✔ Gianluca Giardini

Oltre ad un sogno devi avere una visione

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Oltre ad un sogno devi avere una visione

Garden House

2021-04-13 13:12:50

Creazione di un Butsudan Artigianale

Ad opera del maestro
Serviti & Riveriti
Butsudan o altare (buddhista)
In ogni religione che sia ebraica; greca; romana; induista; cristiana; buddhista ecc. esiste ed è sempre esistito un altare. Nel buddhismo specifico è chiamato butsudan.

Descrizione

Un altare è un luogo in cui si compie un sacrificio (ometterò tutte queste spiegazioni mi viene difficile accettare che gli uomini da sempre abbiano fatto dei sacrifici animali e talvolta umani) o rito religioso. In molte di queste religioni, si praticano riti di purificazione o di offerta. I fedeli, per ingraziarsi il proprio dio, offrono doni (o sacrificano animali). Normalmente l'altare è un oggetto fisso, costruito in pietra o in legno, nelle religioni che vivono in modo intenso il rapporto del fedele con gli elementi della natura (acqua, terra, fuoco, alberi ecc.), l'altare è posto all'aperto, in mezzo ai boschi, presso le sorgenti, a volte circondato da gradini, per favorire la partecipazione dei fedeli. Spesso l'altare è anche "dedicato", cioè legato al culto specifico di una divinità, quindi collocato in cavità sotterranee in associazione alle divinità stesse. A volte, come nel caso delle vestali romane o dei sacerdoti ebraici, l'altare è inaccessibile ai "laici", al popolo, vi possono, infatti, accedere solo i sacerdoti o le sacerdotesse, a volte dopo specifici riti purificatori. L'altare, in questi casi, non è più visto come il semplice luogo dell'offerta o del sacrificio, ma diviene "manifestazione" della presenza della divinità. Spesso, infatti, sull'altare o sotto lo stesso, sono contenuti oggetti che "rappresentano" il divino, di solito statue o amuleti. Gli altari dell'antico Egitto e dei popoli mesopotamici indicarono sia per la forma sia per la dimensione un'origine risalente alla mensa profana. Erano costituiti da una tavola rotonda o quadrata realizzata in vari materiali, quali il legno, la pietra o la terra cotta.

Nell'ebraismo gli altari antichi dovevano essere costituiti da pietre e da terra non toccati da strumenti ferrosi. La Bibbia descrive anche l'esistenza di altari portatili, costituiti di legno rivestito con rame e portanti agli angoli specie di corni, la cui origine può risalire ad un simbolo sacrale.

Nella religione greca esistevano sia altari domestici sia altari adibiti al culto pubblico, che in questo caso erano posti o dentro il tempio o al suo esterno.

Nella religione romana l'altare è generalmente di forma quadrangolare deve essere rivolto a oriente e in posizione più bassa rispetto alla statua di culto, affinché chi prega guardi in alto verso la divinità. L'altezza dell'altare però varia a seconda del tipo di divinità al quale è dedicato: quelli delle divinità celesti, come Giove, sono molto alti, mentre quelli delle divinità terrestri e marine e anche di Vesta sono abbastanza bassi.

Nell'induismo gli altari sono di fatto dei piccoli santuari e perciò sono sacri e qui si fanno offerte e sacrifici agli Dèi. Si distinguono gli altari dei templi (mandir), più grandi e accessibili soltanto ai brahmani (sacerdoti) pujari dagli altari "familiari", più piccoli, in cui abitualmente l'adorazione (pūjā) delle murti (immagini degli Dei) è effettuata di norma dal capofamiglia.

In questi altari, oltre alle immagini degli Dei, si trovano anche lumi, immagini di santi e guru, e offerte, di solito di cibo che attraverso l'offerta viene consacrato e diventa prasada.

Nella religione cristiana l'altare assume una valenza particolare. Alcune comunità protestanti, non attribuendo valore "sacrificale" all'eucaristia, hanno, nel corso del tempo, escluso dalle loro chiese l'altare. Le loro "assemblee" liturgiche, infatti, vedono al primo posto la lettura ed il commento alla Bibbia.

La Chiesa cattolica, in particolare, è quella che ha l'altare in maggior onore, poiché su di esso celebra la ripresentazione dell'unico sacrificio compiuto da Cristo (cosiddetta oblazione pura o oblazione perfetta). Per questa ragione, il sacerdote lo bacia e lo incensa in segno di venerazione, in particolari momenti delle celebrazioni liturgiche; l'altare rappresenta inoltre sia la mensa dell'ultima cena, che il patibolo della croce, sul quale Cristo immolò se stesso. Il termine "ripresentazione" è caratteristico della dottrina cattolica, secondo la quale la celebrazione dell'Eucaristia non è una mera ripetizione incruenta del sacrificio di Cristo, bensì proprio la riproposizione di quell'unico sacrificio da lui compiuto.

Il butsudan:

(仏壇 parola giapponese che letteralmente significa "altare del Buddha") è un tipo di altare buddhista che si può trovare all'interno di templi o abitazioni di praticanti. È tipico della tradizione giapponese, sebbene attraverso antecedenti cinesi rappresenti un'evoluzione del culto buddhista indiano. Un budsudan può essere un tabernacolo (zushi, 厨子) in legno o un altare più grande ospitante icone religiose, tipicamente statue o mandala.

Un tipico altare buddhista è composto da diversi gruppi di oggetti. I più importanti tra questi sono i tre simboli che rappresentano il corpo, la parola e la mente di buddha. Questi tre elementi sono i componenti essenziali di un altare. Il primo elemento è una statua di buddha o di un bodhisattva ed è posto al centro. Il secondo è un testo sacro che rappresenta la parola di buddha ed è posizionato a sinistra della statua centrale. Sulla destra è di solito posto uno stupa, che simboleggia la mente illuminata. Questi tre oggetti possono essere talvolta sostituiti da immagini che li rappresentano. In aggiunta possono essere usate immagini di aspetti di saggezza, lama, bodhisattva, protettori, che possono essere disposte intorno ai tre elementi principali.

Altre offerte sono:

acqua da bere (simbolo della purezza della mente e del corpo);

riso e fiori (simbolo della bellezza di ciò che è visibile);

riso ed incenso (rappresentano l’onnipervasività del dharma);

una candela (rappresenta la luce, simbolo della saggezza che dissolve l’oscurità dell’ignoranza);

acqua profumata (simbolo della devozione);

riso e frutta o riso e dolci (offerti in segno di gratitudine); talvolta viene offerta una conchiglia che rappresenta il risveglio degli esseri, quando sentono il dharma e naturalmente una campana che segna il tempo della recitazione.

Per Informazioni:


by Gianluca Giardini