontava Renate, la madre adottiva (di sicuro perchè di moda e facente parte di una prassi consolidata, non certo perchè una commerciante di successo come lei se le bevesse, lol!). Adriana è quindi l'alfiere bianco camposcuro. E gli alfieri neri? Innanzi tutto il tenente Francisco Rios, l'assassinato del giallo. Ecco perchè nell'enigma scacchistico del cap. XXXIV affermavo che è bello che morto. Nero campochiaro. Il nero camposcuro non l'avrei esattamente deciso (perchè il personaggio che gli corrisponde si presta bene anche per un cavallo nero), ma potrebbe essere qualcuno che conoscerete di persona soltanto nell'epilogo. Augustus Lafayette ha però accennato a lui nell'ultimo capitolo che avete letto. Si chiama Musa McDowell. Se fosse proprio un alfiere, sarebbe il nero camposcuro perchè ha un'anima ancor più nera di quella del tenente Rios. 


CAVALLO

Il cavallo è l'altro pezzo leggero della scacchiera e vale quanto l'alfiere, ma è molto particolare, perchè il suo movimento descrive una L. Saper usare bene i cavalli può determinare l'esito di una partita, perchè il loro movimento ambiguo è il più atto a creare trappole per l'avversario, ben volentieri in grado di soffiargli via perfino la regina. Se non si conosce bene il cavallo, possono essere guai...già, il cavallo è una fonte di guai a scacchi...esattamente come Trent. Già, Trent è un cavallo. Ma è nero o bianco? Bel dilemma scacchistico, che potrete risolvere soltanto se continuerete a leggere i capitoli del giallo, lol! Ricordando che nell'indovinello, Augustus Lafayette non considera tutto perduto, anche se il cavallo sta per soccombere a causa dei colpi assestatigli dal re bianco. Ma c'è da dire che di cavallo abbiamo anche Robert Brooke. Nel prossimo capitolo verrà fuori il suo spinoso segreto. Anche di Robert è bene chiedersi che cavallo è: nero o bianco...

E di questo pezzo della scacchiera, ma senza ambiguità sul colore, uno l'abbiamo: il portinaio notturno Héctor Salinas, un cavallo bianco.

TORRE

La torre è un pezzo pesante, ben più forte di un alfiere e un cavallo...anche se a seconda del tipo di partita può accederle di soccombere davanti a uno di questi pezzi più leggeri. Anche la torre è in coppia. Può muoversi in avanti. indietro, a destra e a sinistra, di quante case preferisce, purchè libere da ingombri che la possano minacciare. Quest'ampiezza di movimento la rende un pezzo pesante e prezioso. Due torri allineate (si dice siano comunicanti quando non hanno alcun pezzo infilato in una casa della linea orizzontale o verticale in cui sono posizionate) sono molto forti, aumenta la loro chance di dar matto. Se poi stanno pure in settima fila, minacciando il re avversario, hanno la partita in pugno. 

Alberta è una torre. Torre bianca. E' una fortezza, un'intrepida mamma sempre pronta all'estremo sacrificio. La seconda torre bianca purtroppo ha finito per soccombere presto, in questa partita. Si tratta ovviamente del povero defunto marito di Alberta, Lourenço Lampreia. Mentre le due torri nere sono Alfredo Mascarenhas e Renata Côrte-Real, i genitori adottivi di Adriana e Nico. I due hanno veramente una carta di credito al posto del cuore, pur avendo, anche se a modo loro, amato davvero i due ragazzi.


REGINA

La regina è il pezzo più potente degli scacchi. Perchè combina i movimenti di entrambi gli alfieri e delle torri. Perdere la regina significa nella maggior parte dei casi perdere la partita. Per questo motivo, oltre ai pedoni, cavalli e alfieri vanno spesso sacrificati per conservarla. Non solo, si sacrificano anche le torri, pur di conservare la regina. Ci sono comunque giocatori che preferiscono perderla in favore di entrambe le torri e un maestro di scacchi è in grado di vincere una partita in cui le possiede entrambe e senza più regina, mentre l'avversario conserva il pezzo. Personalmente, però, quando gioco preferisco conservare la regina piuttosto che entrambe le torri. Questione di tattica e strategia, come direbbe Augustus Lafayette, lol!

La regina nera è rappresentata da Malinka: disonesta, falsaria, frivola, superficiale, materialista, gran civetta e pronta a calpestare chiunque senza guardare in faccia nessuno, pur di ottenere quello che vuole (e infatti è pure assassina, anche se l'omicidio che ha comesso è colposo -ma una colpa che rasenta il dolo- già!).

E la regina bianca? Come dicevo, non è Adriana. E' un personaggio passato quasi (se non del tutto) inosservato. Forse perchè non vip, forse perchè non appariscente, forse per pura fatalità...forse perchè per forza di cose, due dei maggiori beneficiati, Adriana e Nico, non possono essere messi al corrente neppure della sua esistenza. La regina bianca non ricopre alcun ruolo di rilievo e per di più compare solo in flashback. Ma ha permesso l'intera trama della storia, mettendo a repentaglio sia il suo posto di lavoro che la sua libertà. Ricordando che perdere l'uno e l'altra nel ventiseiesimo secolo costa molto più caro che nel ventunesimo...è' solo una piccola assistente sociale che, a differenza della sua alleata, Mary White, non poteva contare su familiari illustri e grandi quantità di denaro, qualora scoperta nel suo operato volto a riunire Alberta con i suoi figlioletti appena nati. Già, la regina bianca mi gioco tutto per un ideale è Simone Fraga. Ma Alberta non ha mai dimenticato la cara assistente sociale idealista, che considera sempre una grande amica per la pelle. E neppure Augustus Lafayette dimentica che, suo malgrado, l'aveva portata a credere di esserle ostile... 

RE

Che dire, il re è il pezzo più importante della scacchiera, perchè senza di lui non c'è gioco...è il più prezioso e va difeso con ogni mezzo. Può muoversi in tutte le direzioni sulla falsariga della torre, ma di una sola casa alla volta.

Il re nero ovviamente è Archibald Podger, l'antipaticissimo direttore sanitario del centro Arcoiris. Re perchè è un pesce davvero grosso: pur pieno di sè e arrogante oltre ogni dire, è comunque un GM internazionale di scacchi (che solo il bibliotecario Augustus Lafayette è in grado di battere) e infettivologo di indubbia fama. Però la sua anima è nera.

Quanto al re bianco, spero sia pacifica per tutti la sua identità, non c'è neanche bisogno di dirlo, lol! 

In sequenza bianchi:

pedone, torre, cavallo, alfiere, regina, re.


In sequenza neri:

re, regina, alfiere, cavallo, torre, pedone.


E ora...non perdetevi i rivolgimenti del cap. XXXV...Il bibliotecario francese tornerà appena possibile con nuovi risvolti e il segreto di Robert svelato.